Un passo avanti importante per il settore della cultura e dell’arte, ma anche per lo sport. Ieri il Comitato tecnico scientifico ha dato l’ok alla riapertura degli stadi e degli impianti sportivi all’aperto al 75% della capienza, mentre per i palazzetti e gli altri luoghi al chiuso si passa al 50%. Nei cinema e nei teatri si sale fino alla capienza completa all’aperto e all’80% nei luoghi al chiuso. Ovviamente le percentuali si riferiscono alle zone bianche e ovviamente gli spettatori dovranno essere minuti di green pass per accedere. Giusto così. Specie dopo aver visto piazze colme di gente senza alcun distanziamento per assistere a comizi ed incontri politici, mentre il comparto artistico-sportivo si adattava continuamente a norme stringenti e, spesso, quasi incomprensibili. La cultura, dunque, può scaldare i motori.
A Gela abbiamo archiviato una stagione estiva che, per il secondo anno, ha (ri)trovato nelle Mura Timoleontee il suo luogo nevralgico: concerti, spettacoli teatrali, esibizioni canore e coreutiche. Nel grande palco allestito all’interno di un sito forse unico al mondo, gli eventi hanno trovato modo e forza per resistere nelle due estati della pandemia. Al netto delle incognite sul futuro a breve, medio e lungo termine, la programmazione della stagione autunno-invernale deve procedere dunque anche sul piano delle iniziative culturali.
Gela ha pagato a lungo lo scotto di essere una città di quasi centomila abitanti (tempi che furono) e di non avere un cinema o un teatro. La nostra città non ha più centomila abitanti, perché la crisi economica post riconversione industriale ha avuto i suoi effetti anche dal punto di vista demografico. Ha però il cinema e il teatro, e anzi ha strutture che rivelano caratteristiche d’eccellenza anche per il comprensorio. Nella nuova ricostruzione sociale ed economica post emergenza, già in atto quantomeno nella sua fase programmatica, sarà interessante capire il ruolo che il comparto culturale avrà in città. Quale attenzione gli verrà data dalla classe politico-amministrativa e quale sensibilità e partecipazione ci sarà da parte dei cittadini.
Tanti slogan hanno sempre accompagnato il mondo della cultura, a Gela come in Sicilia. Riscoprirsi una volta per tutte una città appassionata e innamorata della cultura, seguendo i segnali confortanti dell’ultimo decennio, riscoprirsi la città di Eschilo, ad esempio, giusto per fare un nome, potrebbe darci una grande spinta per ripartire bene. Ma bisogna volerlo, perché per chiacchiere e slogan non c’è più tempo. Nemmeno in campagna elettorale.
(Nella foto, un momento del concerto della Banda musicale della Polizia di Stato tenutosi la scorsa settimana proprio alle Mura Timoleontee)