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Asili nido,ci sono i fondi e la Cgil sollecita i Comuni a non sprecare l’occasione

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Alla luce del decreto 51 pubblicato il 17 marzo 2025 e relativo Avviso Pubblico dal Ministero dell’Istruzione e del Merito , gli Enti Locali entro il prossimo 3Aprile 2025 sono chiamati a registrare l’adesione alla manifestazione di interesse per il nuovo Piano di Interventi per asili nido nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1
Si tratta di uno stanziamento derivante dello spostamento dei finanziamenti di alcuni investimenti del PNRR a titolarità del Ministero dell’Istruzione e del Merito previsti in sede di revisione dell’8 dicembre 2023 e del 7 maggio 2024.
Una diversa allocazione di risorse riconosciuta dalla Commissione europea al MIM in sede di revisione del Piano a seguito degli incrementi di prezzi.
Ne sono destinatari 1822 Comuni e in Sicilia possono essere finanziati 5.712 posti facendo riferimento per la relativa partecipazione a due specifici criteri: il mancato raggiungimento ad oggi del 33% di posti nido da garantire entro il 2027 quale livello essenziale della prestazione; la presenza di una popolazione residente di almeno 45 bambine/i tra 0 e 2 anni; con la
possibilità per i comuni che non raggiungano singolarmente questo requisito di aggregarsi in convenzione con comuni limitrofi al fine di raggiungere il requisito stesso
Per la provincia di Caltanissetta sono stati previsti 452 posti per un totale di €9.264.000 cosi ripartiti:
Caltanissetta n. 108( € 2592.000), Butera n. 24 (€ 576.000), Delia n. 24 ( € 576.000), Mazzarino n. 42(€ 1008.000),Milena n. 24( €576.000), Niscemi n. 42( €1008.000), Riesi n. 42( € 1008.000), San Cataldo n. 42( € 1008.000), S. Caterina Villarmosa n. 24(€ 576.00), Serradifalco n. 28( € 672.00), Sommatino n. 28 ( € 672.000), Vallelunga Pratameno n. 24 ( € 576.000);
“Di certo non sfugge ad alcuno l’importanza di raggiungere in ciascun territorio gli obiettivi assegnati tanto nell’interesse dei bambini quanto delle donne che potrebbero fruire di un servizio così importante che vede disparità di diritti tra i bambini e le famiglie del Sud rispetto al Nord del nostro Paese con una condizione ancora più svantaggiata per le aree interne Gli asili si configurano come diritti dei bambini oltre al fatto che il potenziamento dell’offerta di nidi andrebbe a creare opportunità di lavoro con profili professionali di qualità.
Abbiamo pertanto inviato a ciascun comune una nota di riscontro in merito a quanto metteranno in essere per raggiungere l’obiettivo di ciascun territorio e per sollecitare l’attività dei Comuni interessati al fine di non vedere sprecata un occasione così importante per il nostro territorio”- dice la segretaria della Cgil Rosanna Moncada

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Cresce l’indice di vecchiaia in Sicilia ma non l’attenzione per la terza età

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“L’indice di vecchiaia in Sicilia è passato negli ultimi vent’anni dal 107.6 al 184.3 per cento, ma non sono altrettanto cresciuti attenzioni e servizi per anziane e anziani di questa Isola mentre il loro reddito è del 20 per cento più basso che nel resto d’Italia. C’è un ritardo da colmare, un disagio da affrontare. E un futuro da costruire con lungimiranza! Rilanciamo oggi la negoziazione sociale nei territori, con tavoli di confronto con le amministrazioni pubbliche a ogni livello su welfare inclusivo, contrasto alla povertà, tutela della salute e accesso alle cure”.


È l’appello lanciato dai segretari generali regionali di Spi Cgil-Fnp Cisl-Uil Pensionati Maria Concetta Balistreri, Rosaria Aquilone e Claudio Barone che stamattina (venerdì 25) hanno riunito a Catania gli Esecutivi unitari delle tre organizzazioni sindacali. “Territorio, comunità, welfare: le sfide dei pensionati siciliani”, il tema della riunione.
Balistreri, Aquilone e Barone affermano: “Come ha certificato l’ultimo bilancio sociale dell’Inps, le pensioni qui sono parecchio inferiori rispetto alla media nazionale. Questo contesto diventa drammatico perché con risorse così risicate è necessario fare fronte a esigenze, anche le più elementari e fondamentali, che oggi non sono più garantite da un’adeguata rete pubblica di prestazioni sociali. Invecchiamento della popolazione, inverno demografico e redditi da pensione più bassi che nel resto d’Italia stanno trasformando profondamente la società siciliana aumentando il rischio di fragilità delle persone anziane”.


“I pensionati siciliani rischiano di essere condannati – aggiungono gli esponenti sindacali – alla marginalità e all’esclusione sociale. Hanno, invece, diritto a condizioni di vita migliore e non devono essere disperse le risorse disponibili. Hanno diritto, ad esempio, a un welfare che li possa garantire. Basti pensare al sistema sanitario, che certo non si può più definire universale e che presenta paradossi come quello di Trapani dove il tempo di attesa per la consegna degli esiti di esami istologici andava ben oltre i dodici mesi”. “E’ notizia di queste ore che la Regione potrà modificare nel proprio territorio le aliquote di alcuni tributi prevedendo anche esenzioni, detrazioni, deduzioni e questo sulla carta è positivo, ma vogliamo evitare che si riveli un’altra illusione. Appena pubblicata la legge, chiediamo sin d’ora un confronto con il Governo regionale e l’Anci per capire se e come sia possibile diminuire la pressione fiscale a carico di anziani e soggetti fragili”.
I segretari di Spi, Fnp e UilP Sicilia concludono: “Assicurare agli anziani e alle fasce deboli della società una vita migliore e qualitativamente accettabile è un nostro impegno. Per questo dobbiamo essere incisivi e propositivi con le istituzioni, a tutti i livelli, sollecitandole perché diano attuazione a progetti sociali inclusivi che rendano efficiente il sistema sociosanitario, affiancandole nei processi di progettazione e decisione sulla configurazione dei sistemi, evitando di disperdere le risorse disponibili. Riteniamo fondamentale il confronto costante per esercitare in maniera compiuta e partecipativa il nostro ruolo sindacale”.

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Respinta proposta Cgil di anticipare orario di lavoro degli operatori ecologici

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La Cgil esprime il più profondo rammarico e la ferma opposizione alla risposta da parte della SRR SUD alla richiesta avanzata dal sindacato di anticipare l’orario di servizio di raccolta rifiuti dalle 6.00 alle 5.00 a causa delle alte temperature registrate in questi mesi estivi e limitatamente ai mesi di Luglio e Agosto .
La SRR SUD a firma dell ‘ Amministratore Unico , l ingegnere Giovanna Picone ha informato che la società non dispone delle relative risorse finanziarie perché non fissate con i Comuni nei relativi contratti di adozione e pertanto può solo accogliere la richiesta dei lavoratori solo a fronte della manifestata rinuncia degli stessi del riconoscimento economico connesso all’ora di notturno, (peraltro previsto dal contratto collettivo nazionale applicato.)
“Da parte nostra- sostiene la segretaria Moncada- sosteniamo la necessità di adottare misure urgenti a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, esposti a rischi elevati a causa delle temperature torride e l’anticipo dell’orario di raccolta rappresenta senza dubbio una misura opportuna, ma è impensabile che il costo di tale sicurezza ricada unicamente sulle spalle dei lavoratori, privandoli di diritti acquisiti e legittimi compensi.Il lavoro di raccolta rifiuti è intrinsecamente gravoso e i turni notturni o in orari disagiati sono da sempre riconosciuti e compensati con maggiorazioni salariali. Tali maggiorazioni non sono un “extra”, ma parte integrante della retribuzione, un riconoscimento della maggiore fatica e del disagio connesso a queste fasce orarie. Proporre la loro eliminazione in un contesto di emergenza climatica è un atto che denota una preoccupante mancanza di rispetto per il valore del lavoro e per i diritti dei lavoratori.
“Siamo convinti che la sicurezza sul lavoro – continua- non debba mai essere negoziabile né tantomeno moneta di scambio per la riduzione dei costi. Le aziende hanno il dovere etico e legale di garantire ambienti di lavoro sicuri e di tutelare la salute dei propri dipendenti, a prescindere dalle condizioni climatiche avverse. Affrontare l’emergenza caldo non può significare sacrificare i diritti contrattuali”

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Ugl:”i tagli all’ospedale di Gela non sono ammissibili”

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“La mobilitazione per l’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela sia di tutta la città, senza distinzione di sigle o di bandiere di partito. Accogliamo l’appello in vista della riunione del consiglio comunale, convocata martedì davanti all’Ars”. Il segretario confederale Ugl Andrea Alario, già durante il suo intervento nel corso del tavolo permanente per la sanità ha ribadito che i tagli non sono ammissibili.

“Per l’Ugl, rispetto ai temi che concernono la vita dei cittadini non possono esserci differenze – continua – siamo impegnati contro ogni riduzione dei posti letto, a Gela e negli altri nosocomi dell’area sud della provincia di Caltanissetta. Serve invece un potenziamento. La politica ha preso posizioni precise. Confidiamo che si traducano nella salvaguardia di tutti i posti letto. Il sindaco di Gela Di Stefano ha lanciato un appello a tutte le forze, senza differenze di schieramento, per difendere il nosocomio “Vittorio Emanuele”, l’Ugl ribadisce che i tagli danneggiano i cittadini e non si possono accettare”.

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