Un atto d’amore per Gela, la Sicilia e le “sue” donne
L’esordio letterario di Nilde Incardona con le intense pagine del romanzo “Una di loro”, dedicato all’amata nonna
«Questo libro nasce quando vivevo a Ferrara: per la prima volta mi sono trovata ad elaborare il distacco, dovevo rinsaldare il legame con la mia città e, per farlo, ho scelto di raccontare donne a me familiari». La scrittura che accorcia le distanze, aiuta a conoscersi e ritrovarsi, rinsaldando quei legami che a volte sembrano messi in pericolo dalla distanza. Ma un amore (vero) resta un amore, nonostante tutto.
E c’è un grande amore per la propria città e la propria isola nelle parole che Nilde Incardona ha lasciato scorrere su carta, scrivendo il suo primo romanzo “Una di loro” presentato alla pinacoteca comunale “Occhipinti”, gremita per l’occasione. Tanto affetto intorno all’autrice, che oggi vive a Londra ma che continua a mantenere forte il contatto con la sua città, raccontata in queste pagine attraverso le storie di donne di straordinaria forza nella loro normalità, nella loro quotidianità. A curare la presentazione del libro la prof. Teresa Mammoliti, docente del Liceo “Elio Vittorini”.
«Nilde non abita più in Sicilia ma le ha fatto l’omaggio più grande che le potesse fare - ha sottolineato la prof. Mammoliti -: ha ambientato in Sicilia il suo libro, perché un siciliano resta siciliano comunque ed in qualsiasi luogo si trovi. Il siciliano porta sempre con sé il suo Dna». Durante l’evento sono intervenuti anche la presidente del consiglio comunale Paola Giudice e l’assessore alla cultura Peppe Di Cristina, che si sono congratulati con la giovane autrice. Nilde Incardona nei suoi interventi non ha nascosto la forte emozione, soprattutto quando ha parlato di alcune delle protagoniste del libro.
«Per il personaggio di Clemenza mi sono molto ispirata a mia nonna - ha detto l’autrice -, questo romanzo è dedicato a lei: una donna libera che non si nasconde, non finge di essere ciò che non è, nel bene e nel male. Di me in Anna - ha aggiunto - c’è invece la curiosità verso il mondo e le persone, osservo con gli occhi di un chirurgo le vite degli altri non per giudicarli ma perché trovo affascinante indagarne l’aspetto emotivo. Vedo in lei anche la necessità di sfidare le proprie paure, affrontando ciò che ci spaventa». Un’opera con pennellate di forte intensità che rendono la narrazione profonda e coinvolgente, per un libro che segna il debutto della giovane gelese nel panorama letterario.
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