Il gioiello Gela Calcio, impulso per un'intera città
La presenza di una squadra forte, aumenta l'attrattiva per residenti e amanti del bel gioco


"Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano.” Prendiamo spunto dalla citazione del grande ed indimenticato Johan Cruijff e la contestualizziamo al momento d'oro che vive il Gela calcio. Si, perché i ragazzi in biancoazzurro usano la testa e non si lasciano travolgere dagli eventi. Senza andare troppo lontano, l'esempio portante è la partita disputata appena una settimana fa a Messina. Sotto di un uomo e contro una formazione di tutto rispetto, i gelesi sono riusciti a metabolizzare il colpo dell'espulsione, hanno continuato a giocare come se nulla fosse accaduto e, al momento giusto, hanno tradotto in gol tutto quello che avevano precedentemente creato. Hanno agito di testa e le gambe hanno fatto il resto. Così come accaduto mercoledì al "Vincenzo Presti" contro la Vigor Lamezia e quindici giorni prima col Ragusa. Ragionando, studiando l'avversario, colpirlo ed affondarlo al momento giusto. L'artefice di tutto questo, ha un nome: Gaspare Cacciola. Il tecnico biancazzurro conosce il mondo del calcio per averci giocato e allenato. Farsi travolgere dalla frenesia di cercare il gol a tutti i costi, è assolutamente controproducente. Bisogna sapere aspettare e l'azione propizia, se costruita diligentemente, arriva. Ed è in quel preciso momento che l'occasione diventa appetibile e, di contro, indigesta per gli avversari. L'allenatore gelese il suo mantra lo ha trasmesso al gruppo che ha recepito e fatto suo. Per Cacciola, persona perbene e custode di un linguaggio diretto e mai contorto con nessuno, parlano i numeri: tre promozioni in D con Giarre, Siracusa e Gela e un secondo posto, in D, sempre con gli aretusei, alle spalle di un Trapani maestoso. E' stato un centrocampista dai piedi vellutati con esperienze anche in serie B con la maglia dell'Andria e trascorsi in C1 e C2. Ecco perché il calcio lo conosce come le sue tasche. Il modo migliore per fare un gran bel lavoro è amare quello che si fa...Diciamola tutta, senza girarci attorno. Vedere il nome Gela, alla pagina 259 del televideo Rai, al primo posto in classifica a quota 10 punti, è semplicemente un godimento assoluto! La classifica la troviamo anche sui giornali o on-line ma la sensazione che si prova a leggerla in tv, non ha eguali.

Gela primo dopo 4 giornate di campionato, frutto di tre vittorie (due casalinghe) e di un pareggio. Nessun gol subito. La difesa, con un super Minuss e guidata da Giuliano, Sbuttoni, Panzera, Marino e Petta, è dunque imbattuta, così come quelle del Vado e del Chisola nel girone A. Un record in serie D. Una difesa che non subisce è merito anche di un centrocampo che eregge una diga a suo sostegno. Giacomarro, Cangemi e Maltese, sono dei pilastri. Dall'altra parte è ampiamente riconosciuto il principio strategico che bisogna fare gol e il Gela, nei primi 360 minuti, ne ha realizzati 7 alla media di 1.75 a partita. Quando sul fronte avanzato si può disporre di attaccanti come Sarao, Aperi, Sartore e del nuovo acquisto Mbakogu, si può stare tranquilli. Tra serie D e professionismo, Sarao la via del gol la conosce bene: 110 reti in 462 presenze. Così come l'attaccante nigeriano che in 320 partite (in Italia, Russia, Grecia e Croazia) ha segnato 67 gol. 95 sono quelli realizzati da Aperi in 338 gare, tra Eccellenza e serie D e 19 quelli messi a segno dall'attaccante brasiliano in 254 incontri tra serie C e D. Prezioso, in questo avvio di stagione, è l'apporto di chi è subentrato dalla panchina. E' giusto riconoscere i meriti a chi ha saputo scrutare il mercato e ha agito con grande e riconosciuta professionalità. Il riferimento è al direttore sportivo Aurelio Lo Bianco e al direttore generale Alessandro Bonaffini. Entrambi hanno costruito una squadra che darà filo da torcere alle pretendenti al salto di categoria e ampiamente osannate ai nastri di partenza del torneo. Al momento Reggina, Gelbison e Nissa sono attardate dal Gela capolista e con giustificati mugugni da parte di chi ama quei colori. Un plauso, un merito al presidente Toti Vittoria che non ha lesinato energie (soprattutto in ambito economico) per l'allestimento della compagine, grazie al supporto, anche motivazionale, dei suoi più stretti collaboratori: Francesco Salsetta, Luigi Alabiso, Umberto Cuvato, Totò Scerra ed Alessandro Grasso. Tutto l'impegno profuso dalla società e dalla squadra, i tifosi lo hanno ben capito. I supporters, vivono il calcio in maniera più intensa, sembra più una religione e la bellezza del tifo è che sugli gli spalti trovi l'intellettuale, l'operaio, lo studente, il disoccupato. Tutti uniti da una grande fede calcistica in un improvvisato laboratorio ideale per manifestare il proprio sostegno, in un coinvolgimento emotivo profondo. E' pur vero che arriveranno anche tempi bui (è la legge dello sport) ma nessuno potrá mai fermare il senso di appartenenza, di identità e di comunità che va oltre il risultato. Società, squadra e tifosi stanno facendo la loro parte, adesso tocca a chi gestisce l'amministrazione comunale contribuire a dare un'accelerazione al progetto calcistico, intervenendo soprattutto sulle strutture. Perché il calcio rappresenta un volano per la città, un motore di sviluppo e crescita economica, sociale e culturale. Il concetto calcio si basa sull'effetto moltiplicatore e genera introiti e finanziamenti per altri sport e settori. Il calcio può portare benefici tangibili, sono dietro l'angolo le opportunità per la creazione di lavoro (tra diretto ed indotto), il miglioramento del contesto urbano, attraverso il gioco e l'organizzazione di eventi. Tutto ciò, però, può accadere (e speriamo che accada presto) mettendo insieme le forze. E' assodato che la presenza di una società calcistica seria e di una squadra forte, aumenta l'attrattiva della città per residenti e amanti del bel gioco. Perché il calcio, va oltre il semplice gioco e diventa specchio della società, un vero catalizzatore di emozioni. E' un elemento di forte identità collettiva che incarna passioni, fede, amore ed emozioni. L'acrostico del nome Gela è racchiuso in quattro parole: gentile, equilibrato, leale, abile. Già basta questo...Intanto godiamoci la vetta della classifica e i successi biancazzurri mentre sui volti dei tifosi si legge un sorriso aperto, segno tangibile di una gioia appena cominciata e straripante.

Foto di Davide Gerbino