Uno stadio pieno di bandiere biancazzurre, “Musica fantasia” di Rondò Veneziano ad accompagnare il Gela che entra in campo. E lui, dal centro della tribuna, lì sempre ad applaudire i suoi ragazzi. Ecco, lo ricordo così.
Tre anni fa si spegneva il presidente Angelo Tuccio. Una malattia terribile, contro cui ha lottato con la sua grande forza, non gli ha dato scampo. Tre anni dopo, e anche ben oltre, resta il ricordo di un grande uomo, imprenditore, dirigente sportivo che ha dato tutto se stesso per lo sport in città, portando il calcio a Gela dove mai era arrivato. Divenne presidente del Gela calcio nell’estate 2006, ripartendo dalla Serie C2 con il Lodo Petrucci, sempre seguito dal fratello Carmelo: un altro grande uomo e imprenditore, scomparso nel marzo 2016. Restò alla guida della società biancazzurra fino alla stagione 2016-17, passando dalla Prima Divisione alla Terza Categoria per poi rinascere, con un ritrovato entusiasmo che grazie a lui tornò a coinvolgere tutta la città.
Come non ricordare la stagione 2010-11 in Prima Divisione, l’ex Serie C1: la vittoria al “Presti” contro il Foggia di Zeman, Insigne e Sau resta una pietra miliare nella storia dello sport gelese. Il Gela calcio era la sua creatura, la amava profondamente e il suo sogno sportivo era quello di puntare alla Serie B. Ma sosteneva lo sport a 360 gradi, dato che la sua azienda era top sponsor di quell’Eurotec Pallavolo Gela che vinse la Coppa Italia e raggiunse la Serie A2 di volley. Altri tempi, altri uomini.
Chi scrive ha un cassetto di ricordi legati al presidente Tuccio che custodisce gelosamente. Quando si stava insieme a lui si assaporava il piacere di condividere momenti con una persona unica, dal carisma incredibile. Soprattutto per ciò che Angelo Tuccio ha regalato alla storia sportiva della sua città, che ha amato immensamente, siamo certi che non potrà mai essere dimenticato.
La fortuna aiuta gli audaci. Perché il destino gli uomini se lo costruiscono da sé, anche quando credono che nulla possono fare per incidere sul loro stesso cammino. Non è così. Coraggio, determinazione e resilienza permettono a chiunque di realizzare grandi cose. Ed il calcio, dato che lo sport è metafora assoluta della vita, ce l’ha ricordato domenica scorsa. Luca Savasta è il nuovo uomo della storia del Gela calcio.
Una storia che ha attraversato momenti gloriosi e fasi di profonda decadenza, ma che domenica ha visto chiudersi un cerchio in una giornata epica. Una giornata in cui c’è e ci sarà per sempre la firma dell’attaccante palermitano, 10 gol stagionali prima di arrivare ai playoff, dove ha messo a segno la seconda rete sul campo del Venafro nel ritorno della semifinale per poi realizzare il sogno suo, della sua squadra e di tutti gli sportivi gelesi.
Una doppietta nella finale di ritorno, inframezzata dall’altra splendida rete siglata dal suo compagno di reparto Ivan Agudiak. Quando Luca Savasta ha messo dentro la palla del 3-0, con un gol di grande opportunismo, quello che solo i veri attaccanti hanno, ha scritto la storia e messo al loro posto tutte le tessere di un meraviglioso puzzle biancazzurro. Del suo gol, di questo Gela, di questo “miracolo” sportivo nessuno si dimenticherà mai.
Un momento che può davvero essere storico per lo sport e per la città. Dopo la conquista della Serie D da parte del Gela calcio, assume un valore ancora più importante il progetto di restyling dello stadio comunale presentato alla Pinacoteca di viale Mediterraneo. Gli interventi previsti si riferiscono al rifacimento della copertura della tribuna, la riqualificazione del fronte lungo via Pozzillo, la riorganizzazione dei box dedicati alla stampa, l’adeguamento della gradinata con interventi di impermeabilizzazione e supporto superificiale.
E ancora, l’installazione di un impianto fotovoltaico da 12Kw per l’illuminazione di tribuna e spogliatoi, l’impianto da 12 pannelli solari per l’integrazione del sistema ACS degli spogliatoi, il rifacimento completo degli impianti di illuminazione, riscaldamento solare, idrico ed elettrico.
L’intera struttura sarà caratterizzata da un design innovativo, con una copertura in acciaio zincato a forma di vela che richiamerà i colori sociali del Gela calcio, il bianco e l’azzurro. Durante la presentazione del progetto sono intervenuti il sindaco Terenziano Di Stefano, gli assessori Peppe Di Cristina e Luigi Di Dio, l’arch. Dario Menichetti dello studio Menichetti di Livorno che ha redatto il progetto stesso, il dirigente Porr Tonino Collura ed il Rup Orazio Marino.
I lavori, dopo la documentazione per l’avvio della gara d’appalto già inviata alla Regione, potrebbero partire in autunno per completarsi in otto-nove mesi. Si tratta di un intervento nell’ambito del cluster “Sport e inclusione sociale” del Pnrr, per un importo di 1milione di euro cui va aggiunto il cofinanziamento da parte del Comune con 500 mila euro “sbloccati” grazie alla variazione di bilancio favorevolmente votata in consiglio comunale lo scorso marzo. La volontà della politica, unanime, è quella di intitolare lo stadio – una volta completato il percorso di ristrutturazione – all’indimenticato presidente Angelo Tuccio, un uomo che ha amato Gela e dedicato tutto sé stesso al Gela calcio.
Con un palazzetto gremito, la Gymnastics Club ha celebrato il suo 25º Saggio di fine anno, trasformando una semplice esibizione in un viaggio tra emozioni, talento e valori educativi.
Il saggio non è solo un punto d’arrivo, ma un rituale collettivo che segna la crescita degli atleti. A differenza delle gare, che premiano la performance tecnica, il saggio libera l’espressività, la creatività e l’anima degli allievi, diventando così uno specchio autentico del lavoro svolto in palestra.
La serata si è aperta con “Le ali dorate”, metafora visiva del “prendere il volo nella vita”, seguita dalla sezione di Niscemi con il suo energico ritmo hawaiano. Il pubblico ha partecipato con entusiasmo anche alle coreografie moderne degli atleti più grandi.
Momenti toccanti si sono susseguiti: i piccoli della sezione di Mazzarino, vestiti da “Minions”, hanno danzato in clima tropicale, coinvolgendo anche i genitori, che sono entrati in scena, in un abbraccio simbolico tra generazioni.
Altro passaggio intenso: “I 5 elementi” — aria, inquinamento, terra, acqua, fuoco — una coreografia potente con un messaggio ambientale: proteggere ciò che siamo e ciò che abbiamo. La sezione di Gela ha iniziato con la “gioia dei piccoli surfer” alle “farfalle della ritmica”, la trasformazione da crisalide a farfalla, ogni gruppo ha raccontato un pezzo di sé: il circo, la forza delle emozioni, la “tempesta dell’anima” Una grande gonna scenica accoglie e avvolge le ginnaste, simbolo dell’emozione che le unisce. La ginnastica artistica ha poi travolto con energia e carisma usando attrezzi tipici della disciplina, fino ad arrivare all’imponente esibizione con il “Trampolino Elastico”, novità assoluta che ha impreziosito la scena.
Ogni atleta, piccolo o grande, ha dato il massimo. Questo saggio non è solo sport, è formazione, arte, identità. È il nostro modo di educare alla vita.
Un grazie immenso alle famiglie, agli istruttori e a tutti coloro che credono che la ginnastica possa essere uno spettacolo, ma anche uno strumento di crescita profonda.