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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Che ben venga la tassa di soggiorno

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Dall’ex assessore al turismo, avv.Totò Incardona, riceviamo e pubblichiamo

Oggi potrebbe sembrare aberrante parlare di tassa di soggiorno all’interno della nostra città, e non nascondo un certo imbarazzo nel leggere diverse lamentele e critiche su questa iniziativa presa dall’amministrazione comunale.
Ricordo a me stesso che Gela prima di essere una città a vocazione industriale, fu prima a vocazione turistica e agricola. Durante il mio mandato assessoriale cercai di inserire Gela nel circuito nazionale le vie dei tesori, ma purtroppo, sebbene la presentazione ufficiale alla BIT di Milano, fu impossibile perché in fase di pre dissesto , ricevetti parere contrario alle spese da sostenere per far parte del suddetto circuito turistico.
Ma oggi, se vogliamo crescere e guardare al futuro ed alla crescita della nostra città, non possiamo fare altro che applaudire a tali iniziative perché in un certo qual modo potrebbero convogliare Gela nell’inizio di un circuito turistico.
Abbiamo tanto e non lo sappiamo sfruttare … i turisti non devono soltanto ammirare le mura Timoleontee o l’acropoli greca, ma potrebbero visitare le varie chiese, che ahimè la mattina sono sempre chiuse, e le varie stradine (faccio un esempio u rabbateddu che prende il nome dal mercato marocchino Rabat) del centro storico, così come anche le varie mura federiciane sparse in giro per la città e totalmente dimenticate dai gelesi.
Quindi che ben venga la tassa di soggiorno nella nostra città ma consiglio vivamente al sindaco ed all’assessore di riferimento, di creare un vero e proprio circuito cittadino che preveda la possibilità di tenere le chiese aperte e visitabili ai turisti e l’impiego delle associazioni culturali che spieghino ai turisti la storia dei nostri quartieri.
Solo allora la tassa di soggiorno potrà avere un giusto significato all’interno della nostra città.

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L’avv. Marina Di Dio ricorda il suo maestro, Enzo Trantino 

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Dall’avv. Marina Di Dio, in occasione della scomparsa dell’on. Enzo Trantino, riceviamo e pubblichiamo questo commosso ed emozionante ricordo:

-Buongiorno maestro, sono la nuova praticante. Posso sedermi accanto a Lei?

-Come ti chiami? -Marina. 

-Ma tutti Marina ti chiamano? 

-No, maestro, veramente mio papà mi chiama “Mina”.

-Allora d’ora in poi sarai Mina.

Di tempo dalla nostra prima chiacchierata in Via Crispi ne è passato. Da quel colpo di fulmine che per me è stato generatore di amore eterno verso la Sua aura di grandezza, la Sua inimitabile dialettica, la luce che emanava e della quale noi tutti – Suoi imperterriti seguaci – ci pregiavamo di godere, illudendoci di contare qualcosa in Sua presenza. Quanti ricordi, mio adorato maestro. Quanti aneddoti, quante trasferte concluse con le “cozze in crosta”, e quante riunioni in quel magico salotto di Viale XX Settembre. Quanti insegnamenti, di diritto e di etica. Di quante confidenze l’ho caricata e quanta saggezza mi ha donato.

Ho il cuore spezzato, maestro. Come quando finisce una grande storia d’amore. Ma col desiderio che, in qualche modo, la nostra storia non avrà fine, che continuerà ad essere il mio faro nel mare aperto della giustizia, che il pensiero della Sua voce scioglierà i miei dubbi sulla professione quando le carte saranno sfavorevoli ed emergerà la mia paura di non essere abbastanza brava. “Ti poteva capitare il furto di biciclette, e invece t’è capitato questo” mi ha detto, rigido, quando la mia prima nomina fiduciaria mi vedeva impegnata in un processo per associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

“Questo racconto così non lo possiamo pubblicare, devi continuare a scrivere perché ho davanti a me un’esordiente scrittrice”, quando ha creduto che potessi scrivere un romanzo. Maestro, io di tanto supporto non mi sono mai sentita degna, devo confessarglielo. Ma so che quella email – sfacciatamente “romantica” – inviata ad Enrico, ormai parecchi anni fa, chiedendogli di poter fare pratica con Voi è stata la fortuna più grande della mia vita. ArrivederLa, mio adorato maestro. Per sempre immensamente grata, Mina.

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Ibleacque: cittadini in rivolta, Mauro accusa i sindaci di ambiguità

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Ragusa – La guerra dell’acqua anche a Ragusa. Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale di Ragusa, Gaetano Mauro .

“Le proteste contro Ibleacque si moltiplicano in tutti i comuni, spinte dalle bollette esorbitanti recapitate ai cittadini. Associazioni e comitati si mobilitano chiedendo trasparenza e giustizia, ma il comportamento dei sindaci soci dell’ente idrico solleva dubbi e alimenta polemiche.

A denunciare la situazione è Gaetano Mauro, consigliere comunale di Ragusa, che punta il dito contro i sindaci accusandoli di “doppia faccia”. “Sono fanfaroni, in pubblico ascoltano le proteste dei cittadini, ma poi in assemblea dei sindaci davanti all’Amministratore Unico, gli manifestano piena fiducia , che nel frattempo continua a gongolare”, dichiara con amarezza Mauro.

La questione non si ferma solo agli importi spropositati delle bollette. “A Ragusa ci sono quartieri che implorano il servizio di autobotte, levano proteste per contatori mai letti. I cittadini chiedono trasparenza. L’atteggiamento del sindaco di Ragusa Peppe Cassì, Presidente del Comitato di controllo, però, è come il re nudo.

Difende gli interessi della società Ibleacque con tutte le contraddizioni che ho denunciato, facendo finta di nulla. Spiegherà ai cittadini ragusani e alla Corte dei Conti le questioni sollevate “.”Abbiamo fatto emergere piu di un sospetto sulla gestione economica e amministrativa dell’ente guidato dall’ing. Franco Poidomani- prosegue Mauro. I sindaci, inizialmente complici nell’approvare una retribuzione all’amministratore che risultava non conforme alla legge, hanno successivamente fatto marcia indietro, diffidandolo dal trattenere le somme percepite. Ricevendo picche per risposta hanno incredibilmente scelto il silenzio e, paradossalmente, rinnovato la fiducia al vertice dell’ente assumendosi gravi responsabilità erariali.

Questo atteggiamento, paragonato da molti al celebre dualismo di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ha esasperato ulteriormente i cittadini. Da una parte, i sindaci sostengono le proteste nei loro territori, dall’altra, si dimostrano remissivi e allineati con la gestione di Ibleacque durante le riunioni istituzionali.Il risultato è un quadro di incertezza e disillusione- aggiunge Gaetano Mauro- I cittadini si sentono abbandonati, vittime di un “balletto in maschera” in cui chi dovrebbe rappresentarli sembra più interessato a proteggere i propri interessi.

Mentre il malcontento cresce e le richieste di equità restano inascoltate, il futuro della gestione idrica resta incerto. In questa spirale di polemiche, l’unica certezza è che a pagare il prezzo più alto sono i cittadini, ormai privi di tutele e punti di riferimento”.

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L.A.T.E. “Maurizio Nicosia”: in ospedale niente nuovi anestesisti

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L’associazione L.A.T.E. “Maurizio Nicosia” punta il dito sulla politica e sulle istituzioni.

Ecco la nota sul tema dell’assegnazione degli anestesisti.

“Rappresentiamo alla città ed a quella parte di politica che si è vantata attribuendosi il merito di avere contribuito all’assegnazione di cinque anestesisti presso l’ospedale di Gela dal 1 dicembre, che, ad oggi 05/12/2024, nessun anestesista è apparso all’orizzonte o forse solo uno solo dei cinque.

L’associazione pone una semplice domanda a tutta la politica sia a livello locale che a livello regionale e nazionale: “la salute dei cittadini di che colore politico è?” L’articolo 32 della nostra Costituzione recita che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti….”.La politica cosa ha da dire in merito? Dove è la tutela del diritto dell’individuo quando per fare una visita, anche in urgenza, si deve aspettare mesi se non anni?

La collettività gelese aspetta dal 2010 l’apertura dell’U.T.I.N e dall’otto giugno 2021 l’apertura del pronto soccorso infettivologico nonché l’apertura della nuova rianimazione che ENI ha donato alla città.

Sarebbe più giusto e più corretto che la politica piuttosto che attribuirsi i meriti per i medici che arrivano (forse) unisca le forze per raggiungere obiettivi concreti e quello che è dovuto alla città di Gela. Una politica da molto tempo assente o impegnata a vantare meriti inesistenti.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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