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Cronaca

Truffa aggravata: confiscati beni per 100 mila euro

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Enna – I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito nei giorni scorsi due provvedimenti di confisca definitiva di beni e denaro, per un valore complessivo di circa 100 mila euro, in quanto profitto del reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di contributi pubblici destinati al comparto agricolo ed erogati dall’AG.E.A. – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, commessi da due imprenditori agricoli.

Il primo provvedimento di confisca, giunto al termine di una articolata vicenda giudiziaria partita dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Enna, riguarda il titolare di un’azienda agricola e di allevamento animali di Capizzi (Me), il quale, allo scopo di incassare indebitamente contributi comunitari elargiti dall’Unione Europea, ha stipulato una serie di falsi contratti di affitto relativi a fondi rustici ubicati nel territorio della provincia ennese.

L’imprenditore, infatti, era stato dapprima condannato in primo grado dal Tribunale di Enna alla pena di sei mesi di reclusione per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; la condanna era stata, quindi, confermata dalla Corte di Appello durante il secondo grado di giudizio, ma in seguito annullata dalla Suprema Corte di Cassazione a causa dell’intervenuta prescrizione, che tuttavia, pur estinguendo il reato, non ha impedito la confisca definitiva del relativo indebito profitto conseguito dall’agricoltore, già a suo tempo messo al sicuro dai Finanzieri attraverso il sequestro di beni e denaro per un valore equivalente.

Sono stati confiscati cinque fondi agricoli, estesi per oltre 40 ettari, nonché titoli e somme di denaro depositati in conti bancari, per un valore complessivo di circa 75 mila euro, pari all’ammontare dei contributi indebitamente percepiti.

Nel secondo caso, che ha riguardato una donna titolare di un’azienda agricola di Troina (En), sono stati i militari della Tenenza di Nicosia a denunciarla all’Autorità Giudiziaria al termine di una approfondita indagine che ha portato alla luce una serie di false certificazioni attestanti il possesso di vasti terreni, presentate all’AG.E.A. per ottenere illecitamente contributi anche in tal caso finanziati con fondi della politica agricola comune (PAC) dell’Unione Europea.

Anche la donna in questione, imputata per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, è stata condannata in primo grado alla pena di un anno e sei mesi di reclusione, con sentenza pronunciata dal Tribunale di Enna, poi confermata dalla Corte di Appello di Caltanissetta, con la quale era stata disposta la confisca del profitto del reato. Il successivo ricorso alla Corte di Cassazione, dichiarato inammissibile, ha sancito pertanto la definitiva condanna dell’imputata e la confisca di un immobile a destinazione produttiva, del valore di circa 25 mila euro, già a suo tempo sottoposto a sequestro dalle Fiamme Gialle per ordine del Giudice per le indagini preliminari.

Tutti i beni e le somme di denaro confiscati sono, quindi, definitivamente transitati nel patrimonio dello Stato, che potrà ora destinarli ad un effettivo riutilizzo sociale, a conferma dell’incessante impegno della Guardia di Finanza e dell’Autorità Giudiziaria a tutela del corretto impiego dei finanziamenti pubblici che aiutano la crescita produttiva e occupazionale del Paese, contrastando chi si arricchisce illecitamente a spese della collettività.

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Cronaca

Aggressione in via Zama, i carabinieri denunciano un minorenne

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Ragusa – I Carabinieri della Stazione di Ragusa Principale hanno denunciato per lesioni personali aggravate un minorenne di origini tunisine che ha aggredito un 52enne ragusano per futili motivi in via Teocrito, nel parcheggio adiacente l’autostazione di piazzale Zama.

Stava tranquillamente passeggiando con i suoi cani al mattino, quando ha intrapreso una discussione con due giovani ragazzi di origine nordafricana che ancora non si erano recati a scuola. La situazione è improvvisamente degenerata e ne è scaturita un’aggressione da parte di uno dei due minorenni che, impossessatosi di un dissuasore di parcheggio in metallo che era a terra, lo ha scagliato nei confronti dell’uomo colpendolo violentemente all’altezza del gomito.

Grazie alle indicazioni fornite da alcuni testimoni e alle riprese delle telecamere di videosorveglianza presenti, i Carabinieri intervenuti sul posto hanno subito concentrato le ricerche degli aggressori nei più vicini istituti scolastici. Nel corso degli accertamenti presso uno di questi, si presentavano spontaneamente due ragazzi che riferivano di essere stati coinvolti nei fatti accaduti qualche ora prima. Pertanto i Carabinieri, una volta apprese le dichiarazioni ed esaminata la dinamica dei fatti, hanno deferito in stato di libertà uno dei due 17enni alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania.

Il 52enne aggredito, trasportato immediatamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni Paolo II, ha ricevuto una prognosi di 30 giorni ed è stato successivamente ricoverato presso il reparto di ortopedia.

In virtù del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta alle indagini sarà definitiva solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.

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Antidroga, documentate 772 cessioni di cocaina. Tra i clienti, numerosi professionisti della “Gela bene”

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Dopo i cinque arresti del 13 novembre scorso (tre in carcere e due ai domiciliari), per porto e detenzione illegale di armi da guerra, oggi la Polizia del locale commissariato ha eseguito un ulteriore blitz nei confronti di altre 13 soggetti in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari (nove in carcere, tre agli arresti domiciliari, e una misura non custodiale), per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furti e ricettazione.

Le porte del carcere si sono aperte per Giuseppe Emanuele Di Noto, 39 anni; Gaetano Incorvaia, 26; Giuseppe Schembri, 43; Carmelo Ascia, 25; Diego Rinella, 36 anni; Alessandro Peritore, 34; Arnaldo Peritore, 22; Nicolò Morello, 40 e Giovanni Rinzivillo, 36 anni. Arresti domiciliari per Gemma Iapichello, 43 anni; Amedeo Petralia, 24 ed Alessio Cauchi, 22 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Nicolò Fulco, 41 anni.

L’attività investigativa, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica, retta da Salvatore Vella, è stata delegata al personale del Commissariato di Polizia ed è stata svolta attraverso l’uso di sistemi di videosorveglianza, intercettazioni telefoniche, ambientali, attività di controllo, osservazione e pedinamento. Le indagini, ottimamente svolte dalla Polizia, hanno consentito di accertare un’articolata attività di traffico e spaccio di cocaina, hashish e marijuana a Gela, tra giugno 2022 e gennaio 2023, oltre alla disponibilità di armi e il compimento di diversi reati predatori, anche violenti, da parte degli indagati. Nel corso delle indagini, i poliziotti hanno documentato 772 cessioni di cocaina, effettuato diversi sequestri della sostanza stupefacente a riscontro dell’attività, ed eseguito tre arresti in flagranza di reato. Lo spaccio delle dosi di cocaina, in alcuni casi, avveniva sotto il domicilio dello spacciatore; in altri casi, invece, con la consegna della droga a domicilio, anche a professionisti gelesi, disposti a pagare somme fino a 500 euro per le dosi di cocaina acquistate. Sono stati, inoltre, accertati diversi reati commessi da alcuni degli odierni indagati, quali furti in abitazione e ricettazione. Tra i reati commessi sono state contestate precise responsabilità anche in ordine al furto di un Fiat Ducato di proprietà del comune di Gela; al furto di detersivi asportati da un deposito di un commerciante di Gela, del valore di circa 3.600 euro, la refurtiva veniva successivamente acquistata e venduta al dettaglio da un altro commerciante gelese (indagato), nel suo esercizio commerciale che era ben consapevole che si trattava di merce rubata e di un furto in abitazione. In quest’ultimo caso uno degli indagati avrebbe pianificato, e fatto realizzare da tre complici, il furto nell’abitazione della propria fidanzata, approfittando dell’assenza dei genitori di quest’ultima, dando indicazioni ai sodali di dove si trovassero i gioielli e gli altri beni di valore da rubare. L’applicazione delle misure cautelari è stata eseguita dal personale del Commissariato di Gela, diretto da Felice Puzzo, con l’ausilio di personale della Squadra Mobile di Caltanissetta, del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato di Palermo e di unità cinofile della Polizia.

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Arrestate 4 persone nell’ennese

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Enna – Stamattina, a seguito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, la Polizia ha eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. di Caltanissetta, nei confronti del presunto referente dell’articolazione mafiosa operante nel territorio di Agira e di altre tre persone ritenute vicine .

L’attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, e condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di P.S. di Leonforte, ha consentito di raccogliere gravi indizi in ordine al tentativo – da parte di un soggetto già condannato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso – di riprendere il controllo del territorio di Agira, avvalendosi di un riconosciuto prestigio mafioso, appoggiandosi alla locale manovalanza e cercando di coltivare i rapporti associativi con personaggi della stessa o di altre organizzazioni attive nei territori vicini.

Numerosi i reati – tipici della cosiddetta “mafia rurale” – per i quali il giudice ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria, tra i quali associazione per delinquere di stampo mafioso estorsione, furto, danneggiamento seguito da incendio, commessi mediante un sistematico ricorso alla violenza e all’intimidazione per imporre il proprio volere nella gestione dei pascoli e dei terreni.

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