Corpus Domini a Gela. Il Vicario Di Dio: “ognuno faccia la sua parte di bene per una città normale”

Alle 19 la piazza San Giacomo straripava di fedeli. Tutti in religioso silenzio. Si sentivano solo i canti celestiali del coro della parrocchia Regina Pacis che hanno commosso l’uditorio per voci e me...

A cura di Redazione
23 giugno 2025 12:00
Corpus Domini a Gela. Il Vicario Di Dio: “ognuno faccia la sua parte di bene per una città normale” -
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Alle 19 la piazza San Giacomo straripava di fedeli. Tutti in religioso silenzio. Si sentivano solo i canti celestiali del coro della parrocchia Regina Pacis che hanno commosso l’uditorio per voci e melodie. Poi la messa solenne per celebrare la presenza reale del corpo di Cristo nell'eucaristia che contiene un significato spirituale e filosofico: l'idea del corpo donato, del sacrificio scelto non per distruggere, ma per redimere. Il Cristo si è fatto carne, come di carne è fatto l’uomo, per dedicargli il suo corpo in sacrificio per la redenzione dell’uomo. La memoria del sacrificio si sostanzia nel pane spezzato che entra nell’uomo attraverso il dono dell’eucarestia.

Questo è il Corpus domini, il corpo del Signore. Dio interviene nella vita dell’uomo per salvarlo. L’uomo deve intervenire nel mondo per conservarlo. Deve intervenire soltanto facendo la sua parte di bene. Su questo concetto è stata incentrata la lunga omelia del Vicario foraneo don Lino Di Dio. “Non stare a guardare – ha detto – o girarsi dall’altra parte ma fare il primo passo verso il bene. Per riconciliarsi con un amico, con un familiare per bene-dire. Dire il bene. Non per male-dire ( dire il male) perché da questo non arrivano benedizioni. Quindi mettere al bando ingiurie, giudizi gratuiti pronunciati senza conosce i fatti di cui si parla. Gelosie e ‘mminicazioni’ come si dice in dialetto. Solo così si fa la propria parte di bene senza compiere gesti eroici: solo pensando ed agendo per il bene”. Grande attenzione ha rivolto il Vicario nei confronti di atteggiamenti malevoli perpetrati attraverso i social media oggi tanto in voga e protagonisti nella vita dell’uomo..

Lo stesso atteggiamento di bene dovrebbe essere realizzato nella vita della città. Il Vicario si è rivolto all'amministrazione comunale presente con il sindaco Di Stedano, il Presidente del Consiglio comunale Giudice e gli assessori Caci e Di Dio, ma soprattutto ai cittadini:

“Quel che facciamo per il bene comune sia fatto nel silenzio perché “il Signore che vede nel silenzio sia la nostra ricompensa” senza proclami, compromessi, promesse o pretese. – ha continuato il Vicario foraneo - Partiamo dal rispetto che dobbiamo avere gli uni verso gli altri, mantenendo la nostra città pulita partendo dal fazzoletto di terra dove abitiamo,  nel non sporcare con l’immondizia buttata in giro, mentre vediamo il clima della terra che sta gridando e rivoltando contro di noi, usurpatori più che custodi della madre terra. Dio e i nostri padri ci hanno lasciato una città meravigliosa con il suo splendido mare, la sua florida terra con la sua storia millenaria meravigliosa e noi cosa facciamo? Forse vogliamo continuare a volgere le spalle a questi grandi patrimoni di bellezza? Non possiamo solo lamentarci o aspettare con senso di rassegnazione che la pioggia cada dall’alto che ancora i nostri nipoti ascoltino le promesse dei potenti di turno per incrementare il nostro ospedale,  ormai non ci sorprendiamo più se un giovane muore di tumore o infarto, è diventato qualcosa di normale di quotidiano,  ci accontentiamo di una città poco pulita anche per colpa nostra, poco percorribile dove non si attenzionano le periferie insieme al centro storico che si sta desertificando con tanti negozi e case chiuse, desideriamo che si riavvi il nostro porto, che i nostri siti archeologici e le chiese rimangano aperte sempre, per accogliere i fedeli e i turisti,  piazze e strade sicure per far giocar i nostri bambini, che tanti progetti piccoli e grandi a volte ingessati da tante burocrazie e chiacchiere si sbocchino per dare dignità a questa nostra città che ogni volta che vengono persone da fuori vengono a dirci: non vi rendete conto della bellezza e del patrimonio che avete! Noi vogliamo una città normale, non vogliamo nulla di straordinario!

Ai giovani e ai ragazzi, diciamo siate coraggiosi almeno voi, protagonisti di scelte progettuali che aprono il vostro cuore e la vostra mente alle attese della nostra comunità. Sarete per tutti un grande dono.

Con loro sogniamo - vogliamo una Chiesa eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza, faro per coloro che brancolano nel buio dell’incertezza e dello scandalo anche per colpa di uomini e donne che sono chiamate a dare l’esempio.

Celebrare la solennità del Corpus Domini, non è qualcosa d’intimistico ma è la vita di Cristo che si innesta nella nostra vita, nella nostra società, questa celebrazione deve portarci a entrare nella logica della vera comunione, essere uomini e donne di concordia pronti a fare dei passi indietro per camminare con l’altro che è mio fratello e non mio nemico. Da soli si muore, lo abbiamo subito dimenticato, nonostante il grave tempo della pandemia dove tante persone, non solo anziane, sono morte non tanto per le conseguenze dell’infezione covid ma perché lasciate sole. Forse siamo diventati più cattivi, più egoisti, dimenticando troppo presto quello che può creare la solitudine. I forti venti di guerra ci fanno comprendere cosa può generare l’odio e la vendetta che innesta nel cuore dei figli di chi innocentemente viene colpito per l’avidità dei potenti della terra.

Chiediamoci, se nel nostro piccolo, noi simo uomini e donne di comunione? La pace non è questione soltanto di strategie mondiali ma anche noi possiamo essere costruttori di pace o di armi, il nostro cuore può essere un campo di battaglia se non viviamo in pace con noi stessi, con chi ci circonda, vicini e lontani. Cerchiamo di vivere relazioni belle sincere, partendo dal rapporto personale con Gesù che ci porta ad amare e accogliere l’altro come dono e non come nemico? L’Eucarestia ha la potenza di rinnovare tutto, mangiando e sentendoci trasformati da Lui, c’è un vecchio detto che afferma: “dimmi ciò che mangi e ti dirò chi sei”, cosa mangiamo? di cosa si nutre la nostra vita? I miei occhi, il mio cuore, la mia carne, le mie letture, cosa veramente hanno bisogno? Chi siamo? Chi vogliamo essere? Trasformati in Lui, inebriati dal suo amore e chiamati a vivere l’eucarestia fra di noi in tutti i livelli delle nostre relazioni a casa, a lavoro, in comunità, nel quartiere nel cercare il bene comune.

Quando celebriamo e adoriamo il Signore Gesù presente nell’Eucaristia, riceviamo uno sguardo nuovo sulla nostra vita: io non sono le cose che possiedo o i successi che riesco a ottenere; il valore della mia vita non dipende da quanto riesco a esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi. Io sono un figlio amato, ognuno di noi è un figlio amato; io sono benedetto da Dio; Lui mi ha voluto rivestire di bellezza e mi vuole libero - mi vuole libera, da ogni schiavitù.                      Chi adora Dio non diventa schiavo di nessuno: è libero che non è libertinaggio ma responsabilità. Riscopriamo la preghiera di adorazione, adorare vuol dire essere baciati in bocca entrare in intimità con Dio senza dimenticare i fratelli immagine di questo volto che si fa carne in chi ci sta accanto.

Se potessimo vivere come criterio delle nostre relazioni l’Eucarestia, cioè l’essere grati ed essere dono, tutto cambierebbe nella nostra vita, la Chiesa, la nostra città si trasformerebbe. Questo Pane è per eccellenza il Sacramento dell’amore. È Cristo che si offre e si spezza per noi e ci chiede di fare altrettanto, perché la nostra vita sia frumento macinato e diventi pane che sfama i fratelli. Se potessimo dire al marito, alla moglie, ai figli, ai compagni di lavoro, ai fratelli di comunità, a tutti coloro che incontriamo nel nostro cammino, senza utilizzare etichette o graduatorie: “prendete e mangiate questo è il mio corpo, offerto per tutti”! Come cambierebbe il mondo! Questa misura d’amore altissima rinnoverebbe da dentro il nostro cuore e la nostra esistenza, penso che questa sia la sfida che ci lancia la solennità di quest’oggi.

Il Padre ha messo nelle nostre mani la cosa più importante che ha: la carne del suo Figlio e lui viene a dirci ancora: “Voi farete cose più grandi di me” allora affidiamoci a Lui e fidiamoci l’un l’altro e così la nostra vita sarà veramente un Eucarestia. Siamo certi come recita il salmo 126 che “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella’affidiamo e consacriamo ancora la nostra città e chiediamo tutto ciò attraverso il cuore purissimo della sua e nostra madre Maria, nostra celeste patrona”.

Poi tutti in processione verso la Chiesa madre dove sul sagrato è stata pronunciata la preghiera e la benedizione.

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