Giornata di studi nell’Istituto Comprensivo “Ettore Romagnoli” di Gela, nell’Aula Magna, per la presentazione del libro ‘‘Giuseppe Blanco – Il giornalista, l’uomo, il letterato”.
Il dirigente Gianfranco Mancuso e l’Inner Wheel di Niscemi (città di origine di Blanco), presieduto da Tiziana Alecci, hanno voluto onorare la memoria di un uomo che ha operato attivamente nell’Istituto in qualità di insegnante e vice-preside dal 1982 al ’90. Ha fatto di più: studi approfonditi sulla figura dello storico Romagnoli con una conferenza realizzata sotto l’egida dell’allora neonato Archeoclub di Gela, alla presenza del figlio, curandone successivamente una pubblicazione ad hoc. In apertura dei lavori l’attore catanese Agostino Zumbo ha letto una novella che ripercorre l’incontro del padre di Blanco con la Principessa Mafalda di Savoia.
Il libro è stato presentato dal presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, l’avv. Enzo Zappulla. Così Giuseppe Blanco torna a far parlare di sé, dopo trentuno anni di assenza dalla vita ma non dal ricordo dei sui alunni, dei lettori, delle persone innamorate della cultura.
La figura e l’opera di Giuseppe Blanco è stata tracciata dal Presidente dell’Istituto di Storia dello spettacolo siciliano di Catania, avv. Enzo Zappulla:
“Il culto per la MEMORIA ha guidato l’esistenza operosa di Giuseppe Blanco, intellettuale poliedrico, giornalista (ha collaborato con i quotidiani “LA SICILIA” di Catania e il “GIORNALE DI SICILIA” di Palermo e, ancora, con “IL CORRIERE DI GELA” e molte rivist anche straniere), cultore di LETTERATURA francese e italiana, materia a cui ha dedicato numerosi, variegati e interessanti saggi, appassionato cultore di storia, specialmente locale, ricercatore tenace e solerte, e, soprattutto, PROMOTORE DI CULTURA. Senza la MEMORIA, lo sapeva bene Giuseppe Blanco, il nostro presente, per dirla con VITALIANO BRANCATI, sarebbe una lastra di vetro, sulla quale tutto scivola e nulla si ferma e, soprattutto, il nostro futuro sarebbe senza speranza, perché non c’è futuro senza memoria del passato.
Ma la MEMORIA è cosa assai fragile, va coltivata, custodita gelosamente in scrigni preziosi, quali sono i LIBRI che, per dirla con Orazio, sono “PIU’ DURATURI DEL BRONZO”.
Il libro ha poi il duplice pregio di preservare le memorie che gli vengono affidate e, al tempo stesso, di restituirci il concentrato, la sintesi della vita del suo autore che parimente contiene.
Spinto da grande CURIOSITA’ INTELLETTUALE (e non c’è scienza e conoscenza senza curiosità) e guidato da una SPICCATA AUTONOMIA DI GIUDIZIO (non c’è consapevolezza senza una presa di coscienza completa e autonoma), doti queste ereditate dal padre, insegnante, dotato di un carattere affabile e disponibile, doti queste ereditate dalla madre (oggi forse si è perso di vista quanto conti la famiglia nella formazione dei nostri ragazzi), Peppino Blanco ha amato profondamente il suo paese, Niscemi, e quello della moglie, la professoressa Ida Liparoti, Gela, presso il cui prestigioso Liceo-Ginnasio “Eschilo” ha anche studiato, e ad essi ha dedicato le sue energie, la sua intelligenza, il suo ingegno, riscoprendo e commentando non soltanto episodi ed eventi della storia locale che altrimenti sarebbero passati inosservati, ma pure personaggi che in passato si sono distinti in vari campi. Ricordiamo per tutti il poeta MARIO GORI, suo coetaneo, con il quale fin da piccolo ebbe rapporti di amicizia, dividendo momenti di giochi e momenti di studi, e alla cui opera Blanco ha dedicato tanta cura.
Giuseppe Blanco ha tessuto una trama inedita di rapporti umani e anche sportivi (come non ricordare la sua passione per la “VIRTUS NISCEMI” che ha fondato e di cui ha anche scritto la storia), fra vari personaggi contribuendo così a rendere più coesa la città e la sua comunità e a creare quel fertile HUMUS che costituisce la base, fondamentale quindi, per la nascita di personalità e opere d’eccezione.
Studioso e ricercatore appassionato di storia locale, consapevole che accanto alla “GRANDE STORIA”, FATTA DI GUERRE E BATTAGLIE CRUENTE, DI GENERALI GLORIOSI E DINASTIE DI SOVRANI, ESISTE “LA PICCOLA STORIA” concreta, giornaliera, più vicina a noi, quella del paese natio, che va conosciuta, approfondita, custodita e tramandata. Ad essa ha dedicato tempo, energie, scienza.
“Felice lo scrittore che ha un paese da raccontare” afferma Scott Fitzgerald, e noi sappiamo quanti capolavori della letteratura nazionale raccontano storie di umili, di personalità da non dimenticare, di piccoli centri urbani. Basti pensare, per fare soltanto qualche esempio, ai capolavori di GIOVANNI VERGA, l’ACITREZZA de I MALAVOGLIA o la VIZZINI del MASTRO-DON GESUALDO, o a I PROMESSI SPOSI di Alessandro Manzoni. In questi capolavori vi è il condensato della cultura dell’epoca. Verga e Manzoni hanno narrato delle storie utilizzando le loro esperienze personali ma anche tutto ciò che la cultura della loro epoca aveva prodotto. In quei capolavori troviamo le tradizioni, l’antropologia, le usanze, i modi di vivere, di parlare, di rapportarsi di quell’epoca. Leggendo quei romanzi non veniamo a conoscenza soltanto di una storia, cioè delle vicende dei personaggi che vi sono descritte, ma veniamo a conoscenza anche del modo di vivere dei pescatori di Acitrezza, dei contadini di Vizzini, dei popolani lombardi di quel tempo, degli aspetti positivi e negativi di quelle società. Tutto questo non soddisfa soltanto la nostra curiosità, il nostro interesse, ma ci aiuta a meglio comprendere il nostro presente e, quindi, a meglio progettare il nostro futuro.
La vita di Peppino Blanco merita di essere ricordata perché è stata una vita fatta di intensi rapporti di amicizia, di approfondite ricerche di episodi particolari e curiosi (CARDUCCI, PAGANINI……), di amorevole recupero dei “Grandi niscemesi”, della storia dell’antica Gela (EUCLIDE CITTADINO GELESE, LA FONDAZIONE DELL’ARCHEOCLUB DI GELA, ECC……). MA Giuseppe Blanco è stato anche studioso attento e informato di letteratura francese. Diversi saggi sono stati da lui dedicati a VOLTAIRE, AL SUO AMORE PER LA CULTURA RINASCIMENTALE ITALIANA, PER L’Arte e la Storia del nostro paese. Grande è stata l’influenza che il filosofo francese (nominato Accademico della CRUSCA fin dal 1746) ha esercitato sugli scrittori italiani suoi contemporanei. Cosa che non fu gradita a Vittorio Alfieri e soprattutto a Giuseppe Parini il quale si sforzò di ingenerare nei letterati suoi contemporanei il convincimento che l’imitazione delle letterature straniere e segnatamente di quella francese, fosse dannosa e degradante per le tradizioni letterarie nostrane. Importante anche il saggio che mette a raffronto il pessimismo del filosofo francese con quello del nostro Leopardi, sottolineando come se per Voltaire l’infelicità dell’uomo non ha origine soprannaturale ma origina dall’uomo stesso, il suo pessimismo, cioè, ha origine terrena e umana, per il poeta di Recanati l’infelicità dell’uomo è una manifestazione della natura. Responsabile del dolore umano è la NATURA. Quello di Leopardi è pertanto un pessimismo cosmico. Altri saggi Blanco ha dedicato a Vincenzo Bellini, Carlo Goldoni, Rocco Frazzetto, Ettore Romagnoli, Giacomo Etna, Lionello Fiume, Gioacchino Rossini, Ignazio Privitera, Antonio Occhipinti.
Ma non si può non ricordare in questa sede il volume MARIO GORI E LA SUA MUSA. Abbiamo accennato al rapporto affettuoso fra i due. Ad appena un anno dalla prematura scomparsa dell’amico, Blanco ha raccolto una consistente scelta di brani poetici e narrativi di Mario Gori. Sappiamo quanto sia laborioso il lavoro di selezione, sistemazione, redazione e pubblicazione di un’opera.
E ancora all’amico è dedicata l’ultima fatica letteraria del prof. Blanco: la redazione dell’OPERA OMNIA DI MARIO GORI da lui curata e pubblicata postuma nel 1992.
Giuseppe Blanco è scomparso il 22 aprile 1991, trent’anni fa ma
la sua memoria è raccolta in questo volume che si deve alle amorevoli cure dell’amata figlia LILIANA e di SALVATORE BUSCEMI, GIUSEPPE VACCARO, GAETANO VICARI, ROSARIO PORTALE, NICOLO’ D’ALESSANDRO che di Peppino Blanco sono stati amici ed estimatori.
Un libro, questo, che è uno scrigno delle tante gemme culturali che Blanco ci ha lasciato.
La presentazione di un libro è sempre un invito alla lettura; a maggior ragione in questo caso pieno com’è di tracce preziose per ulteriori approfondimenti e ricerche. L’invito è rivolto, in particolare, ai giovani per i quali Blanco costituisce un esempio di impegno nello studio ove si consideri che in età già adulta riprese in mano i libri, si iscrisse all’Università, e dopo un corso di studi regolari conseguì brillantemente la laurea e si dedicò all’insegnamento della lingua francese, con la dedizione e la passione che hanno caratterizzato le sue attività.
Sono grato al Dirigente scolastico prof. GIANFRANCO MANCUSO, alla Presidente dell’Inner Wheel di Niscemi Tiziana Alecci, e all’amica carissima Liliana Blanco per l’occasione che mi viene offerta di ricordare Giuseppe BLANCO, PeppinoBlanco come lo chiamavano i colleghi dell’Università di Catania, ai giovani di questo Istituto che di Giuseppe Blanco, che vi è stato docente amatissimo, mantiene e custodisce la MEMORIA, in quest’Aula Magna a lui dedicata”.
I ragazzi che frequentano il corso musicale hanno offerto una performance della loro bravura con l’esecuzione di alcuni brani diretti dal loro insegnante prof. Alessandro Lo Chano.
A conclusione della presentazione è stata scoperta la targa restaurata dell’Aula Magna dell’IC Romagnoli intitolata al prof. Blanco.
Sigonella – “Anche il M5S ha partecipato al presidio di Sigonella promosso dalla Rete siciliana contro la guerra e per il disarmo. Erano presenti in rappresentanza del Movimento il coordinatore siciliano Nuccio Di Paola, le deputate regionali Lidia Adorno e Jose Marano e il deputato alla Camera Luciano Cantone, oltre a vari consiglieri comunali e di circoscrizione, componenti del network giovani, attivisti e simpatizzanti.
“Non possiamo assistere inerti – dice Di Paola – alla preoccupante escalation delle azioni di guerra che rischia di seppellire definitivamente la strada della diplomazia per precipitarci in uno scenario a dir poco tragico, di cui la Sicilia, da dove partono droni e aerei diretti al fronte di guerra, potrebbe pagare un prezzo caro. E per questo il silenzio di Schifani, che a riguardo non ha detto nulla, è inaccettabile.
Se avessimo avuto un presidente libero, non succube ai diktat romani, sicuramente si sarebbe levata una voce autorevole a difesa dei diritti della Sicilia. Da piazze come questa e dall’aggregazione delle forze che hanno a cuore la Sicilia, deve partire la costruzione dell’alternativa a questo governo regionale incapace e dannoso che, come Re Mida al contrario, tramuta in cenere tutto quello che tocca”.
È in programma questa sera alle 19 la celebrazione eucaristica e commemorazione di don Franco Cavallo, nel 40º dell’ordinazione presbiterale. La messa sarà a San Sebastiano martire, dove don Franco è stato parroco e ha lasciato un grande ricordo.
Nei locali parrocchiali, inoltre, da venerdì scorso fino a domenica 6 luglio è possibile visitare dalle ore 17.30 alle 19 una mostra fotografica dedicata alla vita e all’opera dell’indimenticato sacerdote gelese. L’iniziativa, promossa dalla famiglia di don Franco, è stata subito accolta dal parroco di San Sebastiano don Daniele Centorbi.
Sono stati collocati in una struttura di Caltanissetta, i due piccoli gattini salvati nel quartiere residenziale di Macchitella, a Gela.
I due mici, nati da qualche giorno, sono stati avvistati da una residente della zona, che aveva sentito contini disperati miagolii.
I due cuccioli si trovavano sotto un’auto in sosta. Assieme al condomino Giuseppe Petralito, Rosa Bevilacqua ha provveduto a sfamare i gattini con del latte e a chiamare il veterinario, che si è subito adoperato. I due gattini stanno bene. Abbiamo deciso di raccontarvi l’ennesima storia di amore e di sopravvivenza che mette in risalto il grande cuore dei gelesi.