La Regione dovrebbe rivedere la decisione di ampliare la discarica di Timpazzo: lo scrive in un’interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore per l’Energia e i servizi di pubblica utilità, il deputato del PD Giuseppe Arancio.Questo il testo dell’interrogazione Premesso che:
la discarica Timpazzo è una piattaforma pubblica gestita dalla ‘Impianti Srr’ controllata dalla SRR 4 CL Sud;
con la deliberazione di Giunta regionale n. 143 dell’1 aprile 2021 “Integrazione impiantistica rifiuti sul territorio regionale” è stata destinata la somma di 15 milioni di euro per l’ampliamento della discarica sita nel territorio di Gela con una capacità di 500 mc;
l’impianto, sorto prima dell’inserimento del territorio di Gela nella rete di aree di ‘Rete Natura 2000’, è dimensionato rispetto alle esigenze del territorio ma il Dipartimento dell’Energia ha autorizzato l’aumento del conferimento di rifiuti portandola dalle iniziali 180 tonnellate/die, in un primo momento a 450 tonnellate/die e, con recente decisione, a 950 tonnellate/ die;
è palese come, a fronte della ennesima emergenza, si intenda scaricare su un territorio fragilissimo l’assenza di una corretta gestione del ciclo dei rifiuti convogliando sull’impianto di Timpazzo la spazzatura di tutta la regione;
considerato che:
la scelta in questione cozza con la vigente normativa in primo luogo perché la collocazione del sito nella “Rete Natura 2000” vieta qualsiasi autorizzazione per ampliamento come disposto dal Piano regionale di gestione del ciclo dei rifiuti, recentemente approvato;
l’aumento della capacità di conferimento, pari al 110%, è ben al di sopra dei limiti previsti dalla normativa speciale che dà alla Regione la possibilità di derogare ai limiti delle discariche per tutto il perdurare dello stato di emergenza epidemiologica in quanto “le capacità autorizzate possono essere aumentate, complessivamente entro il 20 per cento di quella annua e, comunque, nel massimo del 40 per cento, di quella giornaliera”;
il piano di gestione dell’area ha certificato che la discarica di Timpazzo comporta “contaminazione di suolo e falda da percolato”, un notevole “impatto paesaggistico”, tanto da rendere necessario “un intervento di adeguamento”; il territorio di Gela insiste in un’area dichiarata ad alto rischio ambientale che richiederebbe interventi di bonifica e non di ulteriori carichi ambientali;
l’Istituto superiore di sanità ha di recente divulgato la quinta edizione del rapporto ‘Sentieri’ (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) dal quale emerge che, relativamente all’area gelese, “il profilo di salute della popolazione del sito mostra molte criticità: si rileva, infatti, un eccesso di patologie rispetto alla media regionale, quali tumore allo stomaco, al colon, all’apparato respiratorio, con alti profili di mortalità ed ospedalizzazione; malformazioni congenite all’apparato urinario e genitale; si riscontra, inoltre, un eccesso di rischio di patologie neoplastiche in età pediatrica con una incidenza di 3 volte l’atteso; tra i giovani adulti si evidenza un eccesso di rischio per i tumori dell’apparato nervoso centrale; anche le malattie dell’apparato circolatorio e cerebro-vascolari risultano più frequenti del normale”;
ritenuto che:
per quanto sin qui esposto, l’ampliamento della discarica di Timpazzo è gravemente lesiva dell’integrità del territorio e della salute della popolazione.
Per sapere:
se non ritengano di dovere rivedere la decisione di ampliare la discarica di Timpazzo nel territorio di Gela ed anzi riportare ai valori originari la capacità di conferimento della stessa.
L’ amministrazione comunale di Gela, in partenariato con l’Università Kore di Enna, soggetto proponente, Eni e Sicindustria, è stata inserita nella lista dei destinatari di un finanziamento dell’ammontare di 10 milioni di ieri con il progetto S.IN.AP.SI (Sistemi Innovativi Applicati in Sicilia) finalizzato alla nascita di un Polo Tecnologico nell’area ex Asi. Il bando, che risale alla fine del 2021, rientrava tra quelli di competenza del Ministro per il sud e la coesione territoriale e ha visto una grande partecipazione. A fronte delle 270 idee progettuali presentate, soltanto 27 sono state ammesse al finanziamento e quella in partnership con il Comune di Gela è tra queste. Obiettivo di S.IN.AP.SI è invertire la tendenza al progressivo spopolamento della classe giovanile in atto da anni a Gela, con la conseguenza di un costante impoverimento delle competenze e del patrimonio imprenditoriale e professionale, e di un aggravio dei problemi sociali ed occupazionali.
Attraverso il recupero funzionale di uno spazio da destinare alla creazione di un polo tecnologico con matrice imprenditoriale, si doterà la comunità anche di un luogo di aggregazione delle competenze, una vera “incubatrice” di realtà innovative per una società che intende ripartire puntando sulla offerta formativa adeguata alla domanda e sull’erogazione di una formazione specializzata e rispondente alle attuali necessità del tessuto socio economico, con innumerevoli benefici, in primis il contrasto alla migrazione di capitale umano altamente qualificato.
“Era il novembre 2021 quando abbiamo partecipato alla manifestazione d’interesse per la candidatura di progetti volti a creare ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno, rispondendo ad un avviso pubblicato dall’Agenzia per la Coesione territoriale. Abbiamo deciso di partecipare per darci una possibilità e per darla ai nostri concittadini, – ha dichiarato il Sindaco Lucio Greco – mediante la creazione di un polo tecnologico in grado di fornire una offerta formativa adeguata alla domanda della città e del suo tessuto socio – economico – culturale. Per mesi, abbiamo atteso fiduciosi l’esito della presentazione di tale progetto, sicuri di aver fatto del nostro meglio e oggi, alla luce di questa bellissima notizia del finanziamento, un sentito ringraziamento va a quanti si sono spesi non solo per la stesura di tale progetto, ma per presentarlo in tempo. Non è stato un lavoro facile, ma ci abbiamo creduto e abbiamo fatto bene a farlo: vogliamo guardare al futuro con ottimismo!”.
Stamattina si è svolto, davanti la Prefettura di Caltanissetta, un Sit-in dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica di Caltanissetta e di Gela, durante il quale una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto Dott.ssa Chiara Armenia, che ringraziamo per la disponibilità e l’ attenzione dimostrata, alla quale sono stati rappresentati le criticità e le problematiche in cui versano i due Consorzi della nostra provincia. Partendo dalle criticità dei Consorzi di Bonifica. Il 13 giugno scorso si è tenuto l’Attivo Unitario Regionale dei Consorzi di Bonifica della Sicilia che ha messo in luce, nel partecipato dibattito, una serie di discrasie legate a tre temi fondamentali: la mancata riqualificazione di tutto il personale; lo scorrimento delle graduatorie ex art. 60 (turn-over) L. R. 9/2021; situazioni di criticità nei singoli consorzi mandatari e mancato pagamento degli stipendi “Il dibattito ha evidenziato la mancata riqualificazione di tutto il personale – dicono I rappresentanti di Fai Cisl Flai Cgil Filbi Uil rispettivamente Carmelo Cimino Giuseppe Randazzo Giovanni D’Angelo –
bloccata dai Commissari a seguito dell’azione messa in campo dal governo regionale su denuncia di un sindacato dei dirigenti regionali, senza una seria considerazione sul destino professionale dei lavoratori degli attuali Consorzi e senza provare in alcun modo a porre rimedio per i contenziosi in essere o potenziali. Abbiamo messo in campo tutte le possibili opzioni per dare seguito agli accordi presi in Cabina di Regìa riguardo appunto al tema della riqualificazione ma è ora di dire basta. E’ stata evidenziata con forza non solo l’insufficienza delle risorse per il finanziamento del turn-over ex art.60 L.R. 9/2021 ma anche l’assurdità della norma che blocca le assunzioni fino al 31 dicembre 2022 e vanifica l’utilizzo delle poche risorse appostate in bilancio per le assunzioni nel 2022. Come è possibile che nella stessa Legge di bilancio in un articolo vengono inserite le risorse per attuare il turn-over, tra l’altro già iniziato nel 2021, e in un articolo successivo si bloccano tutte le assunzioni. Infatti la nota del dirigente del settore 4 – Infrastrutture, irrigazione ed Enti Vigilati, Dott. Viola è palesemente in contrasto con l’articolo 13 comma 57 della L.R. 13 del 25 maggio 2022. Sono state, altresì evidenziate situazioni di criticità da parte di diversi Consorzi mandatari: il forte indebitamento nei confronti sia di terzi fornitori, sia del personale dipendente, che con continue procedure di pignoramento non permettono il pagamento degli stipendi. Siamo inoltre fortemente preoccupati per ulteriori ritardi determinati dal passaggio dei consorzi dal dipartimento sviluppo rurale al dipartimento agricoltura. A questo si sommano le mancate riqualificazioni che hanno prodotto e continuano a produrre contenziosi con nocumento sia per i lavoratori che per l’amministrazione consortile. Ovviamente il tema del destino dei lavoratori non è il solo punto di caduta della crisi dei Consorzi di Bonifica della Sicilia perché altri fattori frappongono ad una vera riforma che metta fine ai disservizi e alla mancanza di risorse per il loro funzionamento e al pagamento degli stipendi dei lavoratori. Troppe lacune che riguardano le reti di distribuzione, la scarsa manutenzione negli invasi, il mancato introito dei canoni dei consorziati, fanno si che che i Consorzi di Bonifica non riescono a fornire quel servizio che fa la differenza tra una agricoltura competitiva anche riguardo alla qualità dei prodotti in Sicilia. I 31 progetti bocciati dal PNRR mettono fine a quella che poteva essere una stagione di cambiamento per l’agricoltura siciliana e soprattutto per una buona occupazione, finanziando tutte quelle opere Infrastrutturali proprie di un consorzio di bonifica, a servizio dell’agricoltura ma anche di salvaguardia del territorio. Ma mettono fine anche alla politica del Governo regionale che di fatto ha sancito la fine dei Consorzi in Sicilia. E nei tempi supplementari della legislatura vorrebbe approvare un’altra riforma che apparirebbe come una boutade elettorale piuttosto che come un vero riordino dei Consorzi di Bonifica, soprattutto se venisse approvata senza tener conto delle istanze e dei bisogni dei lavoratori e senza un serio confronto con chi i lavoratori li rappresenta. Dopo aver rappresentato il quadro generale abbiamo evidenziato la criticità del Consorzio di Bonifica 5 di Gela che ad oggi a maturato 5 mesi di arretrati nel pagamento dello stipendio creando enormi difficoltà ai lavoratori e alle loro famiglie, molti delle quali monoreddito, che ogni giorno devono affrontare le difficoltà nel poter soddisfare i propri bisogni, affrontare gli aumenti indiscriminati di tutti i beni primari. La situazione del Consorzio di Bonifica di Caltanissetta comincia ad evidenziare difficoltà che fino ad ora, vista la solidità dello stesso, non si erano visti. Infatti siamo a “soli” due mesi di ritardo nei pagamenti. Siamo fortemente preoccupati per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica e In mancanza di risposte serie, da parte del Governo Regionale e in particolar modo dell’Assessorato all’Agricoltura, abbiamo annunciato a S.E. Il Prefetto, saranno attivate le procedure di raffreddamento previste dalla normativa per la proclamazione dello sciopero. In particolar modo se non dovessero portare alla risoluzione dei problemi che hanno creato e creano giornalmente enormi tensioni tra i lavoratori, comunichiamo sin da adesso, che dal 4 luglio si attueranno: blocco degli straordinari, blocco della reperibilità, svolgimento attività lavorativa esclusivamente per le mansioni come da impegno contrattuale con conseguente blocco delle mansioni superiori poiché non riconosciute e non pagate, revoca disponibilità utilizzo del mezzo personale per lo svolgimento dei servizi d’Istituto e proclamazione dello sciopero generale.