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Giudiziaria

Personale Ata e punteggio per servizio militare: accolto ricorso di decine di lavoratori

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Roma – Nuovo importante pronunciamento in favore di personale scolastico a cui non è stato riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del merito il corretto punteggio per il servizio militare prestato.

Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha infatti accolto il ricorso presentato da alcune decine di lavoratori Ata che si sono rivolti allo Studio legale Limblici Palumbo per contestare l’applicazione di una differenza nel calcolo del punteggio attribuito per il servizio militare prestato in costanza di rapporto di impiego con il Mim da quelli attribuiti per il servizio prestato prima dell’impiego.

Una distinzione priva di un effettivo riferimento normativo che la giustifichi, come è stato chiarito in maniera univoca già nel recente passato proprio Consiglio di Stato in una importante sentenza pronunciata proprio in favore di alcuni lavoratori Ata assistiti dallo Studio Limblici Palumbo.

Adesso i giudici amministrativi, in riforma di una sentenza del Tar, hanno accolto l’istanza cautelare proposta ritenendo che “che i motivi dedotti appaiono assistiti da apprezzabili elementi di fumus, con riguardo alla prospettata illegittimità del diverso punteggio assegnato a seconda che il servizio militare sia prestato o meno incostanza di nomina, e meritano quindi adeguato approfondimento nella sede propria di merito”.

Il Consiglio di Stato ha, in particolare, ritenuto sussista il periculum in mora, “atteso che la mancata piena valutazione del servizio militare prestato dagli appellanti con punteggio equiparato al servizio effettivo comporta un posizionamento deteriore nella graduatoria”.

“Si tratta di un nuovo importante risultato che conferma quanto rappresentato fin qui a tutela dei nostri assistiti – spiegano gli avvocati Giuseppe Limblici, Francesca Palumbo e Laura Cacciatore -, cioè che a migliaia di lavoratori viene costantemente negato da anni ormai il riconoscimento di un diritto, che è quello di godere del punteggio spettante per aver svolto non solo il servizio militare, ma anche il servizio civile”.

Il pronunciamento di merito si terrà nel febbraio 2025

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Giudiziaria

Don Rugolo condannato anche in Appello

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Tre anni di reclusione: è la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Caltanissetta che ha condannato don Giuseppe Rugolo, il sacerdote ennese accusato di violenza sessuale su minorenni. I giudici hanno applicato l’attenuante della tenuità del fatto per due delle vittime individuate, rideterminando la sentenza di primo grado che era stata di quattro anni e sei mesi.

L’impianto dell’accusa ha retto anche in appello, come la credibilità del giovane archeologo Antonio Messina, sulla cui denuncia è stato incardinato il processo. La Corte d’appello ha estromesso la diocesi di Piazza Armerina dalla responsabilità civile

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Giudiziaria

Sentenza amianto killer: difesa condannata

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Roma – Amianto killer nelle navi della Marina: la Difesa condannata in via definitiva a risarcire 400mila euro la famiglia di Michele Cannavò morto di mesotelioma.

La vittima è stata esposta senza protezione per 34 anni nei cantieri e sulle navi .

Una nuova, pesante condanna, appena passata in giudicato, quindi definitiva, per il Ministero della Difesa: il Tribunale Civile di Roma ha stabilito un risarcimento di circa 400mila euro in favore dei familiari di Michele Cannavò, motorista navale della Marina Militare, deceduto a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione prolungata all’amianto.

Cannavò, originario della provincia di Catania, e residente a Siracusa, ha servito per 34 anni lo Stato tra il servizio militare e civile, operando in ambienti contaminati e privi di adeguate protezioni. Imbarcato su diverse unità navali – tra cui la Nave Albatros e il MOC 1201 – e impiegato nell’Arsenale Militare di Augusta, è stato quotidianamente a contatto con fibre di amianto: nei motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte, fino agli stessi ambienti di vita delle navi.

Un’esposizione continua, intensa e silenziosa, che gli è costata la vita. La diagnosi è arrivata nel 2019. La morte, appena due mesi dopo.L’INAIL ha riconosciuto il nesso causale tra l’infermità e le mansioni svolte in Marina, nel periodo del servizio civile. Una conferma ulteriore della gravità della negligenza istituzionale.

“Finalmente giustizia per la famiglia Cannavò” – commenta Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari – “Questo risarcimento non potrà restituire Michele ai suoi cari, ma rappresenta un passo in avanti verso la tutela delle vittime e la bonifica definitiva dell’amianto da navi e arsenali militari.”

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Giudiziaria

Inchiesta Camaleonte: assolti gli imprenditori Luca e il dirigente di polizia Giudice

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Cade in primo grado l’impianto dell’inchiesta Camaleonte che ha coinvolto gli imprenditori Luca accusati di rapporti con clan mafiosi.

Il presidente del collegio penale Miriam D’Amore ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Sono stati assolti il fondatore del gruppo Salvatore Luca, il figlio Rocco, il fratello Francesco, il genero Francesco Gallo, la moglie Concetta Lo Nigro, la figlia Maria Assunta Luca e la cognata Emanuela Lo Nigro. Tutti gli imputati hanno  respinto sempre l’accusa di legami con la mafia. I Luca si sono dichiarati, invece, vittime e hanno sostenuto che il loro patrimonio era frutto del lavoro. Lacrime,commozione e abbracci tra i componenti della famiglia Luca alla lettura del dispositivo di sentenza.

E’ stato assolto anche il dirigente di polizia Giovanni Giudice, che ha rinunciato alla prescrizione maturata. Era accusato di aver favorito i Luca, tesi sempre respinta.

La prescrizione, con esclusione dell’unica aggravante, è stata decisa per l’ altro poliziotto coinvolto Giovanni Arrogante. 

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
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