La ‘falsa pista ciclabile’
“Ma quale pista ciclabile? Questa è una falsa pista”. Quello che pensano in tanti, il presidente dell’Ascom Confcommercio Francesco Trainito, lo palesa senza mezzi termini. Una sorta di ‘Il re è nudo’...


“Ma quale pista ciclabile? Questa è una falsa pista”. Quello che pensano in tanti, il presidente dell’Ascom Confcommercio Francesco Trainito, lo palesa senza mezzi termini. Una sorta di ‘Il re è nudo’: tutti vedono ma nessuno parla. Poi quando si rivela la verità, si vede ad occhio nudo.
“Quella presentata dall’amministrazione comunale è una falsa pista ciclabile – dice il presidente Francesco Trainito – e posso dimostrarlo. Innanzitutto le regole della viabilità impongono che, per una corretta fruizione di una vera pista ciclabile, è necessario delimitare lo spazio dedicato alle bici con un cordolo e questo non c’è.
Inoltre le carreggiate delle strade individuate a contenere la supposta pista sono costantemente occupate dalle auto in sosta, come si vede nella foto, e non ci sono mai vigili urbani a supervisionare l’area in modo che gli spazi vengano mantenuti liberi per permettere che i ciclisti possano transitare con uno spazio sufficiente a contenere mezzi a due ruote e mezzi meccanici. Basta andare nel ragusano per constatare come si realizzano le piste ciclabili degne di tale nome.
Insomma una delle tante iniziative discutibili e oserei dire anche pericolose. Per fortuna non si vedono molte bici e quindi tutto rimane come era prima della annunciata pista. Nel frattempo sono state rimosse le pedane annesse a bar e pizzerie che avevano ravvivato il corso nel dopo-covid”.
“Il cartello apposto non figura nella segnaletica stradale – aggiunge Giuseppe Migliore, esperto in segnaletica – mi chiedo con quali criteri specialistici vengono messe in campo simili iniziative. Per non parlare del limite di velocità fissato a 20 chilometri che intasa il flusso stradale delle auto. A Bologna per un limite di 30 km è scoppiato il finimondo.