Donne in arte del ‘500 e ‘600

Una passeggiata nell'arte al femminile del '500 e 600. A condurla sarà la soprintendente ai Beni culturali ed ambientali di Caltanissetta Daniela Vullo su invito dell'associazione Ex allievi del liceo...

A cura di Redazione Redazione
16 aprile 2023 15:08
Donne in arte del ‘500 e ‘600 -
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Una passeggiata nell'arte al femminile del '500 e 600. A condurla sarà la soprintendente ai Beni culturali ed ambientali di Caltanissetta Daniela Vullo su invito dell'associazione Ex allievi del liceo classico presieduta dalla prof. ssa Maria Grazia Falconeri. Dopo il saluto del dirigente Maurizio Tedesco, introduce i lavori la prof.ssa Lella Oresti. La relatrice condurra' il percorso storico- artistico.

In quel periodo storico spicca per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta, artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta allo scarto dalla sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l'autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne. 

Gentileschi è però entrata nella storia anche per la sua determinazione: vittima di stupro da parte del “collega” Agostino Tassi, decise di denunciare la violenza in un periodo in cui sembrava impossibile farlo, diventando così un simbolo del femminismo ante litteram.

Per verificare la veridicità delle sue affermazioni, infatti, fu costretta a una lunga serie di visite e a un interrogatorio sotto tortura, così da velocizzare, secondo gli usi di allora, l’accertamento della verità. Tra le torture previste, la cosiddetta “sibilla”, ossia legare i pollici con delle cordicelle che, con l’azione di un randello, si stringevano sempre di più fino a distruggere le falangi.

Sofonisba Anguissola - cremonese che visse oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia dove fu visitata da Antoon van Dyck nel 1624 - sono esposti tra gli altri la Partita e scacchi (1555), e per la prima volta la Pala della Madonna dell'Itria (1578). 

E ancora Lavinia Fontana - bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana - in mostra con 14 opere tra cui l'Autoritratto nello studio (1579), la Consacrazione alla Vergine (1599) e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità.

E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, con le sue potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile; Ginevra Cantofoli, con Giovane donna in vesti orientali (seconda metà del XVII); Giovanna Garzoni, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.

E Fede Galizia (1578-1630), che ha realizzato l'iconica Giuditta con la testa di Oloferne; Giovanna Garzoni (1600-1670), grande pittrice e miniaturista, vissuta a Venezia, Napoli, Parigi e Roma; Ginevra Cantofoli (1618-1672), autrice di Giovane donna in vesti orientali. L'appuntamento è fissato per il 20 aprile ale 18.30 al liceo Eschilo.

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