Seguici su:

Sindacale

Sinalp denuncia l’aziendalizzazione, la regionalizzazione e la privatizzazione di quel che rimane del Ssn

Pubblicato

il

Riceviamo e pubblichiamo una nota delle segreterie di Sinalp Sicilia, Zeromolestie Sinalp, AVO Palermo, Rete Sociale Attiva alla Regione.

Palermo -“Il Sistema Sanitario Pubblico Italiano, con scelte politiche, a volte scellerate, continua a sgretolarsi distruggendo quel che rimane del SSN. – hanno scritto le segreterie di Sinalp Sicilia, Zeromolestie Sinalp, AVO Palermo, Rete Sociale Attiva alla Regione-

In Sicilia apprendiamo dai mezzi di stampa che l’attuale Governo Schifani avrebbe preso in considerazione l’idea di premiare i manager delle ASP con aumenti di stipendio e indennità aggiuntive.

Ci chiediamo quali siano i meriti da premiare con un aumento di stipendio, visto che chi è in prima linea, Medici, infermieri, OSS, continuano a fronteggiare turni estenuanti, carenze croniche di personale, aggressioni fisiche e psicologiche, a fronte di retribuzioni spesso non commisurate alla responsabilità e allo stress quotidiano che subiscono.

Riteniamo che il paradosso è evidente, inaccettabile e va chiarito meglio.

Ci permettiamo di far notare che i manager nominati dalla politica, per come avviene nelle grandi imprese, vengono gratificati economicamente, mentre il Sistema Sanitario Nazionale, un tempo orgoglio del nostro Paese, continua a sgretolarsi, vittima, probabilmente, di una politica che ha trasformato gli ospedali in cabine elettorali utili solo a chi fa della politica la sua professione.

Nel frattempo apprendiamo dai mezzi d’informazione che all’ASP di Trapani i pazienti attendono più di nove mesi per conoscere l’esito dei referti istologici, e chiaramente in mancanza di questi esiti non possono curarsi e non sanno qual’è il livello di gravità della loro malattia, e nella provincia di Enna apprendiamo che ben 4.500 pazienti attendono dal 2024 un intervento chirurgico.

Ci chiediamo se queste vite si ritrovano sospese per incompetenza di qualcuno? per arroganza?, per incapacità di dare una giusta programmazione del lavoro da svolgere nelle ASP? per la mancanza di circa il 50% del personale sanitario?.

Per tutto ciò ci è concesso poter pensare che l’elargizione degli aumenti ai dirigenti serva solo a premiare la loro probabile incapacità gestionale?

Pur consapevoli che tale inefficienza gestionale e sanitaria sia il risultato di decenni di riforme Nazionali di fatto distruttive del SSN, ci chiediamo, ma gli Assessori ed i Dirigenti dell’Assessorato alla Salute Siciliano, i Dirigenti delle ASP Siciliane, e i Governi Siciliani, dove erano mentre si verificavano queste vergognose anomalie sulle spalle dei cittadini impossibilitati a potersi curare per l’inefficienza o peggio per l’incapacità del servizio sanitario regionale? Ed oggi si arriva anche a voler premiare chi probabilmente non ha saputo o voluto vigilare?

L’attuale Governo della Regione Siciliana, correttamente, dopo quanto successo, ha ritenuto necessario dare vita ad un’ispezione nelle ASP Siciliane costituendo una speciale Commissione tecnica per l’occasione. Ma di questa ispezione ad oggi non si ha alcuna notizia sul risultato ottenuto e sul suo contenuto.

Nessuno si è posto il problema che a causa dell’aumento dell’invecchiamento che va ad innestarsi a politiche Nazionali di riforma deleterie, oggi la Regione si ritrova senza il capitale umano necessario per sostenere una giusta programmazione della crescita di assistenza sanitaria, ed a causa di ciò riteniamo, e speriamo di sbagliarci, che la medicina di prossimità resterà una chimera.

Le Case e gli ospedali di Comunità, su cui tanto la Regione Siciliana stà puntando, rischiano di restare cattedrali nel deserto per una strutturale mancanza di personale sanitario, e ad oggi è mancato un giusto confronto con le parti sociali affinchè si possa ragionare su soluzioni in grado si risolvere e superare eventuali e probabili disfunzioni.

Su questo fronte è giusto evidenziare che a livello Nazionale nel 2024, gli over 65 rappresentano il 24,3% della popolazione, quindi circa 14,4 milioni di persone, mentre gli over 80 sono il 7,7%, quindi circa 4,5 milioni.

Di questi, ben oltre 11 milioni di over 65 convivono con almeno una malattia cronica, e più di 8 milioni con due o più patologie, e la Sicilia è perfettamente in linea con questi dati e queste percentuali parametrate chiaramente ad una popolazione siciliana di circa 4.9 milioni di persone.

Inoltre, secondo le previsioni ISTAT, entro il 2050 queste percentuali saliranno ulteriormente rispettivamente al 34,5% per gli over 65 e al 13,6% per gli over 80. Ancora non si vuol capire o non si ha la capacità di capire, che stiamo vivendo una trasformazione demografica imponente, che si tradurrà in un aumento esponenziale dei bisogni socio-assistenziali.

Bisogni, questi, grazie a riforme deleterie, passati in second’ordine rispetto all’ormai ambito pareggio di bilancio ed alle economie di scala inseguite dai manager della sanità, e imposti da deleterie riforme che si sono susseguite nel tempo.

E’ giusto evidenziare che la distruzione del SSN inizia con la ormai pluricriticata, ma mai abolita, riforma “Amato” Decr.Lgs. n. 502 del 1992, che ha aziendalizzato le allora USL, trasformandole in Aziende Sanitarie Locali ASL ed in Aziende Ospedaliere AO con autonomia gestionale ed economica.

Questa trasformazione ha introdotto logiche gestionali ed amministrative prettamente aziendali ed imprenditoriali con obiettivo primario di efficienza economica e non più di efficienza sanitaria e tutela, con presidi sanitari, del territorio.

Questa riforma ha dato il via alla mercificazione della sanità, con l’obiettivo prioritario del pareggio di bilancio anziché della salute pubblica degli italiani.

Sempre parlando di riforme distruttive della sanità pubblica, si evidenziano le diseguaglianze regionali e territoriali emerse grazie all’ulteriore picconata che il SSN ha ricevuto dall’assurda Riforma “Bindi” imposta con il Decreto Legislativo n. 229 del 1999 che ha introdotto il Federalismo Sanitario Regionale, sorpassando ideologicamente anche le battaglie della vecchia Lega.

Con questo Decreto, di fatto, scompare la Sanità Nazionale, e viene sostituita da tante Sanità quante sono le Regioni Italiane.

Probabilmente chi ha voluto questa riforma, consapevole di poter scatenare l’indignazione e la rivoluzione dei cittadini italiani per lo scippo subito, con il Decreto ha anche introdotto l’idilliaco “Piano Sanitario Nazionale (PSN)” che avrebbe, secondo i loro fautori” dovuto dettare gli standard minimi da rispettare in tutte le Regioni.

Ma questo PSN nei fatti non ha mai equilibrato le sperequazioni sanitarie esistenti da Regione a Regione, ma probabilmente le ha ulteriormente amplificate, dando vita al vergognoso fenomeno della migrazione sanitaria, che ha costretto i cittadini, in particolare quelli del sud italia, ad emigrare per potersi curare, con un ulteriore aggravio dei costi della sanità pubblica sulle Regioni del Sud e sui loro cittadini.

Altro colpo di ingegno della nostra politica è stato l’approvazione della Legge di Stabilità del 2012 (Monti-Fornero) che ha dato il via alla famosa Spending review ed al blocco del turnover.

Con questa terminologia anglosassone l’allora Governo Monti, dà il via ad un vergognoso taglio di 7 miliardi di euro al SSN in tre anni, costringendo le “Aziende Ospedaliere” al blocco delle assunzioni ed introducendo, di fatto, la regola non scritta che ad ogni 5 pensionamenti si assumesse solo un professionista sanitario.

Questo mancato turnover nel tempo ha generato a sua volta la carenza di personale sanitario ed il conseguente precariato ospedaliero e del burnout a causa dello stress da lavoro a cui vengono sottoposti i sanitari rimasti nel SSN, intuendone probabilmente la chiara volontà della legge Monti di far crescere le strutture sanitarie private.

Nel 2015 nasce la Riforma Madia che dà nuovo impulso all’aziendalizzazione delle strutture ospedaliere, rafforzando i poteri dei Dirigenti Generali di ASP ed Aziende Ospedaliere pubbliche a scapito della “guida” unitaria espressa dal politico di turno a capo dell’Ente.

In tal modo sono state incentivate le disuguaglianze già notevolmente sviluppate tra sistema pubblico e privato, e dando vita alla ormai famigerata frase “chi può paga il privato, chi non può subisce liste d’attesa infinite”

A tal proposito il Dr. Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, il giorno della presentazione del Rapporto Salute ha dichiarato, senza mezzi termini, che i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui Pronto Soccorso affollati, dimostrano che la tenuta del SSN è ormai prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili e per chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate».

Altro aspetto che ancora oggi parecchi importanti esponenti politici e dirigenziali probabilmente non hanno compreso o hanno sottovalutato, è l’importante collaborazione che deve avvenire tra il SSN o Regionale con le Associazioni del terzo settore impegnate nella sanità.

Il Sistema sanitario chiede sempre più spesso la collaborazione di queste associazioni, ma contestualmente i suoi Dirigenti, che ne dovrebbero firmare le convenzioni attuandone le direttive, probabilmente non ne comprendono l’importanza e l’utilità di questa collaborazione nel rispetto dei ruoli.

Già la Legge 833/1978, che ha Istituito del Servizio Sanitario Nazionale, con l’Art. 2 e con l’Art. 45 ha regolamentato la partecipazione delle associazioni e del volontariato nell’attività sanitaria e socio-sanitaria, anche se di fatto da sempre boicottata.

Mentre con il Codice del Terzo Settore, D.Lgs. 117/2017, ma già prima con la legge 266

del 1991, vengono normate con maggior chiarezza e divisione dei ruoli, le attività degli enti del Terzo Settore, comprese le Organizzazioni di Volontariato (ODV).

Gli Articoli chiave della legge del terzo settore riguardano l’Art. 56 che regolamenta la Collaborazione tra ODV e pubbliche amministrazioni, l’Art. 55 che dà il via alla co-programmazione e co-progettazione di attività di interesse generale tra ASP o aziende sanitarie con le Associazioni OdV, mentre l’Art. 57 prevede la concessione di beni pubblici in comodato gratuito alle OdV affinchè possano svolgere al meglio il loro sempre più importante ruolo di collaborazione e partenariato.

Per quanto evidenziato ci auguriamo che i nostri politici, abbiano almeno uno scatto d’orgoglio resistendo alle promesse di incarichi e poltrone, e si ricordino del perchè siano stati eletti.

La politica deve agire non per il bene delle proprie tasche, ma per rappresentare i cittadini, e lottare contro un sistema che da troppo tempo premia l’inefficienza dei soliti noti, e penalizza chi lavora con onestà.

Non possiamo più permetterci di essere complici di una politica che si nutre di clientele e opportunismi, dimenticando i territori ed i cittadini.

La mancanza di una reale rappresentanza territoriale della politica, causata da un sistema elettorale che premia chi è nominato nelle Segreterie Politiche e non chi rappresenta realmente il suo territorio, ha allontanato i cittadini dalla società civile.

Per tutto quanto sopra esposto chiediamo un incontro affinchè dal confronto richiesto si possa trovare una soluzione tecnico/organizzativa, e poter illustrare le proprie conclusioni per non completare la distruzione del SSN che tanto ci veniva invidiato”.

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Flash news

Ugl invita il consiglio a sostenere la delibera sulla Ghelas

Pubblicato

il

In serata, il consiglio comunale di Gela si riunisce per votare il nuovo contratto della Ghelas multiservizi. Il segretario confederale Ugl Andrea Alario e il segretario Ugl terziario Patrizia Abbenanti invitano tutta l’assise civica a sostenere l’atto e a dare stabilità all’azienda e ai lavoratori.

“Per noi, che abbiamo sempre lavorato per assicurare un futuro solido all’azienda, si tratta di un momento decisivo – dicono – riteniamo che tutto il consiglio comunale debba dare un messaggio chiaro, di vicinanza all’azienda, ai lavoratori e alle loro famiglie. Lo stesso vale per l’amministrazione comunale. Fino a oggi, ci siamo sempre confrontati con il management e con i dipendenti Ghelas, con la prospettiva proprio del contratto e della stabilità”.

I sindacalisti Ugl pongono fiducia nell’azione dell’assemblea cittadina. “Siamo certi che ci sarà un voto favorevole – concludono – così, dai prossimi giorni si metterà fine alla lunga stagione delle proroghe, dando programmazione e collocando Ghelas in una fase diversa, pure nel rapporto con il Comune che la controlla per intero. Come organizzazione sindacale, ribadiamo la piena disponibilità a qualsiasi dialogo e confronto”.

Continua a leggere

Flash news

Pericolo da choc termico:la Uil chiede alla Regione ordinanza per lavoratori a rischio

Pubblicato

il

“La Regione Sicilia emani subito l’ordinanza salvavita per le lavoratrici e i lavoratori dei settori, come edilizia e agricoltura, dov’è più alto il rischio di choc termico. Altrove, ad esempio nel Lazio, è già in vigore il provvedimento che vieta pure per quest’anno ogni attività lavorativa in campi, serre e cantieri edili nelle ore di punta delle giornate con allerta per ondate di calore”.
La richiesta arriva dai segretari generali di Feneal-Uil e Uila-Uil Sicilia, Nino Potenza e Nino Marino. Gli esponenti delle due organizzazioni di categoria si rivolgono “al presidente Renato Schifani, cui va dato atto – affermano – di essere stato il primo nella nostra Isola a rispondere il 17 luglio del 2024, dopo anni di battaglie sindacali, al nostro appello e di avere firmato in quella data un primo provvedimento scaduto il 31 agosto che vietava ogni attività lavorativa nei settori agricolo e florovivaistico, edile ed affini in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle 12.30 alle 16.00, nei giorni e nelle aree nelle quali la mappa del rischio segnala un livello di rischio alto”.


“Considerato che le temperature sono già in progressivo aumento – aggiungono Marino e Potenza – ci attendiamo che l’ordinanza della Regione arrivi nelle prossime ore, senza attendere oltre, in considerazione della minaccia rappresentata dall’elevata temperatura, dall’umidità e dalla prolungata esposizione al sole per l’incolumità e la vita di lavoratrici e lavoratori”.
I segretari di Feneal e Uila concludono “ricordando alle imprese come il testo unico sulla salute e la sicurezza dei lavoratori indichi tra gli obblighi del datore di lavoro la valutazione del rischio microclima insieme alle misure di prevenzione e protezione utili a eliminare o limitare le minacce da stress termico”. Marino e Potenza segnalano, peraltro, che le aziende possono richiedere la cassa integrazione guadagni ordinaria nel caso di temperature elevate, anche solo percepite.

Continua a leggere

Sindacale

Sinalp e Rete Sociale Attiva Sicilia denunciano la gestione dei Cantieri sulla A19 Palermo-Catania

Pubblicato

il

Con una nota inviata al Presidente drlla Regione, all’Anas ed agli assessorati competenti il SINALP e Rete Sociale Attiva Sicilia denunciano l’attuale gestione dei Cantieri sulla A19 Palermo-Catania, viabilità in tilt e stagione turistica compromessa.

“La situazione della viabilità sull’autostrada A19 Palermo-Catania, in particolare nei tratti tra Casteldaccia e Bagheria – si legge in una nota delle segreterie regionali- ha raggiunto livelli di sopportazione insostenibili, con cantieri ANAS che stanno causando disagi inaccettabili a cittadini e turisti.

 Percorrere appena 20 chilometri si è trasformato in un’odissea che nemmeno il mitico Ulisse avrebbe mai immaginato.Odissea che può durare anche cinque ore, paralizzando di fatto un’arteria fondamentale per la Sicilia e distruggendo la già fragile stagione turistica palermitana.

Le segnalazioni e le lamentele dei cittadini, delle associazioni e degli operatori economici dell’intera Sicilia si moltiplicano ogni giorno per l’errata gestione dei cantieri stradali autorizzati da ANAS lungo il tratto autostradale A19 Palermo-Catania.Assistiamo giornalmente a code chilometriche, ritardi cronici per lavoratori, pendolari e mezzi di soccorso, con una rabbia crescente tra chi è costretto a subire questa inefficienza.

 L’attuale gestione dei cantieri da parte di ANAS, con chiusure e restringimenti che, di fatto, non tengono in alcun conto delle esigenze del flusso veicolare, sta soffocando la mobilità e l’economia dell’intera Sicilia visto che stiamo parlando della rete autostradale portante dell’intera economia isolana.È inaccettabile, dichiarano il Dr. Andrea Monteleone Segr. Regionale dell’O.S. Sinalp, e l’Avv. Stefania Virga Legale dell’Associazione Consumatori Rete Sociale Attiva Sicilia, che l’ANAS autorizzi e gestisca cantieri in un modo così disorganizzato, probabilmente senza alcuna progettazione e logica che tenga conto di cosa causerebbe ai Siciliani, e senza pensare di autorizzare  interventi programmati in notturna, per accorciare notevolmente i tempi ed i conseguenziali disaggi. 

 L’apertura di cantieri in prossimità delle grandi città siciliane, specialmente in un periodo cruciale come l’inizio della stagione estiva, significa voler distruggere il nostro già fragile sistema economico e troncare sul nascere la crescita economica del comparto turistico, già abbastanza mortificato e vilipeso dalle compagnie aeree che ogni anno in questo periodo aumentano i costi dei biglietti.Si ribadisce, se ancora non fosse chiaro, che l’A19 non è una strada secondaria, ma il principale collegamento tra due delle maggiori città siciliane e un’infrastruttura vitale per il turismo.

Questi disservizi non solo peggiorano la qualità della vita dei residenti, ma scoraggiano i visitatori, con ricadute gravissime su alberghi, ristoranti, tutte le attività economiche che contano sul flusso turistico, e chiaramente sui lavoratori del comparto e dell’indotto.Questo agire ci porta ad assistere impotenti al collasso della viabilità alternativa delle strade provinciali e comunali che risultano sovraccariche, intasate, e con conseguenti ritardi per lavoratori pendolari, mezzi di soccorso e trasporti merci.

La mancanza di percorsi alternativi adeguati, la scarsa comunicazione sulle tempistiche reali dei lavori, il quasi istituzionalizzato sforamento dei tempi di esecuzione dei lavori, e l’assenza di un piano di gestione del traffico efficace, aggravano ulteriormente il problema. Da Siciliani non possiamo più tollerare che un tragitto così breve si trasformi in un calvario quotidiano, né che l’immagine di Palermo come meta turistica venga compromessa da una viabilità bloccata.

Chiediamo all’ANAS un intervento immediato e risolutivo del problema, rivedendo la programmazione dei cantieri e valutando l’ipotesi di sospendere i lavori nei periodi di maggiore afflusso, o di concentrarli nelle ore notturne, laddove tecnicamente possibile. La Regione Siciliana di concerto con l’ANAS hanno l’obbligo morale verso i cittadini di implementare un piano di gestione del traffico efficace con percorsi alternativi ben segnalati e una presenza costante di personale per rendere più fluida la circolazione. 

Viviamo ormai in un mondo digitale ed interconnesso con tutto e tutti, ma lamentiamo ancora la mancanza di una comunicazione trasparente  in grado di informare in tempo reale i cittadini sullo stato dei lavori, sui tempi previsti e sulle eventuali modifiche alla viabilità. 

Infine ci chiediamo come mai l’ANAS in altre Regioni del nord ha mediamente tempi di esecuzione dei lavori più brevi rispetto a quelli impegnati in Sicilia? Ci auguriamo di essere tempestivamente smentiti su questo dato negativo, o quantomeno che ci sia una motivazione oggettiva e non pervicacemente voluta da alcuni a danno dei siciliani. 

Risulta così difficile o peggio impossibile chiedere alle imprese appaltatrici di intensificare gli sforzi per ridurre al minimo la durata dei disagi? Viaggiando in autostrada spesso il cittadino assiste a cantieri deserti o peggio, con un solo operaio che si aggira con fare disorientato e senza sapere cosa fare non è più accettabile.Ci vogliamo rendere conto che la pazienza dei cittadini è esaurita? È tempo che l’ANAS dimostri un maggior senso di responsabilità e rispetto verso i Siciliani visto che anche  chi vive in questa terra  paga le tasse.

Questo agire viola il diritto alla libera circolazione dei cittadini per come recita l’art. 16 Cost. e principi di buona amministrazione per come recita la legge n. 241/1990. Valuteremo ricorsi al TAR e segnalazioni alla Corte dei Conti per danno erariale, oltre ad azioni collettive di risarcimento, e chiediamo ai media di dare voce a questa emergenza e alle autorità di intervenire prima che il danno diventi irreparabile”.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità