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L'occhio del bello

“L’urlo” di Munch, l’arte come profezia sul tempo presente

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Il 23 gennaio del 1944, esattamente 78 anni fa, all’inizio del penultimo anno di guerra nel secondo conflitto mondiale, moriva ad Oslo Edvard Munch. L’artista norvegese è stato un grande testimone del suo tempo, la sua pittura ha esplorato l’essenza delle profondità dell’anima interrogando i pensieri e gli stati d’animo più intensi e oscuri dell’essere umano, in un mondo che cambiava velocemente al ritmo di innovazioni scientifiche e orrori mai visti prima, come appunto quelli delle guerre.

Consegnò all’umanità una delle opere più famose e iconiche di tutti i tempi, “L’urlo”, realizzata in più versioni tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un dipinto che esprime quel senso di sofferenza, paura, incomunicabilità tipico dell’epoca del Fin de siècle, sulla scia delle scoperte freudiane sull’inconscio e le sue interminabili voragini così difficili da esplorare. Un’opera a cui non è difficile associare il senso di spaesamento, rabbia, dolore che proviamo tutti in questo tempo di pandemia, tra privazioni e sacrifici, illusioni e incertezze.

L’arte racconta la storia e ne offre una chiave di lettura autentica, resa tale dalla sensibilità dell’artista. Possiamo solo augurarci che la triste esperienza che stiamo attraversando possa donarci, comunque e nonostante, la capacità di riscoprire la bellezza e la purezza intorno a noi, magari partendo proprio dall’arte, per riaccendere senza retorica le luci della speranza sul nostro presente.

(Nella foto, Edvard Munch, “L’urlo”, 1893, National Gallery, Oslo)

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Con “Il mio tempo” e “Madre” Francesco Savatta protagonista a Firenze della mostra “Artour-o il Must”

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Due opere, realizzate con la tecnica della grafite morbida su carta mm 240×240, per declinare il proprio concetto di “armonia”. Con “Il mio tempo” e “Madre”, Francesco Savatta è uno dei 39 artisti che espongono alla prestigiosa rassegna internazionale “Artour-o il Must”, inaugurata questa settimana a Firenze.

Si tratta della 39º edizione dell’iniziativa. L’artista gelese partecipa nel grande palcoscenico fiorentino, in una delle culle della cultura a livello mondiale: «Un’emozione unica essere qui a vivere una manifestazione di questo spessore», ha detto Savatta.

La mostra, che vanta tra gli altri anche il patrocinio del Ministero della Cultura, sarà visitabile fino al prossimo 23 dicembre. La conferenza stampa di presentazione dell’evento si è svolta a Palazzo Vecchio.

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Il ristorante Sabìa: una scommessa vinta menzionata dal Gambero Rosso

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Un riconoscimento al talento, alla caparbietà, alla capacità imprenditoriale di scommettere su un progetto caratterizzato da una grande passione: quella per la cucina, intesa come esperienza, ricerca, bellezza. Il ristorante Sabìa ha ricevuto la menzione della prestigiosa guida del Gambero rosso, insieme ad altri sei locali della provincia di Caltanissetta.

“Lo chef Totò Catania – scrive il Gambero rosso -, presente nel mondo del catering, con Appeteating, da poco ha iniziato una collaborazione con la famiglia La Rosa, nella gestione del ristorante. La sua è una cucina mediterranea, originale e innovativa, di carne e di pesce, con alcune proposte vegetariane, caratterizzata dalla costante ricerca di equilibrio e armonia tra sapori di terra e di mare”.

Una nota di merito che rafforza la consapevolezza del progetto, una tappa importante che segna al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. Testimoniando, ancora una volta, che anche in città possono esserci esperienze capaci di affermarsi nel panorama nazionale.

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Jack e Lillo “Amici a 4 zampe in corsia”

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Hanno portato sorrisi, allegria e qualche attimo di spensieratezza. Jack e Lillo sono stati i grandi protagonisti di “Teniamoci per la zampa, amici a 4 zampe in corsia”: loro, due esemplari di siberian husky e beagle, hanno donato dolcezza ai pazienti dei reparti di pediatria e oncologia e all’hospice dell’ospedale Vittorio Emanuele. Un’iniziativa ideata dall’associazione Adoces Sicilia Odv “Giuseppe Antonuccio” e condotta in sinergia con l’Asp di Caltanissetta e la direzione sanitaria del presidio ospedaliero locale.

Hanno partecipato e dato il loro contributo anche le associazioni Farc&C e “I bambini luce del mondo”. Uno dei momenti in cui l’ospedale è tornato a riappropriarsi della sua dimensione sociale, come luogo aperto alla città e alle iniziative di sensibilizzazione e cura della persona, a 360 gradi, e non semplicemente della patologia.

Restano tanti i problemi della sanità locale e soprattutto quelli relativi proprio al presidio ospedaliero. Jack e Lillo potrebbero anche rivelarsi non solo le mascotte perfette di una bella iniziativa, ma anche le mascotte perfette per ispirare una riflessione seria (sanitaria, politica, istituzionale) su quanto sia importante avere un ospedale che sappia rispondere a tutte le necessità del paziente. Un ospedale realmente a misura del cittadino.

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