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Politica

Pronta la squadra di Governo. Musumeci ministro per il Sud

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L’ accordo raggiunto stasera tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi  dà il via alla formazione della nuova squadra di governo del centrodestra, che ormai è quasi definita: mancano solo alcuni, gli ultimi incastri. Il mosaico però è praticamente completo, grazie a quello che qualcuno ha già ribattezzato il ‘patto della Scrofa‘, dalla strada dove è stato sancito il patto fra i leader. Berlusconi ha dovuto cedere ancora a Meloni, su Guardasigilli e Mise. Ma avrebbe ottenuto sei posti nel futuro governo: Antonio Tajani vicepremier e ministro degli Esteri, Elisabetta Alberti Casellati alle Riforme, Gilberto Pichetto Fratin al ministero della Transizione Ecologica, Alessandro Cattaneo all’Innovazione tecnologica, Deborah Bergamini alla Pubblica amministrazione e Anna Maria Bernini per l’Università.

Berlusconi ha dovuto rinunciare allo Sviluppo che andràa Giudo Crosetto, ma anche Casellati non è più in corsa come Guardasigilli. Il ministero della Giustizia per Meloni è di Carlo Nordio, non ci sono stati margini di trattativa. In cambio però Forza Italia alla fine della fiera potrebbe incassare 6 ministri: è il numero a cui aspirava Berlusconi, forse anche uno in più, abbastanza per placare i malumori interni. E strappando anche il Mite, che nelle intenzioni di FdI doveva essere accorpato al Mise di Crosetto.

Con Meloni presidente del Consiglio, l’altro vicepremier con Tajani sarà Matteo Salvini, che si prenderà anche il ministero delle Infrastrutture. La Lega avrà poi un altro ministero di peso, l’Economia, che sarà di Giancarlo Giorgetti. Salvini ha ottenuto che questa nomina finisca fuori dal computo dei ministri in quota Carroccio. E così ne dovrebbe ottenere, oltre al suo, altri quattro: all’Agricoltura Gianmarco Centinaio, poi Roberto Calderoli al ministero dell’Autonomia e delle Regioni, Simona Baldassarre alla Disabilità, infine Giuseppe Valditara all’Istruzione.

Restano i ministeri che Meloni ha deciso di tenere per Fratelli d’Italia. Detto di Nordio alla Giustizia e Crosetto al Mise, la Difesa dovrebbe andare ad Adolfo Urso, gli Affari Europei a Raffaele Fitto, il ministero del Mezzogiorno a Nello Musumeci. Meloni avrebbe scelto il fedelissimo Giovanbattista Fazzolari come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre ha voluto anche personalità esterne per completare la sua squadra: il titolare del Viminale sarà quasi certamente il prefetto Matteo Piantedosi, così come il ministero del Lavoro dovrebbe andare a Marina Calderone, presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro. Ecco che la squadra di governo è praticamente completa: manca un nome per la Salute, ma Francesco Rocca – presidente della Croce Rossa Italiana – sembra aver vinto il ballottaggio con Guido Bertolaso. Reclamano un posto anche Daniela Santanchè (dovrebbe avere il Turismo) ed Erika Stefani, le cui quotazioni sono però in discesa. Mentre Maurizio Lupi – unico in quota “Noi Moderati” – è praticamente sicuro di diventare ministro dei Rapporto con il Parlamento.

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Lorefice:”Uso roylties deve essere parziale e transitorio”

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Sul tema delle royalties estrattive, che rappresentano una risorsa cruciale per la città,il senatore Pietro Lorefice ha ribadito la necessità di non perdere di vista il loro scopo originario: lo sviluppo e il recupero del territorio.

“Ben venga una norma transitoria, di carattere eccezionale, per sbloccarne una parte- è l’opinione del sen.Lorefice- ma deve essere una soluzione equilibrata che garantisca anche prospettive di crescita per il futuro. Dal tavolo è emersa una volontà comune: lavorare insieme per salvare la città ed i sui cittadini, mettendo da parte le divisioni e concentrandoci su azioni concrete. Ora spetta a noi dimostrare con i fatti che questo impegno si tradurrà in risultati per la nostra comunità. Gela ed altre città della Sicilia meritano risposte, non promesse.”

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Donegani contrario all’uso delle royalties per ripianare i debiti

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“A Gela governa una coalizione. I parlamentari regionali e nazionali che la sostengono dimostrino il peso politico e la forza dei rispettivi partiti. Noi siamo certi e fiduciosi che riusciranno a raggiungere l’obiettivo.Ma non si utilizzino i soldi dati a Gela come riconoscimento di una penalizzazione subita che ha visto pagare un caro prezzo alla città”: è contrario all’uso delle royalties per uscire dal dissesto- il segretario regionale del movimento PeR Miguel Donegani.


“Le Royalties sono dei gelesi- e devono essere utilizzate come azione risarcitoria. Sono una compensazione che lo stato riconosce alle città ad alto rischio industriale.Si ricorda che c’è un procedimento giudiziario in corso per l’utilizzo improprio delle stesse Royalties che si vorrebbero richiedere.Il salva gela è un’altra cosa. Il salva comuni per favorire il rientro dal dissesto é un altra cosa.La forza dei parlamentari là si dimostri con il peso politico nel portare a gela soldi dello stato e della regione per uscire dal dissesto e non utilizzando i soldi delle famiglie gelesi che hanno pagato un prezzo molto caro in termini di malattie e morti.Talaltro qualcuno ha pensato che sta chiedendo lo svincolo delle Royalties con un procedimento giudiziario in corso proprio sulle stesse Royalties?”

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L’on.Scuvera:”FdI al fianco di Gela,come sempre”

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“Avrei voluto partecipare – dice l’on.Scuvera all’incontro promosso dal sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano, sul tema del Salva Gela, ma impegni istituzionali pregressi mi hanno impedito di essere presente.Desidero comunque ribadire che Fratelli d’Italia, all’opposizione di questa amministrazione di sinistra non si è mai sottratta quando si è trattato di aiutare la nostra città”

“Ricordo che due anni fa, quando l’allora amministrazione comunale ci chiese sostegno per sbloccare le royalties necessarie per evitare l’eventuale dissesto, che poi non si verificò, abbiamo contribuito con una legge proprio per Gela.Anche questa volta non faremo mancare il nostro supporto ai cittadini e alla città. Come ci siamo stati in passato dal ruolo di opposizione, continueremo a esserci oggi e in futuro.”

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