Dall'Italia e dal Mondo
Centenario della nascita di Aldo Scimè: il ricordo della “Strada degli Scrittori”
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redazioneAgrigento- Era stato tra i giovani impegnati nel nucleo storico di “Radio Palermo avamposto dell’Italia liberata”, nel 1943. E poi tra i fondatori della Rai in Sicilia, prima del passo verso l’Assemblea regionale siciliana dove, da segretario generale, aprì le porte del Palazzo dei Normanni ad artisti e scrittori. Aldo Scimè il 5 settembre avrebbe compiuto cent’anni.
Era nato a Racalmuto, in quella contrada Noce che, grazie a lui e all’amico di sempre, Leonardo Sciascia, era diventata un circolo di cultura dal quale passarono letterati, fotografi e artisti, politici e giornalisti. Sciascia e Scimè, i due racalmutesi che diedero un’impronta alla cultura siciliana riscoprendo artisti del passato, libri dimenticati, autori messi da parte dalla storia. Per questo centenario della nascita di un siciliano da non dimenticare, anche la “Strada degli Scrittori” ricorda l’impegno di chi ha saputo guidare con rigore e sensibilità istituzioni culturali come la Fondazione Whitaker e la Fondazione Sciascia.
Era stato l’amico scrittore, prima di morire, a volerlo a guida del centro culturale che raccoglie lettere, libri e opere d’arte appartenuti all’autore de “Il giorno della civetta”. Quando nacque la “Strada degli Scrittori”, undici anni fa, Scimè intuì la forza del progetto culturale proprio perché riuniva tante realtà: città e paesi legati a grandi scrittori i cui luoghi d’ispirazione sono meta di viaggiatori pronti a scoprirli avvicinandosi ai loro libri.
Scimè sarà ricordato durante il Master di scrittura in corso ad Agrigento, organizzato proprio dalla “Strada degli Scrittori” e dedicato quest’anno alle “Parole del Cinema”. Esempio e modello Scimè per il direttore Felice Cavallaro: “Ci piace sottolineare, ripetendo quanto detto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, suo grande amico, che questo grande intellettuale siciliano ‘ha costituito e costituisce riferimento morale e culturale’”.
Il mondo di Scimè e Sciascia è anche quello degli anni Trenta e Quaranta, del cinema, del mondo scoperto anche attraverso il grande schermo, come emerge da una mostra allestita nell’ambito del master, nello Spazio Temenos di via Pirandello ad Agrigento. Il racconto di un carteggio inedito costituito da lettere e cartoline inviate da Sciascia ad un altro amico di Racalmuto, Giuseppe Tulumello. Una mostra documentaria curata da Salvatore Picone e Pietro Tulumello: “Fammi sapere che film si proietta – Omaggio a Leonardo Sciascia cinefilo”.
Una passione, quella per il cinema, che era nata al teatro Regina Margherita di Racalmuto e testimoniata dal carteggio con giudizi e mini recensioni d’autore sulle pellicole.
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Educazione civica nella scuola: nuovo decreto
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10 Settembre 2024di
redazioneRoma – Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto con le linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica.
A partire dall’anno scolastico 2024/25, “i curricoli di educazione civica si riferiranno ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come individuati dalle nuove Linee guida che sostituiscono le precedenti”, si legge nella nota del ministero.
“Le linee guida hanno come stella polare la Costituzione italiana, che non è solo norma cardine del nostro ordinamento ma anche riferimento prioritario per identificare valori, diritti e doveri che costituiscono il nostro patrimonio democratico, alimento prezioso e insostituibile di una società imperniata sulla persona”, afferma il ministro Valditara.
Le nuove linee guida “promuovono l’educazione al rispetto di ogni persona e dei suoi diritti fondamentali – prosegue – valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, l’eguaglianza nel godimento dei diritti e nella soggezione ai doveri, la libertà e la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale definita patria dai Costituenti, il lavoro, l’iniziativa privata, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, la lotta a ogni mafia e illegalità.
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Accordo Enilive e Volotea per un volo più sostenibile
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10 Settembre 2024di
redazioneRoma – Volotea, una delle compagnie aeree che sta crescendo più velocemente in Europa nell’ultimo decennio, ed Enilive, società di Eni per una mobilità più sostenibile, hanno siglato una Lettera di Intenti (LoI) per favorire un accordo commerciale per la fornitura a lungo termine di SAF (Sustainable Aviation Fuel) in 15 aeroporti italiani in cui opera il vettore. L’accordo potrebbe consentire a Volotea di avere accesso fino a 15 milioni di litri di SAF (Sustainable Aviation Fuel) tra il 2025 e il 2030. Volotea, già a partire dal 2022, ha iniziato a introdurre SAF nei suoi aerei e, tra il 2022 e il 2023, ha utilizzato 1 milione di litri di carburante sostenibile SAF.
Le due aziende lavoreranno insieme per promuovere l’adozione di SAF, il biocarburante Enilive prodotto prevalentemente da rifiuti e scarti biologici nelle proprie bioraffinerie e che può essere utilizzato in miscela con jet convenzionale fino al 50%.
Secondo studi dell’IATA, il SAF è l’alternativa più immediata per incentivare in modo concreto la decarbonizzazione del settore aereo, perché in grado di ridurre fino all’80% le emissioni di CO2 rispetto ai carburanti tradizionali durante tutto il ciclo di vita (dalla produzione al consumo).
“La sigla di questa lettera di intenti è un ulteriore passo avanti verso un’aviazione più sostenibile e il primo atto di un nuovo percorso insieme a un partner importante come Enilive, che speriamo ci consentirà di fornire SAF ai nostri aerei in alcuni degli aeroporti italiani in cui operiamo – ha commentato Gloria Carreras, Direttore ESG di Volotea -. Nel corso degli anni abbiamo avviato diverse iniziative per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e adottare un approccio più responsabile per i viaggi low-cost. Grazie a questo impegno costante e ai rapidi progressi ottenuti nell’ultimo periodo, saremo in grado di ridurre le nostre emissioni dirette di CO2 per passeggero-chilometro del 50% entro il 2025, con ben 5 anni di anticipo rispetto al target iniziale”.
“Questo accordo è un’ulteriore conferma della strategia di Enilive, tra i leader mondiali nella produzione di biocarburanti HVO, basata sull’offerta di prodotti più sostenibili a livello globale. Stiamo investendo da oltre dieci anni con l’obiettivo di aumentare la capacità di bioraffinazione a oltre 5 milioni di tonnellate/anno e di produzione di SAF fino a 2 milioni di tonnellate/anno – ha aggiunto Stefano Ballista, Amministratore delegato di Enilive – Da fine anno sarà operativo l’impianto per la produzione di SAF nella nostra bioraffineria a Gela e dal 2026 a Porto Marghera. Ciò ci consentirà di soddisfare le richieste delle compagnie aeree come Volotea per raggiungere gli obblighi previsti dal Regolamento europeo ReFuelEU Aviation, che stabilisce quote minime di carburante sostenibile, a iniziare dal 2% minimo dal 1°gennaio 2025 fino al 70% dal 2050”.
Il programma di sostenibilità di Volotea, Voloterra, si basa su cinque pilastri: un modello di business efficiente, la riduzione delle emissioni di CO2, innovazione e sviluppo, compensazione delle emissioni e trasparenza. Questo programma di sostenibilità ha superato per il secondo anno consecutivo l’accurata audit di Bureau Veritas, che conferma l’impegno della compagnia per un’aviazione più sostenibile.
Enilive è tra i leader mondiali nella produzione di biocarburanti da materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva europea sulle energie rinnovabili) nelle bioraffinerie di Venezia, di Gela, nella bioraffineria SBR negli Stati Uniti d’America. Dal 2026 Enilive produrrà biocarburanti anche a Livorno, dove è in corso la trasformazione di una raffineria Eni, e dal 2028 in Malesia, dove sarà operativa una bioraffineria in joint venture con PETRONAS ed Euglena. I biocarburanti HVO sono ottenuti prevalentemente dalla lavorazione di scarti, come gli oli esausti da cucina e i grassi animali, e di residui provenienti dall’industria agroalimentare, e sono una soluzione già disponibile per contribuire a decarbonizzare la mobilità su strada, aerea, ferroviaria e marina
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L’Ucsi al 16° Festival del Mediterraneo
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6 Settembre 2024di
redazioneOTRANTO – “Un’alleanza forte tra tutti i giornalisti dei Paesi del Mediterraneo per ribadire la condanna agli attacchi al diritto di cronaca. Sicurezza, diversità, dialogo e pace. Con queste parole pronunciate dal giornalista Salvatore Di Salvo, segretario nazionale Ucsi all’apertura alla 16ma edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo, un appuntamento che quest’anno, come in passato, vede migliaia di persone presenti a Largo Porta Alfonsina per assistere a quattro serate di dialogo, confronto e ascolto la cui direzione è stata curata dal giornalista Tommaso Forte.
Al panel, moderato dal giornalista Paolo Di Giannantonio, dal titolo “Giornalismo, deontologia e democrazia al servizio dei cittadini” hanno partecipato il presidente Ucsi Vincenzo Varagona, la giornalista di Mediaset Maria Luisa Sgobba, vice presidente nazionale dell’Ucsi, l’autore televisivo Alessandro Banfi, il giornalista Andrea De Angelis di Vatican News e il giornalista di Rai Parlamento Renato Piccoli, socio Ucsi e curatore insieme a Giuseppe Delle Cave del position paper “Oltre le 5W, 5M per un giornalismo responsabile. Perché e come i giornalisti sono chiamati a fare di più (“More”)”. Al lavoro di stesura hanno partecipato Naike Monique Borgo, Roberta Carlucci, Serena Queirolo, Julija Cotic, Federica Gentile Luca Antonio Ciciriello, Lucandrea Massaro, Andrea Cuminatto, Fabio Massimo Mattoni Eugenio Montesano. Negli interventi il presidente Vincenzo Varagona ha sottolineato l’importanza di “ascoltare con l’orecchio del cuore, come richiamato da papa Francesco, e mettere al centro la persona. Crediamo nell’esperienza del “Giornalismo costruttivo” e di quello comunitario dei media diocesani.
Mettiamo insieme i giornalisti di buona volontà e diamo un orizzonte ai giovani”. Per uscire dall’empasse, l’Ucsi ha chiesto agli organizzatori del Festival del Giornalismo del Mediterrano la collaborazione di tutti. Un manifesto da condividere con la cittadinanza per uh informazione al servizio della democrazia. L’idea capire cosa si può fare di più. E’ partire dalla cinque “M” (more), di più in Inglese. Poi l’intervento di Alessandro Banfi e Maria Luisa Sgobba che sottolinea l’impegno dei giovani con la Scuola di Assisi, una palestra formativa per i giovani che si affacciano al mondo del giornalismo. Il giornalista di Rai Parlamento Renato Piccoli sottolinea che “Non si può raccontare senza domandare e senza ricercare. Senza un giornalista che si dedica all’approfondimento non esiste una redazione. Definire privilegi tutele e diritti che spettano ai giornalisti significa imbavagliare la democrazia. Non si può scrivere stando incollati alle proprie sedie”.
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