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Politica

Approvato all’Ars il veto agli incarichi a sei mesi dalla fine del mandato del Governatore

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Via libera all’emendamento che congela nomine e incarichi di competenza del governo a sei mesi dalla fine del mandato quindi nel periodo della campagna elettorale. Stop alle nomine, designazioni e conferimenti di incarichi negli ultimi sei mesi della legislatura  da parte del presidente della Regione e dei suoi assessori in organi dell’amministrazione regionale o in enti e aziende controllati dalla Regione.
È questo in sintesi il succo di un emendamento aggiuntivo approvato oggi in aula,  sottoscritto dal M5S  e dagli esponenti di numerose altre forze politiche che si applica a partire dall’ok alla legge. “Si tratta  – commenta il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola – di una norma certamente di buon senso, che mira ad affrancare gli ultimi mesi di campagna elettorale da pericolose tentazioni che rischierebbero di avvelenare il clima politico in vista del rinnovo del Parlamento regionale”.
“Stigmatizziamo – conclude Di Paola – l’atteggiamento tenuto in aula dall’assessore Cordaro nei confronti della presidenza e del segretario generale”.

Una seduta ‘agitata’ che viene salutata con favore anche dal gruppo politico del Presidente. «Pur con perplessità circa l’ammissibilità e la costituzionalità dell’emendamento che blocca le nomine, è tuttavia palese e incontrovertibile che si tratta di una norma che certifica in maniera inequivocabile, anche da parte dell’opposizione, il buon lavoro svolto dal governo Musumeci nella scelta dei soggetti preposti alla gestione degli enti pubblici regionali». Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima.

“Abbiamo sostenuto la norma che impone lo stop alle nomine da parte del governo regionale in enti, aziende e società controllate e partecipate nei 180 che precedono le elezioni”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars, a proposito dell’emendamento approvato oggi dall’aula “norme in materia di nomine ed incarichi di competenza del governo della Regione”.
“È una norma di buon senso – aggiunge Lupo – che impedisce nomine ad hoc in piena campagna elettorale permettendo il buon andamento della gestione amministrativa regionale”.

 

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Depositato l’atto di appello di Nadia Gnoffo contro Paolo Cafà per il seggio in consiglio

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La battaglia giudiziaria per l’ultimo seggio in consiglio comunale si arricchisce di un nuovo capitolo.

L’ultimo è stato quello della sentenza favorevole a Paolo Cafá primo dei non eletti nella lista di PeR contro la consigliera Grazia Cosentino che ha proposto Appello.La proma udienza settembre.

Ora c’è l’azione di Forza Italia che rivendica quel seggio. Cafá dovrà vedersela con Nadia Gnoffo prima dei non eletti in Forza Italia. È stato notificato ieri l’atto di appello a firma degli avvocati Riccardo Balsamo, Michele e Sandra Lupo o per la modifica della sentenza nella parte in cui il seggio viene assegnato erroneamente – secondo la tesi sostenuta- a Paolo Cafa

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L’ex sindaco:”la politica che calpesta i valori per piccoli interessi di parte è destinata a fallire miseramente”

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L’ex sindaco Lucio Greco interviene sullo scontro tra capigruppo di Pd e M5s.

“Non posso non nascondere il mio rammarico e la mia preoccupazione per la brutta piega che sta prendendo il dibattito politico nella nostra città. La delicatezza e le difficoltà del momento che stiamo vivendo- dice Lucio Greco – richiederebbero consapevolezza, senso di responsabilità e maturità. So bene che la politica è fatta di scontri anche aspri, ma so altrettanto bene che la sua azione implica, comunque, pure la morale. Non si può pertanto imbarbarire il dibattito politico con dichiarazioni gravi ed offensive che ledono la dignità delle persone, siano essi avversari o addirittura alleati. Dobbiamo comprendere che, al di sotto di un certo livello di decenza, la questione non è più solo morale, ma diviene politica, perché mina le istituzioni e tutti gli aspetti della vita associata. Si possono sicuramente criticare le posizioni degli altri esponenti politici, ma non si può, così come ha fatto il consigliere dei cinque stelle, mettere in discussione la dignità delle persone. Per questo condanno fermamente e severamente l’attacco scomposto verso il consigliere Orlando di cui, pur essendo lontano dal punto di vista ideologico, ne riconosco sobrietà e qualità umane sicuramente apprezzabili”

” Mi auguro solo, per il bene della città, una levata di scudi da parte di tutte le forze politiche che, indipendentemente dalla propria appartenenza, facciano sentire il loro netto e chiaro dissenso verso questo di modo di concepire il confronto democratico. Una politica che calpesta i valori e la morale, solo per inseguire piccoli e miseri interessi di parte, e’ destinata a fallire miseramente. Un lusso, questo, che noi cittadini gelesi non ci possiamo permettere” – conclude

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Salta il tappo sulla storiella della maggioranza che va d’amore e d’accordo

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Quando il tappo della bottiglia salta, lo fa di brutto. La gestione del gruzzoletto da 300 mila euro giunto dalla Regione per turismo ed eventi ha creato un pandemonio dopo la nomina del direttore artistico.

Gaetano Orlando ha lamentato che quella gestione é appannaggio solo di un partito, Francesco Castellana lo ha accusato di delirio politico. L’opposizione ha censurato j toni usati da Castellana dando solidarietà ad Orlando.Anche il PD lo ha fatto ma insieme all’invito ad abbassare i toni dello scontro.Il sindaco ha minacciato di azzerare la giunta. Lo scontro tra due capigruppo di Pd e M5s Gaetano Orlando e Francesco Castellana va oltre l’episodio in sè. Dimostra quello che si è sempre saputo e cioè che la maggioranza compatta che va d’amore e d’accordo, che non litiga perché è tutta proiettata ad occuparsi del bene della città è solo una storiella che per un anno è stata tenuta in vita dalla determinazione del sindaco Di Stefano.

È durata molto secondo gli standard della politica locale. Poi Di Stefano non è riuscito a controllare i suoi. Ed è venuto fuori quello che si è visto: nella maggioranza serpeggiano nervosismo e malumore. E più si avvicinano le Regionali peggio sarà e molto meno il sindaco riuscirà a frenare le esternazioni bellicose dei suoi prodi

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