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Daniele Maganuco racconta: Una notte in balía dei pirati

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Era il 20 giugno 1575, e un’afa implacabile avvolgeva le mura di Terranova di Sicilia, l’odierna Gela. La città, circondata da terre aride e solcate dai venti del Mediterraneo, sembrava ancora portare i segni delle razzie e delle invasioni che avevano devastato la Sicilia nei decenni passati. Tuttavia, quella calda estate, le strade di Terranova furono animate da un evento di grande importanza: l’arrivo dell’arcivescovo Ludovico de Torres, una delle figure più rispettate della Sicilia.

De Torres, arcivescovo di Monreale, aveva deciso di proseguire i suoi pellegrinaggi estivi nei paesi dell’isola, compresa Terranova, che, pur essendo una piccola città fortificata, godeva di una certa importanza grazie alla sua posizione strategica lungo la costa. Al suo arrivo, il prelato fu accolto con tutti gli onori dai frati minori cappuccini, che da soli quattro anni si erano insediati in quel convento, posto appena fuori dalle mura cittadine, in una zona relativamente isolata e vulnerabile.

Il convento, un luogo di pace immerso nella quiete e a strapiombo sul mare, era protetto soltanto dalla sua posizione lontana dalle rotte principali dei mercanti, ma quell’anno, qualcosa di diverso si stava muovendo nel Mediterraneo.
Lontano dalle attenzioni delle potenze europee, il sultano Murad III aveva inviato contingenti di uomini lungo le coste, facendoli passare per pirati comuni, con lo scopo di accumulare ricchezze e bottini da riportare a Istanbul.

Quella notte, mentre il vento del mare soffiava dolcemente tra le strade polverose di Terranova, una flotta silenziosa apparve all’orizzonte, dirigendosi verso la spiaggia della città.
Gli abitanti, ormai abituati ai suoni del mare, non si resero subito conto del pericolo che stava per abbattersi su di loro. Solo le torce delle imbarcazioni e il rumore sordo dei remi che fendono l’acqua diedero il primo segnale di allarme.

I pirati erano sbarcati!

Con una precisione quasi militare, gli uomini di Murad III iniziarono a razziare le case vicino la spiaggia di Terranova, ma la città stessa rimase relativamente intatta.
La loro attenzione, infatti, era stata attirata da una notizia ben più interessante: l’arcivescovo Ludovico de Torres, ospite del convento dei cappuccini, era una preda ben più preziosa di qualsiasi bottino.

I pirati si avvicinarono furtivamente al convento, passando tra i canneti e gli ulivi che circondavano l’edificio. De Torres, immerso nella preghiera serale insieme ai frati, dove oggi sorge la villa Garibaldi, non aveva alcun sospetto del pericolo imminente.
I frati, consapevoli della vulnerabilità del convento, avevano chiuso le porte, ma queste non erano certo costruite per resistere all’assalto di uomini armati.

L’irruzione fu rapida e brutale. I frati cercarono di opporre una resistenza, ma furono facilmente sopraffatti dai pirati, che entrarono nel convento come furie nel cuore della notte.
Ludovico de Torres, sebbene terrorizzato dall’assalto, non perse la sua compostezza. La sua fede lo sosteneva anche nei momenti più bui, e mentre i pirati lo trascinavano fuori dal convento, il suo sguardo era fermo, quasi come se sapesse che il destino della sua cattura avrebbe avuto ripercussioni ben più grandi per la Sicilia.

Fu portato via sotto il cielo stellato, verso una nave ancorata poco lontano dalla costa. I pirati, soddisfatti del loro bottino, si ritirarono senza infliggere ulteriori danni alla città o ai suoi abitanti, consapevoli del valore del loro ostaggio.
Le voci si diffusero rapidamente tra le vie di Terranova ed emissari furono inviati nei paesi vicini:

l’arcivescovo era stato rapito!

I giorni successivi furono segnati dall’attesa e dalla paura. I Terranovesi pregavano affinché il riscatto richiesto dai pirati fosse pagato rapidamente, e che Ludovico de Torres potesse tornare sano e salvo.
Le trattative, seppur complicate, furono avviate dalle autorità e dalla chiesa. L’arcivescovo, nel frattempo, restava prigioniero in una nave turca, la sua fede ancora intatta, consapevole che il suo destino era nelle mani di Dio.
Il rapimento di Ludovico de Torres divenne una delle vicende più discusse nella Sicilia di quegli anni, non solo per il valore religioso dell’arcivescovo, ma anche per il simbolismo della sua cattura da parte di uomini di un’altra fede.

Il riscatto, alla fine, fu pagato, e Ludovico de Torres fu liberato dopo settimane di prigionia.
Il suo rapimento rimase una ferita aperta per la città di Terranova, che da allora visse nel terrore costante di nuove razzie e assalti.

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A Settefarine Festa di San Sebastiano tra musica, salsiccia arrosto, sport e cultura

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Le condizioni del tempo hanno consentito che il programma dei festeggiamenti in onore di San Sebastiano martire andasse avanti così come era stato elaborato.

Sabato sera grande festa di quartiere nel cortile della chiesa di Settefarine con tanta musica, carne arrostita sulla fornacella e tanta fraternità.

Oggi ha avuto grande successo il raduno delle auto d’epoca, un appuntamento giunto alla terza edizione. La festa che coinvolge il popoloso quartiere in vari momenti sacri e profani. Tra le altre iniziative la presentazione di libri e il tiro dell’arco per i bambini. Stasera la chiusura.Alle 18.30 la Santa Messa sarà celebrata dal vescovo di Piazza Armerina mons. Rosario Gisana

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Porsio è vice segretario provinciale di PeR

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Va avanti il laboratorio PeR fondato da Miguel Donegani. Al movimento ha aderito Salvatore Porsio di Caltanissetta,laureato in relazioni pubbliche, lavora presso il Tribunale di Caltanissetta.Per quasi 15 anni é stato segretario della sinistra giovanile.
Già componente della segreteria e direttivo dei Ds, è stato segretario d’organizzazione del PD.


Per circa 10 anni anche presidente dell’associazione dei consumatori MDC (Movimento Difesa del Cittadino) e componente del direttivo nazionale.
Della stessa associazione è stato presidente regiornale per quasi due anni. Numerose le iniziative svolte nel sociale e in difesa dei cittadini (soprattutto i più bisognosi). Ha svolto attività Sindacale in CGIL, UIL e attualmente interprovinciale FLP.


Porsio ha aderito al movimento di Miguel Donegani e sarà il nuovo vice segretario provinciale di PeR progressisti e rinnovatori..Affiancherà il segratario provinciale Mario Santamaria e la presidente provinciale Paola Carfì.

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Tredicesimo premio Difesa e Sicurezza.Tra i premiati Marcello Matrascia

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Si è svolta stamattina presso il Palazzo della Cultura a Catania, la premiazione del 13′ premio difesa e sicurezza Emilia Romagna e Sicilia sotto il coordinamento dell’Associazione Andromeda coordinamento Emilia Romagna, sotto il patrocinio di tutte le forze di polizia e le amministrazioni presenti sul territorio – a darne notizia è Mimmo Nicotra, Presidente della Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE.). tra i premiati per le encomiabili attività di servizio e di solidarietà rese a favore della sicurezza dei cittadini anche il Comandante di reparto della Casa Circondariale di Caltanissetta, Dirigente di Polizia Penitenziaria Marcello Matrascia impegnato in un’operazione ritenuta meritevole dagli Uffici dell’amministrazione penitenziaria.

Il dott. Matrascia ha da sempre manifestato grande senso del dovere nella gestione del proprio reparto e questo è il giusto riconoscimento per gli sforzi profusi in questi anni.  

Nell’occasione è stato premiato anche il reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza per le “attività di servizio e solidarietà volte a favore della sicurezza dei cittadini”. Un plauso va al personale dell’istituto di Piazza Lanza ed al suo Comandante la Dott.ssa Simona Verborosso per l’ottimo lavoro svolto.


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