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In otto presentano un esposto per salvare i boschi dagli incendi

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Otto fra associazioni, gruppi e singoli ambientalisti hanno presentato un esposto-denuncia ai Procuratori della Repubblica di Caltanissetta e di Gela in merito alle attività di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi nel territorio provinciale. L’esposto – sottoscritto da Salvatore Nocera del Coordinamento regionale “SalviAmo i Boschi”, Ennio Bonfanti del WWF Sicilia Centrale, Francesca Maria Lapis dell’Associazione “Il sogno di un uomo ridicolo”, Pietro Amico dell’Ass. “Pupi di Surfaro”, Giancarlo Ania del Movimento NO-MUOS, Giovanni Balbo, Guida Naturalistica FederEscursionismo Sicilia, Fabio Bonsignore dell’Ass. “Straula” e della Pagina Facebook “Il Seme di Chico” e Debora Falzolgher del CEA Centro di Educazione Ambientale di Niscemi – trae origine dalla gravissima situazione degli incendi che hanno colpito la provincia sin dal mese di maggio 2021: 11-12/5 fuoco appiccato alla Riserva “Biviere di Gela”; 24/06 incendio boschivo in località Disueri (Mazzarino); 24/06 Borgo Stizza (Niscemi); 11/07 Monte San Giliuano (Caltanissetta).

Incendi che in provincia di Caltanissetta, come in tutta la Sicilia, hanno bruciato migliaia di ettari di aree boschive e, quel che è più grave, aree protette, Siti “Natura 2000”, Riserve e Parchi regionali. “Incendi, a detta delle forze di controllo preposte, quasi sempre dolosi, spesso appiccati da mani criminali esperte, in ore serali o notturne e in rapida successione così da impedire efficaci azioni di spegnimento. Incendi – sottolineano gli esponenti nella loro denuncia – che distruggono un patrimonio naturalistico di alberi e fauna, che sottraggono ambienti pregiati e benessere alle comunità, che distruggono preziose aree agricole e che minacciano le case di civile abitazione con pericolo di vita per gli abitanti. E, considerando il riscaldamento globale ormai accertato dalla comunità scientifica, tali incendi contribuiscono ad aumentare la quantità di CO2 in circolo con le conseguenze negative note”.

Nell’esposto si evidenziano numerose e gravi inadempienze e ritardi nelle azioni preventive: “in particolare la campagna di prevenzione agli incendi 2021 è partita in forte ritardo nonostante i ripetuti appelli ad anticipare la stagione da parte delle Associazioni ambientaliste e nonostante i primi incendi fossero già stati avvistati nel mese di marzo; nella maggior parte dei territori i viali parafuoco non sono stati a tutt’oggi realizzati a causa del ritardo nell’approvazione in bilancio dei fondi per la retribuzione degli addetti. Ciò rende più pericolose le operazioni di spegnimento da terra e favorisce il propagarsi degli incendi”.

Per questo i sottoscrittori dell’esposto ritengono “necessario accertare se e come le Autorità ed Organi competenti abbiano attuato – in maniera completa ed efficace – tutte le azioni ed attività loro demandate per legge. In particolare, si evidenzia che sul territorio provinciale è palesemente riscontrabile da chiunque l’assenza di scerbatura dei bordi stradali di competenze dei gestori delle strade stesse (Comune, Libero Consorzio, ANAS, Privati ecc.)”.

Risultano platealmente disattese anche le prescrizioni contenute nel Decreto del Presidente della Regione Siciliana 4 giugno 2008 recante “Direttive per la redazione dei regolamenti comunali in materia di fuochi controllati in agricoltura” – si legge nel documento inoltrato alle Procure – al cui rispetto e vigilanza sono demandati i Sindaci”: si tratta dell’obbligo per tuttii proprietari e conduttori di fondi lungo tutte le strade di tenere puliti i terreni almeno per una fascia di 20 metri dalla scarpata e/o banchina; “nei terreni coltivati a seminativo è fatto obbligo di realizzare una fascia avente ampiezza non inferiore a mt. 10 in cui non siano presenti stoppie, cespugli o altro materiale infiammabile. Tale fascia dovrà essere realizzata lungo l’intero perimetro del fondo, mediante aratura”. Anche le similari prescrizioni contenute nelle ordinanze sindacali emesse da ogni Comune risultano gravemente inattuate, senza che ciò sembri sortire alcuna reazione da parte degli Organi di vigilanza.

L’esposto si conclude con la richiesta ai“Procuratori della Repubblica aditi di perseguire i responsabili degli eventuali fatti penalmente rilevanti che si dovessero ravvisare nell’esposizione dei fatti”, auspicando che le indagini non si limitino all’individuazione dei criminali responsabili diretti degli incendi, “ma anche di tutti coloro che, pur avendone le responsabilità istituzionali, non hanno attivato le misure preventive che ne avrebbero certamente limitato i danni, accertando – anche ai sensi e per gli effetti della L. 68/2015 su disastri ambientali – quali Autorità e Organi avrebbero dovuto prendere provvedimenti e iniziative per prevenire e scongiurare questa situazione che, di ora in ora, rischia di peggiorare”.

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Studenti dei Licei Carafa di Mazzarino in visita al presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” di Gela

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Gela – Nell’ambito del percorso nazionale di “Biologia con curvatura biomedica”, attivato presso l’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Carlo Maria Carafa” di Mazzarino-Riesi diretto dalla Dirigente Adriana Quattrocchi, nella giornata odierna gli alunni delle classi quarte del Liceo Scientifico e del Liceo Classico hanno visitato il Presidio Ospedaliero “Vittorio Emanuele” di Gela.

Il percorso, riconosciuto e autorizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è realizzato in collaborazione con la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e ha l’obiettivo di fornire agli studenti competenze specifiche nel campo biologico e sanitario, orientandoli verso percorsi di studio universitari coerenti e consapevoli.

Gli studenti sono stati accompagnati dalle professoresse Concetta Chiolo e Anna Maria Lo Bue, l’esperienza formativa è stata coordinata dal Dott Salvatore Pasqualetto Vice Presidente dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Caltanissetta.

Durante la visita, accompagnati dal Direttore Sanitario Dott Alfonso Cirrone Cipolla e dalla Dirigente Dott.ssa Valeria Cannizzo della Direzione Medica di Presidio, gli studenti hanno potuto simulare il percorso di un paziente trasportato in ospedale tramite il servizio di emergenza 118, con accesso al Pronto Soccorso MCAU, osservando le fasi di accettazione, assegnazione del codice di triage e presa in carico.

Il percorso è poi proseguito presso le Unità Operative di Radiodiagnostica, dove, guidati dalla Dott.re Sacco Tecnico di Radiologia e dal Dott Amico Dirigente Radiologo della Unità Operativa , gli studenti hanno osservato le moderne apparecchiature diagnostiche in uso, tra cui ecografi di ultima generazione, TAC e sistemi di radiologia digitale.

La visita è continuata presso il Laboratorio Analisi, con l’accoglienza del Dirigente Dott. Cannizzo e del Tecnico di Laboratorio Dott. Bonaffini, che hanno mostrato l’intero processo di analisi di esami ematochimici e microbiologici, dalla ricezione del campione alla processazione, identificazione del patogeno e invio dei referti alle Unità Operative.

Grande interesse anche per il Centro Trasfusionale, dove gli studenti hanno potuto conoscere le modalità di lavorazione, conservazione e utilizzo delle sacche di sangue.

Infine, l’incontro con il Direttore Medico di Presidio, Dott. Alfonso Cirrone Cipolla, ha permesso agli studenti di approfondire le nuove sfide organizzative che coinvolgono la sanità ospedaliera e territoriale, in particolare alla luce delle novità introdotte dal DM 77/2022 e della riorganizzazione in corso con il PNRR, che vedrà nascere nuove strutture e servizi tra ospedale e territorio entro il 2026.

Il Direttore Generale dell’ASP di Caltanissetta, Dott. Salvatore Lucio Ficarra, ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa:“È una nuova opportunità per i ragazzi della nostra provincia, che potranno così contare su percorsi di orientamento più aderenti alle proprie inclinazioni personali e su esperienze formative di alto valore all’interno delle nostre strutture ospedaliere”

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Storia del Conclave

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Il popolo dei fedeli con il naso all’insù e il cuore in gola, è già in attesa della fumata bianca che annuncia la scelta del 267° papa della storia del soglio Pontificio di Pietro. Nelle chiese si moltiplicano le preghiere allo Spirito Santo affinchè possa ispirare i cardinali, che si riuniscono per le votazioni il 7 maggio, ad operare la scelta giusta sul nuovo Papa che, in ogni caso, verrà accolto dai credenti con entusiasmo.

Il termine Conclave deriva dal latino cum clave, cioè “chiuso con la chiave”. Il conclave è la riunione del collegio cardinalizio della Chiesa cattolica per l’elezione del nuovo papa, nonché la sala dove avviene l’importante  riunione.

 L’evento storico che diede questo nome all’elezione dei pontefici risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali, li chiusero a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne scoperchiarono parte del tetto, in modo da costringerli a decidere al più presto chi eleggere come nuovo pontefice, ruolo che andò a papa Gregorio X, che istituisce il conclave nel 1274, con la costituzione apostolica Ubi Periculum, mentre il primo conclave ufficiale sarà quello del 1276, quindi il conclave del 2025 sarà il 76⁰ strutturato nella forma stabilita dalla costituzione apostolica Ubi Periculum; il fatto è stato ricordato nel capoluogo della Tuscia con l’inaugurazione nel 2016 di un nuovo allestimento che ricorda quelle vicende.

Tuttavia il primo pontefice eletto cum clave fu papa Gelasio II, eletto il 24 gennaio 1118 all’unanimità dei cardinali riuniti nel monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo segreto e chiuso al pubblico scelto appositamente per evitare interferenze esterne sulla scelta del successore di Pietro (si era in piena lotta per le investiture).

Nel 1492 viene celebrato il primo conclave nella Cappella Sistina (che porterà all’elezione di papa Alessandro VI), che da lì in avanti diviene sede principale per i conclavi. Nel 1878 (anno dell’elezione di papa Leone XIII) diviene sede fissa.

Il giorno fissato per l’inizio dell’assemblea, tutti i cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro e vi celebrano la Missa pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal cardinale decano. Il pomeriggio stesso i cardinali elettori, in abito corale, si ritrovano presso la Cappella Paolina e, cantando le litanie dei santi e il Veni Creator Spiritus, si avviano in processione verso la Cappella Sistina, dove, nei giorni dell’interregno, si è proceduto a installare un pavimento sopraelevato (di 70 cm, in linea con i gradini dell’altare) in legno rivestito da moquette, con uno scopo sia pratico (proteggere il pavimento cosmatesco, facilitare il movimento dei cardinali  e il posizionamento degli arredi del conclave) che simbolico: il pavimento infatti “livella” tutti i cardinali elettori, evitando che qualcuno si posizioni più o meno in alto degli altri, e idealmente li “distacca” dal mondo esterno.

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“In Sicilia il bracconaggio fuori controllo”

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Palermo – “In Sicilia il bracconaggio è ormai fuori controllo, e si spara tutto l’anno ovunque e persino in alcune aree naturali protette, anche a causa della deregulation venatoria della Regione”. Questo il grido d’allarme delle strutture regionali di Legambiente, LIPU e WWF all’indomani della notizia della denuncia di 6 cacciatori di frodo maltesi bloccati a Pozzallo (RG) mentre rientravano in patria con 500 kg di carne di cinghiale, 10 fucili e centinaia di cartucce, dopo una serie di battute di caccia nel ragusano.

Secondo le organizzazioni ambientaliste, “che la Sicilia sia diventata ‘terra di nessuno’ a disposizione di bracconieri evidentemente è noto persino all’estero! La situazione si è aggravata a causa dei provvedimenti e delle deroghe emanati negli ultimi anni dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura che – col pretesto del controllo selettivo dei cinghiali e dei daini – ha favorito la circolazione di cacciatori in ogni periodo dell’anno ed anche all’interno di alcune aree naturali protette, dove è impossibile distinguere gli spari dei ‘controllori’ autorizzati da quelli dei bracconieri che volutamente si muovono negli stessi giorni, per l’assenza di controlli e per l’effetto ‘copertura’ che i piani di abbattimento comportano”.

“I controlli? inesistenti: il Corpo Forestale Regionale ormai non è in grado di assicurare la necessaria presenza sul territorio, anche per il personale ridottissimo” – denunciano Legambiente, LIPU e WWF – “gli uffici regionali competenti in materia faunistico- venatoria si limitano alle autorizzazioni e alla parte burocratica, senza nessuna attività operativa di vigilanza”.”Riteniamo inaccettabile l’utilizzo delle norme sul controllo della fauna in sovrannumero per favorire, di fatto, una liberalizzazione dell’attività venatoria anche in alcune aree naturali protette, con rischi crescenti per l’incolumità di visitatori ed escursionisti” – concludono le tre Associazioni ambientaliste -.

“Chiediamo agli Assessori Regionali all’Agricoltura e al Territorio e Ambiente, e ai Dirigenti Regionali dei Dipartimenti Sviluppo Rurale e Ambiente di sospendere immediatamente ogni attività di abbattimento, soprattutto nelle aree naturali protette ed in questo periodo ecologicamente delicatissimo della stagione riproduttiva degli animali, di adottare soluzioni alternative per la fauna selvatica in soprannumero in casi di documentati danni, e di riattivare un serio e reale servizio di vigilanza venatoria e controllo antibracconaggio.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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