Questa la riflessione del segretario regionale di PeR Miguel Donegani sul risultato dei referendum:


“Gli esiti della consultazione referendaria appena conclusasi impongono alcune riflessioni. Il risultato è stato a dir poco deludente ed al di sotto delle aspettative, perlomeno per gli organizzatori e promotori; chi invece è abituato a leggere le dinamiche delle vicende politiche sono certo che non sarà rimasto sorpreso dalla bassissima affluenza alle urne. Noi abbiamo sostenuto la campagna referendaria, cercando di sensibilizzare gli elettori e spiegando, con i nostri canali, le ragioni del sostegno al SI per tutti i cinque quesiti, proprio perchè ne condividevamo lo spirito; ma la disfatta, perchè di questo si parla, era nell’aria ed ampiamente prevedibile.Qualunque competizione referendaria si traduce in un voto che è prettamente politico e che spesso finisce col prescindere quasi del tutto dal merito dei temi oggetto degli stessi quesiti; ciò è sempre accaduto, basti pensare al referendum sulla riforma costituzionale voluta da Renzi, che portò alla fine della sua esperienza di governo”.
“Anche in questo caso, la bassissima affluenza alle urne non può che essere letta come una risposta negativa, oserei dire una vera “bocciatura”, nei confronti delle forze politiche promotrici del referendum e, più in generale, di quelle che l’hanno apertamente sostenuto: mi riferisco, purtroppo, all’intera compagine di centro-sinistra. Ma se la disfatta non può che essere di tutti (nessuno escluso, compreso chi scrive), è chiaro che le colpe maggiori vanno ascritte a quelle forze politiche che negli ultimi anni hanno continuato a proporre un modello di politica che non rispecchia minimamente le aspettative dell’elettorato di riferimento; ciò è chiaramente dovuto al fatto che le forze politiche di centro-sinistra hanno smesso di proporre una visione di società riformista e progressista che possa affrontare, nei fatti e non a parole, le numerose ingiustizie sociali; se si pensa a mettere in campo strategie ed alchimie esclusivamente elettorali, si perde ogni forma di credibilità e di appeal nei confronti dei nostri elettori. Noi da sempre abbiamo preferito, anche a costo di correre da soli, discutere di temi, avanzare proposte, non barattando mai la nostra coerenza e la nostra credibilità. In definitiva, facciamo tutti autocritica, ma il mio auspicio è che si tragga insegnamento dal risultato della competizione referendaria, per dare una svolta credibile all’azione di tutte le forze politiche riformiste e progressiste”