Giunta Regionale approva la rete ospedaliera
Ora il piano va alla Commissione sanità per il parere e poi all'Ars per il voto


Un sistema sanitario più moderno, efficiente e vicino ai cittadini siciliani: questo l'obiettivo della nuova Rete ospedaliera che oggi ha ricevuto l'apprezzamento del governo regionale riunito a Palazzo d'Orlèans. Il documento, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza permanente della Programmazione sanitaria, ora approderà sui tavoli della VI Commissione (Salute) dell'Ars per il parere obbligatorio previsto dalla normativa e, successivamente, tornerà in giunta per l'approvazione definitiva, prima di essere trasmesso al ministero della Salute per il via libera finale.
«Questo piano - dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani - rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più "sana", più equa ed efficiente per tutti i siciliani. Un risultato possibile grazie al prezioso lavoro svolto dall'assessore Daniela Faraoni, del dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica Salvatore Iacolino e alla preziosa collaborazione istituzionale del presidente della VI Commissione dell'Ars, Giuseppe Laccoto. Il loro impegno costante e la capacità di costruire un dialogo costruttivo con tutti gli attori del sistema hanno reso possibile questo importante traguardo per la sanità siciliana e li ringrazio per questo. La nuova Rete punta a garantire alti standard qualitativi uniformi su tutto il territorio, perché la salute è un diritto fondamentale di ogni siciliano, indipendentemente da dove vive, e questa riforma ci avvicina concretamente a questo traguardo. Confido - aggiunge il presidente - che la commissione Salute condivida il Piano e comunque resteremo aperti a qualsiasi forma di dialogo in relazione a future integrazioni o modifiche in corso d’opera. Già mercoledì sarò a Roma per proseguire, insieme al ministro della Salute Schillaci, il confronto sul mantenimento del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, che sarà integrato nella nuova Rete».
Stiamo ridisegnando - dice l'assessore alla Salute, Daniela Faraoni - la mappa della sanità siciliana tenendo conto delle trasformazioni demografiche e dei nuovi bisogni di salute dei nostri cittadini con l'obiettivo di garantire cure di qualità a tutti e rispettando i tempi di soddisfacimento dei bisogni di salute, riducendo al contempo la migrazione sanitaria verso altre regioni. Questo documento - aggiunge l'assessore - è il frutto di un lavoro lungo, complesso e articolato che ha visto protagonisti tutti i soggetti del sistema sanitario regionale, un lavoro partecipato e condiviso. C'è stato un dialogo costante con i manager delle aziende sanitarie e con i responsabili del settore, con i rettori universitari, con la conferenza dei sindaci, ci siamo confrontati con i sindacati e con la stessa commissione Salute dell'Ars. Non si tratta solo di numeri, ma la necessità di ripensare ad un modello sanitario, così come ci è stato chiesto anche dal ministero, più integrato e rispondente agli standard nazionali, senza perdere di vista le specificità del nostro territori».
E i numeri parlano chiaro: la popolazione siciliana negli ultimi dieci anni si è ridotta e il sistema sanitario deve adeguarsi alla nuova realtà, rispettando i parametri ministeriali (DM 70/2015) che prevedono 3 posti letto per 1.000 abitanti per acuti e 0,7 per lungodegenza e riabilitazione. La risposta arriva con una rete completamente ripensata che conta 139 strutture ospedaliere tra pubbliche e private. Tra gli aspetti più innovativi, il cambio di paradigma: gli ospedali periferici, anziché essere penalizzati, diventano il cuore pulsante della medicina di prossimità trasformandosi in "Ospedali di rete integrata". Queste strutture garantiranno servizi specialistici come oncologia, gastroenterologia, oculistica e cardiologia direttamente sul territorio, evitando ai pazienti lunghi spostamenti per prestazioni che possono essere gestite sul posto.
«Un lavoro di razionalizzazione – sottolinea l’assessore – ha permesso inoltre, dallo scorso febbraio, di rimettere in funzione 308 posti letto che erano già previsti ma non utilizzati e che oggi sono nuovamente disponibili grazie alla mia determinazione e alla condivisione con i direttori generali. Nell’ambito di questa revisione, sono stati previsti 207 posti in più per l’oncologia, 47 per la neurochirurgia e altri destinati a neurologia, ortopedia e medicina e chirurgia d’urgenza, aumentando così l’offerta. La riduzione di 367 posti letto prevista dalla programmazione - conclude - riguarda esclusivamente quelli già inattivi o sottoutilizzati, senza alcuna conseguenza quindi sui servizi effettivamente garantiti ai cittadini».
Particolare attenzione è stata dedicata alle emergenze. Il presidio ospedaliero di Siracusa viene elevato a Dea di II livello, mentre l'ospedale di Patti diventa Dea di I livello, rafforzando la capacità di risposta del sistema nelle situazioni critiche. Non solo: la nuova rete potenzia le cosiddette "reti tempo-dipendenti" - quelle per infarto, ictus e traumi gravi - con nuovi punti di intervento nelle aree più carenti. L'obiettivo è garantire che ogni siciliano, indipendentemente da dove viva, possa ricevere cure salvavita nei tempi giusti.
La nuova rete ospedaliera vede protagonisti anche i servizi territoriali: case di comunità, centrali operative territoriali e ospedali di comunità lavoreranno in stretta sinergia con i presidi ospedalieri per creare un sistema davvero integrato, capace di seguire il paziente in ogni momento del suo percorso di cura.