La Polizia di Stato di Caltanissetta ha eseguito 55 misure cautelari per i reati di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.
L’ordinanza applicativa della misura cautelare personale detentiva, è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Caltanissetta, nel corso delle indagini preliminari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura della Repubblica.
I destinatari della misura cautelare, sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Reati aggravati dalla disponibilità, in capo agli associati, di armi (anche da guerra) ed esplosivi.
Ben 500 uomini della Polizia di Stato hanno operato al fine di eseguire le misure cautelari. La Dda della Procura della Repubblica di Caltanissetta ha anche disposto di procedere alla perquisizione di tutti gli indagati e dei luoghi nella loro disponibilità per ricercare armi e droga.
Alla complessa attività di Polizia Giudiziaria hanno partecipato oltre alla Squadra Mobile di Caltanissetta, anche gli Uffici della Sisco di Caltanissetta e del Commissariato di Gela. Inoltre sono stati impiegati gli operatori delle Squadre Mobili di Catania, Agrigento, Palermo, Enna, Trapani, Siracusa, Ragusa e Padova, delle Sisco di Venezia, Messina, Catania e Palermo, del Reparto Volo di Palermo, dei Reparti Prevenzione Crimine di Catania, Palermo, Vibo Valentia, Cosenza e Siderno, delle Unità Operative di Pronto Intervento di Napoli e Palermo, delle Unità Cinofile di Catania e Palermo, del Servizio Polizia Scientifica di Roma, del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Palermo e del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica di Caltanissetta.
Al fine di garantire l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, considerata la complessa attività di Polizia Giudiziaria che ha interessato 55 soggetti destinatari della misura cautelare, il Questore di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello, ha emesso una specifica ordinanza impiegando altri 50 uomini in servizio di Ordine Pubblico.
Un altro infarto fulminante. L’ennesimo. Ne sono piene le cronache. La sorte avversa è capitata stamattina ad un operaio di 65 anni, Fabrizio Carnevale.
Si trovava al lavoro, come sempre, presso una ditta locale, appena fuori dal centro abitato, quando ha accusato un malore. Sul posto è arrivata l’ambulanza del servizio sanitario in eccedenza. Il personale ha fatto di tutto per poterlo rianimare, il paziente sembrava avesse aperto gli occhi. È stato trasportato al Pronto soccorso ma subito è sopraggiunta la morte.
“Siamo rimasti di stucco – racconta il fratello Giuseppe- quando siamo arrivati al Pronto soccorso lo stavano già portando alla camera mortuaria. Era un grande lavoraratore. Avrebbe potuto andare in pensione ma pensava di restare altri due anni”.
Lascia moglie e 4 figli maschi. I funerali saranno celebrati oggi alle 17.30 nella chiesa San Giacomo.
Ragusa – Su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, che ha coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Ispica, hanno eseguito un’ordinanza di sottoposizione al regime carcerario nei confronti di un 29enne, residente e domiciliato nella città di Ispica, già agli arresti domiciliari.
L’uomo è stato arrestato poiché risulta gravemente indiziato del reato di evasione commesso in più circostanze nel corso dell’ultimo mese a seguito della sottoposizione alla precedente misura, sicuramente meno afflittiva, degli arresti domiciliari a cui però l’uomo non è riuscito a conformare la sua personalità.
Infatti, durante i controlli ordinari effettuati dalla Stazione di Ispica e dall’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Modica nei confronti dei vari soggetti agli arresti domiciliari, l’uomo non era quasi mai presente all’interno della sua abitazione ma, violando la misura in essere, circolava per la città e in un’occasione si era anche allontanato dal comune di Ispica.
Motivo per cui l’Arma di Modica ha riferito all’Autorità Giudiziaria competente in merito alla costante violazione della misura da parte del 29enne, nei cui confronti è stata necessaria l’applicazione della custodia cautelare in carcere che, fatta salva la presunzione di innocenza del suo destinatario, è stata ritenuta allo stato degli atti l’unico strumento utile a contenere i comportamenti dell’uomo contrari alle prescrizioni impostegli.
La misura cautelare si è resa necessaria anche al fine di non destinare i militari impegnati nei controlli quotidiani alla sua costante ricerca, attività necessaria al fine di evitare che potesse commettere altre tipologie di reati durante le varie evasioni.Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal Gip in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.
La Squadra Mobile di Caltanissetta, ha eseguito una misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un nisseno di 34 anni. L’indagato, dalla ricostruzione investigativa realizzata, si sarebbe reso responsabile di reiterate condotte persecutorie nei confronti della ex compagna, non rassegnandosi alla decisione di questa di interrompere la relazione sentimentale in atto, tanto da minacciarla e molestarla, controllandone le frequentazioni e gli spostamenti, utilizzando nei suoi confronti epiteti ingiuriosi e offensivi.
L’attività d’indagine eseguita ha consentito di ottenere a carico dell’indagato, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con contestuale applicazione del “braccialetto elettronico”. Nello specifico, infatti, il Giudice per le Indagini Preliminari, valutati positivamente i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, ha emanato apposita ordinanza esecutiva con cui è stata disposta l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, estendendola anche alle due figlie minori, stabilendo la distanza minima da tenere, con l’ulteriore prescrizione di non comunicare con le stesse attraverso qualsiasi mezzo.