Oltre ogni data, oltre ogni simbolo. Il 25 novembre è tutti i giorni

Oggi diamo i numeri. Giusto per farci un’idea, per riflettere un po’ insieme, cosa che non guasta, sia per rinfrescarci la memoria che per cercare di confrontarci con l’attualità. E con la realtà. Dal...

23 novembre 2021 13:30
Oltre ogni data, oltre ogni simbolo. Il 25 novembre è tutti i giorni -
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Oggi diamo i numeri. Giusto per farci un’idea, per riflettere un po’ insieme, cosa che non guasta, sia per rinfrescarci la memoria che per cercare di confrontarci con l’attualità. E con la realtà. Dall’inizio del 2021 sono state uccise 108 donne. Quelle vittime di episodi di violenza sono ovviamente, e purtroppo, molte di più. Al fenomeno triste, terribile, vergognoso della violenza contro le donne si aggiunge anche un inasprimento del problema causato dalla pandemia: perché stare a casa, nei momenti in cui le restrizioni anti contagio l’hanno imposto, per tantissime donne non significava proteggersi dal virus ma prolungare la loro sofferenza. Renderla spesso senza via d’uscita.

Prendere coscienza di questo immenso problema significa trattarlo con urgenza e soprattutto rispetto a tutti i livelli, principalmente sotto il profilo istituzionale. Ecco perché appare semplicemente desolante che ieri, intervenendo alla Camera sul tema, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti avesse in aula soltanto altri 8 deputati. Su 630. Dopo gli applausi dei senatori alla bocciatura del ddl Zan, ecco il silenzio e l’assenza alla Camera mentre si discute della mozione contro la violenza sulle donne.

Giovedì prossimo, 25 novembre, sarà il giorno dedicato alla riflessione su questa piaga della nostra società: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne vedrà, giustamente, la consueta mobilitazione della società civile con tante piccole e grandi iniziative di sensibilizzazione, formazione e informazione sul tema. Piccoli e grandi momenti, piccoli e grandi gesti che daranno speranza, come il cartellone realizzato dalle maestre della scuola “Luigi Capuana” che lavorano in ospedale, già posizionato all’ingresso della sala parto del Vittorio Emanuele: “Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne”, una frase scritta con diverse tonalità di rosso per indicare il sangue versato dalle donne vittime di femminicidio.

Ed è importante che tutti, donne e uomini (sì, anche gli uomini, soprattutto gli uomini, perché questa battaglia di civiltà non può assolutamente avere differenze di genere), conoscano un numero fondamentale, 1522, il numero antiviolenza e stalking promosso dalla Presidenza del consiglio dei ministri e attivo h 24. Contro la violenza, ma anche contro l’indifferenza che spesso ci fa voltare la testa dall’altra parte: solo un movimento di popolo a 360 gradi, coeso e compatto, potrà portarci a quel numero desiderato, 0, che vogliamo vedere alla voce “donne vittime di violenza”. Un numero che non può e non deve essere solo un sogno.

Il cartellone realizzato dalle maestre della "Scuola in ospedale"
Il cartellone realizzato dalle maestre della "Scuola in ospedale"

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