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Giudiziaria

Deceduta per una trasfusione: risarcimento ai familiari

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Una donna di San Biagio Platani all’età di 7 anni (nel 1978) veniva sottoposta a periodiche emotrafusioni sviluppando, nel 1979, epatite virale acuta che, nel seguito, veniva ricondotta ad avvenuta infezione da HCV.

A causa della patologia ematologica di base la giovane richiedeva trattamento emotrasfusionale frequente ed alla fine degli anni ’90, tuttavia, si rendeva evidente la sussistenza di “epatopatia cronica HCV correlata”.

Dopo svariati ricoveri e terapie la sig.ra D.A., il 12 gennaio 2018 all’età di 46 anni, decedeva, lasciando marito e due bambini in tenera età.

Conseguentemente, il marito della sig.ra D.A. richiedeva al Ministero della Salute il riconoscimento dei benefici previsti dalla Legge 25 luglio 97 n. 237 (art. 1 comma 3).

Tuttavia, la Commissione Medica Ospedaliera preposta all’accertamento riteneva che non sussistessero i presupposti per il riconoscimento dei benefici richiesti e, successivamente, il Ministero della Salute, sostenedo l’insussistenza del nesso causale tra l’infermità contratta dalla signora D.A. ed il decesso della stessa, negava i detti benefici.

Ritenendo di contro certamente sussistente un nesso causale tra l’infermità contratta dalla sig.ra D.A. ed il suo decesso, i congiunti con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza proponevano un ricorso amministrativo al Ministero della Salute chiedendo l’annullamento del provvedimento con cui erano stati negati i benefici richiesti ed il conseguente riconoscimento dell’assegno reversibile per 15 anni.

A sostegno dell’azione promossa gli avv.ti Rubino e Piazza producevano corposa documentazione sanitaria ed una relazione tecnica attestante che “l’infermità HCV correlata, presentata dalla sig.ra D.A., ebbe un ruolo concausale efficiente e determinante nel decesso della stessa verificatosi in data 12 gennaio 2018”.

Con decreto dirigenziale del 2022 il Ministero della Salute, preso atto della documentazione posta a sostengo del ricorso proposto dagli avv.ti Rubino e Piazza e del parere reso dalla Commissione Medica Ospedaliera di Messina con cui è stata affermata la sussistenza del nesso causale tra l’infermità in vita post-trasfusionale, per la prolungata azione patogena dell’HCV, evolutasi in senso peggiorativo fino alla cirrosi, ed il decesso della sig.ra D.A., ha accolto il ricorso proposto, riconoscendo i benefici richiesti.

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Giudiziaria

Cadono le accuse di maltrattamenti in famiglia

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Cadono le accuse di maltrattamenti ed un uomo viene prosciolto.

Il Gup del Tribunale di Gela ha assolto, a seguito di giudizio abbreviato, L.G.di 49 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati.

L’uomo, di origine pugliese ma residente a Gela da molti anni, era accusato di aver tenuto condotte violente in danno della compagna, e per di più, in presenza dei figli minori.

I legali difensori Rosario Lumia e Dalila Di Dio hanno optato per il rito alternativo, ritenendo che quanto acquisito in sede di indagini non fosse sufficiente a sostenere l’accusa in giudizio.

Nonostante la richiesta del Pubblico Ministero di una condanna a due anni di reclusione, l’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste.

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Giudiziaria

Deteneva un fucile a canne mozze, giovane gelese dai domiciliari in carcere

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La Polizia di Gela hanno arrestato un giovane di 25 anni, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Gela per il reato di detenzione di un fucile a canne mozze e ricettazione.

Il ragazzo, condannato con sentenza definitiva, deve scontare la pena residua di un anno, 6 mesi e 13 giorni di reclusione. Era già stato arrestato nell’agosto del 2023 poiché all’interno della sua abitazione deteneva illegalmente un fucile calibro 12 con canne e calcio mozzati, carico e pronto all’uso, provento di furto. L’arrestato, che stava scontando l’originaria pena a 2 anni e 6 mesi in regime di detenzione domiciliare, a causa di diverse violazioni – è stato segnalato per ben due volte per evasione – ha indotto il Tribunale di Sorveglianza di Caltanissetta ad emettere il provvedimento di revoca della detenzione domiciliare, sostituita con la detenzione in carcere.

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Giudiziaria

Incontro di maggioranza,sempre la stessa musica

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Gira e rigira gli argomenti sono sempre quelli: il bilancio stabilmente riequilibrato in primis, la Ghelas da salvare, i cantieri da aprire, i finanziamenti da non perdere, l’unione dei Comuni da far decollare. Tra i temi che non dipendono direttamente dal Comune ci sono la sanità al collasso e i musei chiusi. Anche nell’incontro di maggioranza la musica è stata questa.

Stessa musica per il rimpastino che serve a mantenere impegni presi dal sindaco in campagna elettorale. Un giorno sembra imminente, l’indomani sembra rinviato di molto e poi rinviato ma di poco. Questo – che lo nascondano o no poco importa- è segno di difficoltà politiche e problemi interno che fino ad un certo punto sindaco e maggioranza potranno dire che non esistono. L’unica certezza in tutta questa storia è che per i cittadini il 2025 sarà un anno di lacrime e sangue.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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