Il 29° anniversario della strage di Capaci. Quella Sicilia capace di dire “No”
Sono passati 29 anni da un giorno che ha cambiato la storia, in Sicilia e in Italia. Le bombe che il 23 maggio 1992 hanno ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro...
Sono passati 29 anni da un giorno che ha cambiato la storia, in Sicilia e in Italia. Le bombe che il 23 maggio 1992 hanno ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo hanno reso più forte e partecipata la dura battaglia contro la mafia, anziché scoraggiarla. La voglia di metterci la faccia e dire “No” al crimine organizzato e ad ogni forma di violenza è diventata uno stile di vita per tanti, soprattutto per i più giovani che hanno capito quanto sia importante il valore della cultura e dell’impegno sociale per sconfiggere il sistema mafioso e la mentalità che lo caratterizza.
Lo disse Gesualdo Bufalino in tempi non sospetti che la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari. Da quel tratto di autostrada all’altezza di Capaci fino a via D’Amelio, quei semi di speranza e voglia di riscatto tante volte auspicati per una terra disgraziata e bellissima come la Sicilia stanno continuando a germogliare. E c’è bisogno di farli crescere ancora. Perché, come cantava Fabrizio Moro, “Gli uomini passano e passa una canzone, ma nessuno potrà fermare mai la convinzione che la giustizia, no, non è solo un’illusione”.
14.1°