Mentre la città brucia il sindaco di Gela si preoccupa di porre l’accento sulla promessa arrivata ieri da Palermo: la Protezione Civile della Regione Siciliana, su disposizione del governatore Nello Musumeci, interverrà a Gela per riparare la condotta principale di collegamento dell’invaso Cimia-Vasca Badia, che ha funzione di irrigazione per l’intero comprensorio Disueri.
Interverrà. Speriamo che il futuro di questo verbo si trasformi in realtà.
I lavori, che interesseranno il chilometro 80+700 della SS 117 Bis, porranno fine ai problemi di approvvigionamento idrico delle aziende agricole ricadenti nella vasta area e ai frequenti allagamenti di un tratto di strada e di una rotatoria dell’Anas.
“Da due mesi gli agricoltori di quella zona soffrono la penuria di acqua, a causa della semplice rottura di un tubo della condotta nei pressi di Giaurone. Problema che si è aggiunto a quelli, atavici, dovuti agli invasi fuori uso. Non solo. Qualche tempo fa, un altro guasto aveva interessato l’interconnessione tra Disueri e Cimia, e anche in quel caso la riparazione era arrivata dopo mesi.
Quindi, a fronte di questa bella notizia, faccio mie le preoccupazioni degli agricoltori della Piana di Gela, le cui attività imprenditoriali sono in serie difficoltà e che, con la stagione estiva imminente, e la conseguente diminuzione delle piogge, non riescono a dormire sonni sereni.
I lavori dell’invaso Cimia-Vasca Badia, per i quali c’è un impegno di spesa di 180 mila euro, consisteranno nella collocazione di una nuova tubazione in polietilene con “pressotrivella”, all’interno di quella già esistente in vetroresina. E’, di certo, un intervento che denota attenzione verso il nostro territorio, nonché un primo, timido ma importante segnale a sostegno degli imprenditori agricoli. Chiedo, però che la Regione non dimentichi che rimaniamo in attesa della manutenzione ordinaria e straordinaria delle dighe e dello sfangamento, per evitare di sversare ancora in mare. Da anni gli agricoltori sollecitano i lavori di ripristino necessari per poter erogare l’acqua nei campi e nelle serre con regolarità, e speriamo che, sulla scia di questo stanziamento annunciato ieri, si possa proseguire su questa linea. Ne va delle sorti future di un intero settore, vitale per la nostra economia
Si avvicina il mese di maggio e le parrocchie rendono omaggio a Maria, cui tradizionalmente, il mese è dedicato.
Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria
Stasera alle 21, al Santuario Maria Ss dell’Alemanna, sotto la guida di Don Rosario Sciacca, cominciano le celebrazioni.
Ecco il calendario degli eventi liturgici:
L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica Il mese di Maria o sia di Maggio e di don Giuseppe Peligni.
Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria. L’invito a non trascurare la recita del Rosario soprattutto nel mese di maggio viene da lontano.Nell’Enciclica Ingruentium malorum del 1951, Pio XII scriveva: «È soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace».Anche il Magistero incoraggia questa devozione nata dal popolo. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia».Nessun fraintendimento però sul ruolo della Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Anche papa Montini attribuiva una straordinaria importanza al Rosario recitato in famiglia: «Non v’è dubbio – scriveva – che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci ‘preghiere in comune’ che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia l’espressione più gradita.
Un gesto semplice che parla d’affetto, collaborazione,inclusione: è un’iniziativa dedicata alle mamme in occasione della loro festa domenica 13 maggio.
L’Aias Ets ha organizzato la manifestazione “Con le mani, con il cuore”, un momento do coccole per le mamme a cura della maje up artist Deianira Dammaggio, la fotografa Maria Sciacca e i ragazzi del seminterrato.
Appuntamento il 13 maggio all’Aias dalle 9.30 alle 11 30 con le coccole alle mamme e un dolce break
Le classi della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Romagnoli-Solito” in visita nei luoghi della street art del progetto “Ué – Eventi Urbani”, tra via Morello e via Pisa. Un momento di gioia, colore ed entusiasmo per i bimbi che hanno anche realizzato un’attività artistica all’insegna della creatività.
La scuola guidata dal dirigente Gianfranco Mancuso ha dunque promosso un’iniziativa di cittadinanza attiva e valorizzazione del territorio, che ha avuto come protagonisti i piccoli alunni. Presenti e attente le maestre che hanno accompagnato e seguito i loro allievi: ad ideare l’iniziativa è stata l’insegnante Filippa Ciaramella.
«Felicissimi di aver mostrato ai bambini il “volto” e le opere di “Ué – Eventi urbani”, la loro gioia è contagiosa e anche per loro siamo all’opera nella rigenerazione culturale del centro storico», ha detto Roberto Collodoro direttore artistico di “Ué”.