Niscemi – Da che mondo è mondo l’uomo cerca di leggere il futuro. Chi si affida al mondo di Dio e chi guarda all’Aldila’ attraverso l’esoterismo. Pirandello ha codificato questa ‘abitudine’ con il lavoro teatrale ‘a patenti’: il suo protagonista Chiarcaro chiede giustizia, a causa della cattiva fama costruita su di lui.
La sua famiglia s’è rinchiusa in casa, le sue figlie non trovano nessuno che voglia sposarle, lui stesso ha perduto il lavoro e fa la fame. Ma proprio per questo il presunto jettatore vuole che non ci siano più dubbi sulle sue doti di autore di malefici: chi li teme dovrà pagare una piccola somma per evitarli e perché questo non appaia come un’estorsione egli pretende che il giudice gli dia, condannandolo, un attestato, una patente per esercitare legalmente la sua professione di jettatore.
Come il giudice con la sua laurea può esercitare la sua professione così Chiarchiaro potrà scrivere sul suo biglietto da visita: “di professione jettatore” e così, apertamente, potrà far pagare una tassa anti-jella ai superstiziosi
Toto’ ne ha fatto un film di successo.
Il Museo Civico di Niscemi, ieri ha ospitato un convegno per certi versi inconsueto, perché ha toccato il tema di un fenomeno che sembrava archiviato dalla storia. E invece, dai numeri che sono stati presentati, sembra avere ancora un grande seguito.
Sono 13 milioni gli italiani che si recano per un “consulto” dai maghi, che sono ben 155.000, con un giro d’affari annuo stratosferico (circa 8 miliardi di euro). E così l’Unitre di Niscemi, presieduta dall’ins. Mariagrazia D’Agostino, ha pensato bene di organizzare un incontro dal titolo emblematico,Non è vero ma ci credo, nella cui locandina troneggia un indimenticabile Totò vestito da jettatore.
Davanti a una saletta addobbata a tema, con ferri di cavallo, aglio, peperoncino, sale in abbondanza, uccelli imbalsamati e altri oggetti “rituali”, il relatore avv. Giuseppe D’Alessandro, oramai un habitué dei convegni, ha illustrato tutti gli aspetti del fenomeno.
Ma non è stato solo un monotono incontro di dissertazioni storiche e sociologiche, perché ci sono stati anche momenti di giochi di prestigio e persino una semiseria “lettura della mano” ad opera di una “chiromante” improvvisata, la prof.ssa Lorena Mangiapane, che ha anche condotto la serata e assieme al prof. Rosario Spina ha realizzato tre momenti musicali. Nel corso dell’incontro, al quale era presente l’assessore Marianna Avila, anche a nome del sindaco, è stato ricordato “u ziu Roccu”, al secolo Rocco Di Stefano, recentemente scomparso, colonna portante del Museo.
Infine il direttore Franco Mongelli ha fatto gli onori di casa, accogliendo un pubblico numeroso e attento, sempre pronto a partecipare ai numerosissimi eventi che si svolgono al Museo Civico e che in pochi anni e nonostante le dure restrizioni del Covid, hanno raggiunto quasi il numero di 200.
“Non siamo pedine, vogliamo le nostre aule”. É solo uno dei tanti cartelloni esposti questa mattina dagli studenti dell’istituto superiore “Majorana”, che hanno protestato presso l’ingresso della sede centrale di Piano Notaro. Lezioni disertate per alzare la voce contro le difficoltà logistiche generate dal distaccamento di alcune aule al plesso dell’istituto “Morselli”, che comporta diversi disagi alla normale attività didattica.
Una protesta indirizzata principalmente verso il Libero consorzio di Caltanissetta, relativamente alla rimodulazione aule determinata ad agosto che ha assegnato al “Vittorini” alcune aule del “Majorana” e per quest’ultima, invece, è stato deliberato l’utilizzo di classi del “Morselli”. Il tutto con ovvie difficoltà per alunni e docenti, emerse nella protesta di questa mattina.
Una statuetta in terracotta raffigurante una figura femminile velata con indosso una tunica (chitone) e un mantello (himation). E, ancora, coppette, piatti a vernice nera, una lucerna ma anche unguentari in terracotta e qualche moneta.
Sono gli ultimi ritrovamenti della seconda campagna di scavi eseguita in contrada Manca nel territorio di Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, che testimoniano le diverse fasi di frequentazione del vasto complesso rurale scoperto nell’estate del 2020.
Durante i lavori di raddoppio della linea ferroviaria Catania-Palermo, infatti, le indagini archeologiche preventive eseguite da Italferr, sotto la guida della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Caltanissetta, avevano portato alla luce un insediamento rurale di età romana imperiale (I-II secolo d.C.). Gli scavi recenti, dai quali provengono i reperti di pregio emersi negli ultimi giorni, farebbero emergere livelli di frequentazione riconducibili anche alla tarda età ellenistica.
«Le indagini archeologiche preventive rivestono un ruolo straordinario per la tutela dell’immenso patrimonio che ancora oggi resta sconosciuto – afferma l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato –. L’auspicio è che, in tempi brevi, si possa pervenire, grazie anche alla collaborazione con Italferr, alla completa messa in luce dell’importante complesso rurale».
L’insediamento di contrada Manca doveva rappresentare, lungo la vallata segnata dal torrente Belici, un punto di riferimento economico e produttivo molto importante legato allo sfruttamento del suolo.
Alcuni ambienti della villa dovevano svolgere la funzione di magazzini per le derrate oppure di botteghe per attività artigianali e produttive.
Si ipotizza, invece, che uno degli edifici di recente portati alla luce potesse essere destinato a funzione di rappresentanza per le sue caratteristiche architettoniche e costruttive. A pianta quadrangolare con alloggiamenti semicircolari nei quattro angoli, presenta al centro un grande pilastro a base quadrata che forse reggeva una copertura a falde. Un altro edificio che certamente contribuirà a fare chiarezza sull’articolazione è in corso di scavo
Stamattina all’istituto d’istruzione superiore «Emanuele Morselli» è stato proiettato il film «Lo Sbarco» di Jacopo Patierno, opera cinematografica realizzata nell’ambito dell’80° anniversario dell’operazione Husky, ricorrenza alla quale il Comune di Gela ha dedicato una serie di eventi e manifestazioni.
Gli studenti hanno dialogato con l’autore e regista, alla presenza dell’insegnante la referente del progetto, Giuliana Cottone e di alcuni docenti della scuola, ospiti il sindaco, Lucio Greco e l’assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo, Salvatore Incardona.
«Le manifestazioni celebrative sullo sbarco – dice il sindaco – hanno dato ulteriore visibilità alla città. Gela con il suo patrimonio naturale, paesaggistico e soprattutto grazie ai beni culturali, dimostra di essere una città viva e centrale».
Il film ha suscitato l’interesse dei ragazzi, i quali hanno animato un dibattito con gli ospiti presenti e gli insegnanti.
«Lo Sbarco», prodotto da Jacopo Fo srl (Gruppo Atlantide), ha come protagonisti un gruppo di giovani nelle vesti di esploratori della memoria: si immergono nella città alla ricerca di tracce di quel passato, fatti avvenuti nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale. Attraverso le interviste di cittadini e testimoni dell’epoca l’opera indaga sul rapporto tra quell’evento e i temi purtroppo ancora attuali della pace e della guerra.
«I ragazzi – dice l’assessore Incardona – rappresentano il nostro futuro. Sta a noi, istituzioni amministrative, scolastiche, agenzie educative, dar loro gli strumenti necessari per la loro crescita e formazione. Quei fatti ci consegnano un momento storico importante che merita di essere ricordato e studiat