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Cucina

Tagliatelle alla Mancini

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Per celebrare l’immensa gioia che la nazionale italiana di calcio ci ha regalato vincendo l’europeo, ho deciso di realizzare un piatto che inserirò nel mio menù ogni mese di luglio.

Non potrei fare diversamente che rendere omaggio al primo artefice di questa storica vittoria, l‘allenatore Roberto Mancini, intitolando il piatto “Tagliatelle alla Mancini”.

I colori protagonisti del piatto sono ovviamente quelli della bandiera italiana. Vi presento dunque delle tagliatelle fresche al pesto di basilico, su salsa di peperoni rossi all’arrabbiata e burrata affumicata. Andiamo con ordine. Verde: mettete nel frullatore un mazzetto di basilico profumatissimo ben lavato ed asciugato, una punta d’aglio, qualche cucchiaio di parmigiano grattugiato, una manciata di pinoli, un pizzico di sale ed una generosa dose di olio extravergine d’oliva fragrante, frullate il tutto ed ecco pronto il vostro pesto.

Bianco: affumicate in maniera artigianale una burratina con l’apposito strumento, se ne siete sforniti procuratevi direttamente una burrata affumicata, ormai si trovano comunemente.

Rosso: tuffate dei peperoni rossi tagliati a tocchetti e dei pelati di pomodoro in un soffritto di cipolla e peperoncino rosso piccante, se serve aggiungete un goccio d’acqua dopo la prima rosolatura, salate, pepate e dopo una mezz’oretta di cottura frullate il tutto.

Non resta che impiattare. Saltate le tagliatelle cotte al dente col pesto, sul fondo del piatto versate la salsa ai peperoni all’arrabbiata, ponete il nido di tagliatelle aiutandovi con un mestolo al centro del piatto e disponete la burratina affumicata sopra il nido.

Un tripudio tricolore. Viva l’Italia!

Chef Totò Catania

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Lo chef Totò Catania propone: Pizza e digeribilità

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Le mode food-social ci bombardano sempre più di pizze lievitate e maturate per 70.000 ore volendo propinarci una migliore digeribilità. Ma è davvero così? Facciamo un po’ chiarezza sull’argomento, perché la cucina è pur sempre una scienza e non una religione di credenze. Il fulcro della digeribilità di una pizza è la cottura. Infatti, se ci fate caso, se prendiamo ad esempio le torte che vengono realizzate senza un tempo di lievitazione, se ben cotte non danno nessun problema di digeribilità.

La digeribilità dipende da come il nostro copro digerisce le proteine e soprattutto gli amidi, perché l’amido crudo non viene aggredito dai nostri enzimi per la digestione. La cottura denatura le proteine rendendole più facili da assimilare ma soprattutto modifica lo stato degli amidi che gelatinizzano diventando così digeribili. Il problema principale di una pizza indigesta dunque sono quelle variabili che possono inficiare la cottura. In primis una temperatura ed un tempo di cottura inadeguati.

Anche un condimento troppo corposo che tiene la pizza più umida potrebbe rallentare una adeguata cottura. Un bravo pizzaiolo conosce a menadito la temperatura del proprio forno, il tempo di cottura del proprio impasto e la lavorazione corretta manipolazione che la pizza deve ricevere. Abbiamo tanti bravi pizzaioli sul nostro territorio, fidatevi di loro e diffidate dai fenomeni del web che si improvvisano solo per acchiappare qualche click.

Chef Totò Catania

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Lo chef Totò Catania propone: Paccheri fritti all’amatriciana

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Oggi useremo la pasta ma non per fare un primo piatto bensì un aperitivo super sfizioso da accompagnare al vostro cocktail preferito. Partiamo lessando dei paccheri che dovranno essere cotti al dente, scoliamoli e raffreddiamo con dell’acqua fredda, poi asciughiamo e teniamo da parte. Tagliamo abbondante guanciale a striscioline dopo aver eliminato la cotenna e lasciamolo sudare in padella antiaderente senza aggiungere altri grassi.

Facciamo dorare il guanciale e quando risulterà ben croccante togliamolo dal grasso e lasciatelo intiepidire, andrà poi tagliato a coltello finemente. Nel grasso del guanciale tuffate dei pelati di pomodoro, un pizzico di sale ed uno di pepe e tirate un bel sughetto ben stretto. Non ci resta che comporre la farcia amatriciana. Aggiungere al pomodoro il guanciale croccante, il pecorino grattugiato e il pangrattato.

Formaggio e pane dovranno essere abbondanti e in grado di assorbire il sugo arrivando ad una consistenza pastosa. Mettete tutto in sache-a-poche e farcite i paccheri. Passate i paccheri nella farina, poi nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato chiudendo con la panatura tutti i lati. Portate a temperatura di circa 170 gradi dell’olio di arachidi e friggete in immersione i vostri paccheri panati fino a doratura. Vi assicuro che non esiste al mondo aperitivo più godurioso.

Chef Totò Catania

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Lo chef Totò Catania propone la terrina di salmone affumicato

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Un bell’antipasto freddo è proprio quello che ci vuole per combattere il caldo torrido di queste settimane. Lessate delle patate ed una volta cotte pelatele e schiacciatele. Condiamo le patate con sale, pepe nero, aneto e prezzemolo tritati, un paio di cucchiai di capperi sotto aceto, delle generose cucchiaiate di maionese e qualche fettina di salmone affumicato tritato finemente. In una terrina dalla forma rettangolare applicate della pellicola alimentare e foderate il fondo e i lati con delle fettine di salmone affumicato senza lasciare spazi, mettete il composto di patate e richiudete il bauletto con dell’altro salmone affumicato. Sformate la terrina di salmone e il gioco è fatto, da tagliare a fette spesse e da servire con una buona insalata e del pane tostato. Buon appetito!

Chef Totò Catania

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