L'amore al tempo del 41 bis: la storia epistolare tra l'italo-inglese e il boss di Cosa Nostra
"La scrittura ci ha confortati e sostenuti fino ad oggi. Non smetteremo mai"
Una delle più profonde citazioni sul sentimento, porta la firma della scrittrice pavese Debora De Lorenzi...."Le parole non sono mai "solo parole".Come l'acqua scavano, penetrano, trasformano... “
E di parole si è nutrita, scrivendole e leggendole, l'italo-inglese Clare Renata Holme, nata a Westminster, residente a Modena, impegnata in progetti di reinserimento, che dal 2008 ha intrapreso un rapporto epistolare, da cui è sfociata una relazione sentimentale, con il gelese Davide Emmanuello, 60 anni, ristretto dal 1993 al regime del 41 bis (sta scontando tre ergastoli) indicato di essere il boss dell'omonimo clan, legato a Cosa Nostra. Davide Emmanuello è fratello di Daniele (morto il 3 dicembre del 2007 durante una sparatoria con la Polizia a Villapriolo nell'Ennese, durante le fasi della sua cattura) e di Alessandro e Nunzio (anche loro in carcere da tantissimo tempo). Indagini, testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, processi e sentenze passate in giudicato, hanno indicato nei quattro congiunti Emmanuello, personaggi di uno spessore criminale elevato e protagonisti della guerra di mafia in città tra la fine degli anni '80 e gli inizi del '90, che causò più di 130 omicidi e il doppio di tentativi di omicidi. Mesi addietro, la Corte di Cassazione ha stabilito che Davide Emmanuello, attualmente detenuto nel carcere di Sassari, dopo essere stato in cella a Voghera e Catanzaro, ha diritto a incontrare Clare Holme per “il diritto all’affettività” non rilevando rischi concomitanti. E dopo lo scambio di centinaia di lettere (sempre rispettando i canoni imposti dal regolamento penitenziario), finalmente Clare Holme ha potuto incontrare il suo lui, fino a quel momento solo immaginato e visto semplicemente nelle foto segnaletiche apparse sui quotidiani e di cui, adesso, l'universo social è pieno. Entrambi hanno ascoltato il suono delle voci, da una parte e dall'altra.
Cosa ha provato quando, anche attraverso un vetro, ha visto per la prima volta Davide Emmanuello?
"Ho percepito il pieno impatto della crudeltà a cui siamo sottoposti e ho cercato di usare al meglio il tempo concesso per fargli sentire quanto gli voglio bene. Incredibile l'insieme di gioia e dolore che mi ha investito in quel momento. Andare via è stato un dolore feroce e cronico"
Era come lo immaginava?
"Ho avuto la sensazione che ci conoscessimo da sempre come del resto è sempre stato anche per lettera".
Un amore è fatto di abbracci, baci,carezze ...e tanto altro ancora. Il vostro dunque è un amore semplicemente platonico, privo di una componente fisica ed erotica....
"L'intimità non è solo fisica ... A noi il contatto fisico è precluso dalle circostanze: una condizione che non auguro a nessuno, disumana e poco rispettosa delle persone che, è noto, hanno bisogno di esprimersi, appunto, anche attraverso un abbraccio. Si pensi solo che, quando lui ha dovuto affrontare dei lutti, io non ho potuto nemmeno stargli vicino, se non con le solite lettere..."
Lei in questi 17 anni ha amato un uomo invisibile. Come ha fatto?
"Più che invisibile direi che Davide è una persona sensibile e, malgrado le sofferenze che patisce e che nemmeno io conosco con esattezza, riesce a trasmettermi con la forza delle sue parole continuità e sicurezza nel nostro rapporto. Scherzando, ci diciamo spesso che stiamo assieme in reciproca assenza. Questo non impedisce il continuo crescere del nostro affetto e la certezza di voler esserci l'uno per l'altra".
Cosa la induce a pensare che Davide Emmanuello non sia quello che è stato descritto dalle sentenze dei giudici?
"Il fatto che lo penserebbe chiunque leggesse per bene le carte processuali. Non solo chi è esperto o un giornalista, anche una persona comune. Il problema vero è il pregiudizio, il cognome che porta. La sua condanna è stata occasione di libertà immeritata per tanti e la facile carriera di molti".
Pensa tutto ciò perché è innamorata o c'è dell'altro?
"Veda, io sono per metà inglese e ho ricevuto un'educazione tale da non confondere l'amore con l'onestà intellettuale. Provo un grande sentimento per Davide, ma la verità è al di sopra di ogni cosa. Qui è stata commessa una grande ingiustizia nei confronti di tutti, non solo verso il prigioniero. Scaricando le colpe su Davide si sono risolti grandi imbarazzi, a cominciare da quello dell'inefficienza della politica sul tema sicurezza e giustizia".
Il suo obiettivo è quello di dimostrare l’innocenza di Davide Emmanuello. Come pensa di farlo?
"Bisogna premettere che Davide, oltre ad essere posto in regime di 41 bis, è stato privato del diritto di svolgere alcuna attività per 33 anni e che sia povero è un dato di fatto che non ha facilitato nel passato l'avere un'adeguata difesa. Ad ogni modo, non mi sono arresa. L'anno scorso sono riuscita a mettermi in contatto con uno scrittore d'inchiesta siciliano (il vittoriese Emilio Tringali, ndr) che aveva già indagato sulla morte del fratello di Davide, Daniele. Gli ho fatto avere le carte che avevo recuperato, facendogli vincere le sue perplessità iniziali. Abbiamo scritto un libro insieme. Sappiamo di avere tutto contro ma il coraggio non ci manca. Inoltre, confido molto nell'avvocato vittoriese Santino Garufi, che ora sta lavorando per promuovere una revisione".
Dopo il vostro ultimo e finora primo incontro de visu, avete continuato a scrivervi?
"Chi non c'è in mezzo non può comprendere. Scriverci presenta difficoltà varie, con la possibilità che le lettere non vengano recapitate perchè censurate. In quel po' che ci resta cerchiamo di comunicare. Un vero inferno, grottesco e medievale. Sembra come un film horror. Tuttavia, la scrittura ci ha confortati e sostenuti fino ad oggi. Non smetteremo mai"
Quando qualcuno le chiede del suo lato sentimentale, lei cosa risponde?
"Qui, mi avvalgo della facoltà di non rispondere! I sentimenti sono estremamente personali, non sono comunicabili, a volte nemmeno spiegabili. Paradossalmente, Davide mi fa stare bene ed è l'interlocutore della mia anima".
Amando un uomo che si trova in carcere, non si sente anche lei tra le sbarre?
"Assolutamente si! Privata del diritto di amare. Punita da innocente. Quotidianamente, vivo una vita normale, sono impegnata nel sociale ma il mio cuore è in quella cella sotterranea del supercarcere "Bancali" a Sassari".
Avete mai pensato di sposarvi?
"Glielo chiederò appena esce! Se deve succedere, avverrà a Gela".
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