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Attualità

Dittatori che ritornano. Putin, la guerra e la storia dall’occhio dei social

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Uno dei monumenti più importanti dell’Ucraina è la statua della Madre Patria. Un’opera che risale agli anni Ottanta con cui si celebra la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. Nel 1991 l’Ucraina prima proclamò poi si vide riconoscere dalla Federazione Russa la propria indipendenza, mentre l’attacco di questa mattina volta definitivamente – e irrimediabilmente – le spalle alla storia stessa che ha unito i due paesi. Le parole di Putin sono terribili, soprattutto perché oltre gli scenari che delineano sono anche prive di ogni barlume di sensata logica politica.

Il suo intervento militare è per “proteggere” le repubbliche separatiste del Donbass “contro il regime di Kiev”, promettendo “conseguenze terribili mai viste prima” per chi dovesse osare di interferire. Parole fuori dal tempo che ci fanno rabbrividire. È accaduto ciò che speravamo non accadesse, l’Europa si è risvegliata in guerra per la prima volta dal 1945. Proprio nella coda (speriamo) della peggiore pandemia dell’ultimo secolo: una sceneggiatura da film apocalittico che quasi supera la fantasia.

Così i social oggi hanno “bombardato” di immagini pc e smartphone ad ogni accesso, immagini brutte e tristissime che ci hanno fatto ripiombare in tempi che credevamo fossero lontani e irripetibili. Non è così. Chissà quando e come finirà, ci auguriamo prestissimo, ma basta scorrere rapidamente la home di Facebook o il feed di Instagram per accorgersi di come il mondo ripudi la guerra e non concepisca la violenza. Putin lo scorso anno è diventato presidente “a vita” della Federazione Russa. La storia ci insegna che i dittatori e i violenti, prima o dopo, escono di scena.

(Nella foto, la statua della Madre Patria a Kiev)

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Attualità

Francesco e Giovanna Biundo:grande festa per i loro 50 anni d’amore

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Un amore che è vivo e forte da mezzo secolo e che è stato allietato dalla nascita di tre figli maschi e di sei nipoti: Francesco Biundo e Giovanna Calvo hanno rinnovato ieri alla Chiesa di San Sebastiano la loro promessa d’amore.

A festeggiare con loro il cinquantesimo anniversario di matrimonio amici e parenti che hanno reso ancor più gioiosa la ricorrenza importante per i coniugi Biundo. I due si sono conosciuti al quartiere villaggio Aldisio e hanno affrontato sempre insieme tutte le difficoltà della vita. Hanno fatto sacrifici e rinunce per sostenere due dei tre figli negli studi universitari. E ora si godono la bella famiglia che è cresciuta con le nozze dei figli e la nascita dei nipoti.

Ieri un ricevimento molto partecipato con una festa che Giovanna Calvo ha curato nei minimi dettagli.Il bello della vita è guardare indietro ed essere felici di ciò che si è costruito.I coniugi Biundo sono felici dei primi 50 anni vissuti insieme.

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Attualità

Primo maggio amaro: nella zona di via Bologna rubinetti a secco da 5 giorni

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Primo maggio amaro per i residenti di via Bologna, Largo Cadore e strade limitrofe.Da cinque giorni i rubinetti delle loro abitazioni sono a secco.

Ieri nel quartiere è stata distribuita acqua ma per qualche ora e non in tutte le vie. La maggior parte delle abitazioni sono rimaste a secco. Così oggi è un altro giorno di disagi per i residenti di via Bologna e Largo Cadore costretti a lavarsi e a cucinare con l’acqua minerale. Una brutta giornata che fa seguito ad altre dello stesso lash

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Attualità

Le considerazioni del sindaco sul 1 maggio

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Il Sindaco di Gela ringrazia i lavoratori e rinnova l’impegno dell’Amministrazione per il lavoro e la sicurezza

In occasione del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, il Sindaco di Gela desidera rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le lavoratrici e i lavoratori della città, che ogni giorno, con impegno e dedizione, contribuiscono alla vita e allo sviluppo della nostra comunità.

«Un pensiero particolare – dichiara il Sindaco – va a chi oggi è al lavoro per garantire servizi essenziali ai cittadini, dimostrando senso del dovere e spirito di servizio. Tra questi voglio ringraziare in modo speciale gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, il personale della raccolta rifiuti, i lavoratori dei trasporti, del commercio, i metalmeccanici e gli edili, che anche oggi sono in servizio.»

«Il Primo Maggio – aggiunge – deve anche ricordarci che il lavoro non può e non deve mai mettere a rischio la vita delle persone. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere una priorità assoluta, per tutte e tutti.»

Infine, il Sindaco ha voluto rivolgere un messaggio di vicinanza a quanti, nella nostra città, sono ancora in cerca di occupazione: «L’Amministrazione comunale è al loro fianco e continua a lavorare per creare nuove condizioni favorevoli allo sviluppo economico e alla creazione di posti di lavoro.»

La giornata del Primo Maggio è occasione di riflessione, ma anche di speranza e rinnovato impegno per una Gela più giusta, più sicura e più inclusiva.

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