Seguici su:

Flash:

Attualità

I ponti uniscono: l’Università di Messina si mette a disposizione

Pubblicato

il

Quello che gli Assisi, i Greci ed i Romani realizzarono prima di Cristo e mantennero per 22 secoli, nel 2022 sembra impossibile. Eppure unire la Sicilia all’Italia continentale, l’isola alla Penisola. E’ un sogno antico di una parte degli italiani convinti delle opportunità che si coglierebbero grazie alla realizzazione del collegamento, di cui si fantastica da millenni. Eppure dopo millenni per taluni l’idea sarebbe peregrina visto che nel sud le strade scarseggiano. L’ombra di interessi personali pesa e rende tutto più difficile. Eppure se ne parla da tempo immemorabile: la mancanza di un ponte è fra i limiti allo sviluppo della Sicilia e di tutto il sud Italia, con alcuni governi che hanno promesso di realizzare il ponte mentre altri non hanno proprio affrontato l’argomento. Ma in tempi antichi, molto prima che il dibattito politico fosse tanto “democratico”, i romani avevano già unito la Sicilia alla Calabria, realizzando quello che, a oggi, è l’unico collegamento fisico fra le due regioni. Nel 251 a.C., in pieno periodo di guerre puniche, e il collegamento aveva uno scopo pratico. La storia la raccontano sia il geografo greco Strabone, vissuto dal 63 a.C. al 23 d.C., sia Plinio il Vecchio, nato nel 23 d.C. e morto nel 79 durante l’eruzione del Vesuvio. Strabone riporta che Lucio Cecilio Metello, console romano della Repubblica, sconfigge Asdrubale nella battaglia di Palermo del 251 a.C., durante la prima guerra punica. Asdrubale era stato inviato in Sicilia con un grosso contingente militare che comprendeva anche 140 elefanti da guerra, un compendio di “carri armati dell’antichità” in grado di terrorizzare i romani, i quali però a Palermo partono da una posizione di difesa, dietro le mura della città, e riescono ad annientare l’esercito cartaginese. Dopo la Repubblica degli antichi romani l’idea di ponte rimane nell’aria, ma sarà solo durante il medioevo che si affronterà nuovamente il discorso. Nel IX secolo è Carlo Magno a pensarci, ma la complessità dell’opera lo fa desistere praticamente subito. Dopo di lui ci pensano i normanni a tentare l’impresa, nella persona di Roberto il Guiscardo, ma anche in questo caso la tecnologia medievale era inadatta a realizzare l’opera. Dopo il medioevo saranno i Borbone a pensare di unire la Calabria con la Sicilia, ma il costo preventivato era totalmente fuori portata per il regno meridionale.

Dopo i sovrani spagnoli si passa alla lista dei tentativi a firma del Ministero dei Lavori Pubblici, e qui le note di spesa si fanno dolenti perché, nonostante del ponte non si sia vista ancora ombra sull’acqua, in tempi recenti è già costato centinaia di milioni di euro ai contribuenti italiani. Il primo a vagliare la fattibilità fu il Conte Stefano Jacini, che nel 1866 incaricò l’ing. Alfredo Cottrau, costruttore di ponti e strade ferrate di fama internazionale nonché funzionario responsabile delle Ferrovie Italiane, di studiare un progetto per realizzare un collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. L’ingegner Cottrau fu il primo a decretare l’enorme difficoltà della realizzazione del ponte con dati tecnici: il base alla grande profondità del tratto di mare e delle forti correnti che lo attraversano è praticamente impossibile realizzare il ponte, a meno di non impiegare risorse “colossali”.

Il dibattito socio – politico sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina continua.

“Questo è il governo che ha l’ambizione di posare la prima pietra” del Ponte sullo Stretto, “chiederò a Bruxelles che questo abbia un co-finanziamento europeo”. Lo ha detto ieri il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini in conferenza stampa dopo l’approvazione della manovra. Per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto viene prevista la riattivazione della società Stretto di Messina Spa attualmente in liquidazione. È una delle norme contenute nella manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri. Salvini ha ribadito in più occasioni che conta di partire con i lavori entro due anni.

Adesso il Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università degli studi di Messina, professor Michele Limosani, scrive una lettera aperta proprio al ministro Salvini per offrire collaborazione per l’analisi dei temi sullo sviluppo dei territori legati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Eccola.

Limosani inizia così la sua lettera: “Gent.mo On. Salvini, i ponti uniscono le comunità.

 Il Ponte sullo Stretto è una mega infrastruttura, fondamentale e strategica. È necessaria per lo sviluppo dell’Area dello Stretto, del Meridione, dell’Italia, del Mediterraneo e dell’Europa. Rappresenta una sfida avanzata e innovativa dal punto di vista tecnologico, un esempio di sostenibilità ambientale e al tempo stesso un volano per nuovi investimenti e capitali.

 Lei lo ha scolpito nei giorni scorsi intervenendo al Webinar-Tavola Rotonda sul tema: “Ponte di Messina: Si Riparte” organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina. Evento al quale hanno partecipato il Presidente della Regione Calabria dr. Roberto Occhiuto e il Presidente della Regione Sicilia dr. Renato Schifani”.

Il professore prosegue la missiva con una analisi precisa: “Condividiamo il Suo pensiero allorché nel seminario ha affermato che “è interesse di tutti che il Sud diventi competitivo e che tutto il Paese insieme debba essere in grado di viaggiare alla stessa velocità. Il Nord può crescere solo se cresce il Sud; l’obiettivo è portare ovunque la cultura dell’impresa e del lavoro”.

A nostro avviso, la realizzazione del Ponte, che si pone su una dimensione non circoscritta territorialmente, solleva, inevitabilmente per prossimità logica e logistica, questioni inerenti lo sviluppo della “Regione dello Stretto” interessando la mobilità complessiva all’interno di tale area; la riqualificazione urbana delle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria interessate dalle opere complementari; la ricerca, la formazione e i servizi tecnologici dei laboratori qualificati esistenti (e dunque il coinvolgimento delle Università e dei Centri Nazionali di Ricerca presenti nel territorio); la narrazione imperniata sulla simbologia che l’intrapresa propone;

 Per Limosani, inoltre, “Il Ponte sullo Stretto, dunque, può diventare un moltiplicatore di ulteriori investimenti e – per questo – incidere profondamente sul tessuto economico e sociale dei territori.
La realizzazione della infrastruttura si deve, pertanto, accompagnare ad una reale volontà politica di rinascita e crescita. In estrema sintesi, occorre una idea precisa, una strategia con-vincente, un progetto complessivo.
Accogliamo, pertanto, l’invito che Lei ha rivolto alla comunità locale e ai numerosi partecipanti all’evento, di farsi promotori di una cultura del lavoro e dello sviluppo e di dare un contributo alla realizzazione di questa grande opera destinata a trasformare il volto del Mezzogiorno”.

Infine, a conclusione della missiva, la disponibilità dell’Ateneo messinese. Scrive infatti il professore: “Il Dipartimento di Economia della Università degli studi di Messina, per le competenze presenti e l’elevato livello di professionalità e credibilità dei ricercatori, attesta la propria disponibilità per offrire -nella forma che si vorrà perfezionare – una collaborazione per l’analisi dei temi legati allo sviluppo del territori, a coordinare, dal punto di vista scientifico, le varie attività di studio e ricerca intese a definire un quadro di insieme e proporre misure e azioni in grado di realizzare gli obiettivi così definiti”.

Attualità

Alla pinacoteca la presentazione di “Quello che so di te”, romanzo finalista al Premio Strega

Pubblicato

il

“Quello che so di te”, libro di Nadia Terranova finalista all’edizione 2025 del Premio Strega, presentato in città nel corso di un incontro tenutosi alla pinacoteca comunale. Un ritorno a Gela per l’autrice, che già nel 2022 era stata in città per presentare “Trema la notte”: anche in questo caso l’evento è stato promosso e organizzato dalla Libreria Orlando e presentato da Paola Greco, che ha dialogato con la scrittrice.

Un dialogo profondo e ricco di spunti interessanti per il numeroso pubblico presente: si è rivelata troppo piccola la pinacoteca di viale Mediterraneo, location resasi necessaria a causa del forte vento. In un primo momento, infatti, la presentazione era prevista al Belvedere.

«Per la seconda volta un mio romanzo è entrato nella cinquina finalista del premio Strega, un bellissimo passo – ha detto Nadia Terranova -. I libri si scrivono per ispirazione, chi scrive sa di andare incontro alla delusione, all’accettazione o all’entusiasmo dei lettori. Quando c’è entusiasmo ovviamente è bello, però devo confessare che la cosa più importante oggi è scrivere i libri che voglio scrivere. Scrivere un romanzo è un’arte e un impegno, significa stare in un territorio segreto per molto tempo finché la tua creatura non esce».

L’incontro è stato introdotto dalla prof. Lina Orlando ed è stato realizzato grazie al patrocinio dell’amministrazione (tramite l’assessorato alla cultura guidato da Peppe Di Cristina) e al sostegno di diversi sponsor privati. Le letture sono state a cura di Maria Carla Aldisio, musiche di Nuccia Scerra e Pietro Lo Chiano. Una presentazione molto apprezzata dai tanti presenti.

Continua a leggere

Attualità

L’abbraccio ideale di Gela e Saint Julien alle nozze di Letizia e Giovanni

Pubblicato

il

Le nozze di due giovani gelesi, Letizia Scicolone e Giovanni Bessio, sono state occasione per un gemellaggio ideale tra Gela e Saint Julien a Malta.

Letizia e Giovanni hanno scelto di celebrare le loro nozze nell’isola in cui si sono fatti la promessa di matrimonio durante una vacanza. Hanno organizzato con cura il loro giorno più bello coinvolgendo un folto numero di amici e parenti gelesi che si sono recati a Malta per festeggiare con loro, prima partecipando alla cerimonia religiosa celebrata da don Giuseppe Fausciana alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria, poi al banchetto di nozze nella bellissima locazione del Westin Dragonara di Saint Julien.

La presenza di una nutrita comunità gelese e di maestranze siciliane impegnate nelle nozze non è passata inosservata a Saint Julien (la notizia si era diffusa già da qualche tempo durante i preparativi) e così il sindaco di Saint Julien Guido Dalli ha voluto essere presente e portare una testimonianza di affetto e gratitudine agli sposi e alla comunità gelese. Accompagnato dalla gelese Ivana Legname che da anni vive a Malta e cura i rapporti tra le due isole, il sindaco di Saint Julien, prima del banchetto nuziale, ha preso la parola per augurare una lunga vita felice agli sposi, parlando di Saint Julien e di Gela, delle cose in comune e ringraziando gli sposi per avere scelto la sua terra nel giorno del si. Ha poi consegnato un attestato di ringraziamento e omaggiato sposi e genitori della croce di Malta e del simbolo del municipio di Saint Julien. Guido Dalli ha partecipato per tutta la durata alla festa di nozze divertendosi insieme agli altri invitati, dialogando con loro ed apprezzando vari aspetti delle tradizioni siciliane e gelesi in particolare.

A Saint Julien lavorano vari gelesi.Tra gli invitati alle nozze come amico degli sposi c’era il giovane gelese Andrea Bellavia che ha portato a Malta la tradizione pasticcera e gastronomica della sua famiglia aprendo con la moglie un ristorante poco distante dal Westin Dragonara che è stato in questi giorni il luogo in cui gli invitati di Letizia e Giovanni si sono sentiti come in casa.

Una graditissima visita quella del sindaco Dalli che ha reso ancor più piacevole il giorno del si di Letizia e Giovanni, vissuto con allegria e gioia. Il sindaco verrà a visitare Gela in ottobre in occasione di un suo viaggio in Sicilia per un evento a Piazza Armerina a cui ha in programma di partecipare. Avrà così modo di conoscere la città di Letizia e Giovannj. Molto apprezzata dai partecipanti l’omelia di don Fausciana incentrata sulla bellezza del matrimonio cristiano. Agli sposi è giunta anche la benedizione di Papa Leone.

Continua a leggere

Attualità

Inaugurato il museo all’aperto di via Di Bartolo: rifiorisce un pezzo di storia nel cuore della città 

Pubblicato

il

E alla fine il sogno degli abitanti del quartiere Borgo è realtà: il museo all’aperto di via Di Bartolo prende ufficialmente vita. Questa mattina l’inaugurazione del sito, che rende fruibile al pubblico la necropoli di età arcaica rivenuta nel 2019 durante i lavori di posa della fibra ottica. Un piccolo cimitero dei bambini, con dieci sepolture ed il loro prezioso corredo funerario.

I lavori sono stati finanziati ed eseguiti dalla ditta Open fiber, questa mattina rappresentata da Clara Distefano (regional manager Sicilia e Calabria sud), che ha curato la musealizzazione del sito insieme alla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta, guidata da Daniela Vullo. Progettista e direttore dei lavori l’arch. Paolo Marchisciana.

Presente al taglio del nastro anche l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato. Il sindaco Terenziano Di Stefano ha sottolineato come la città sia attraversata oggi da una «emozione incredibile, che si vede anche negli occhi dei nostri concittadini». 

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852
Pubblicità