25 Novembre, la mistica del lavoro

Il capitalismo sfrutta i maschi in primis, ma se non bastano vuole anche le donne

A cura di Redazione Redazione
25 novembre 2025 14:13
25 Novembre, la mistica del lavoro  -
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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

La Cisl chiede più lavoro per le donne perché se le donne lavorano, la violenza di genere diminuisce. Il lavoro nacque circa 5-10 mila anni fa, in concomitanza dell'agricoltura, e furono obbligati a lavorare i popoli vinti in battaglia, schiavi per tutta la vita, in cambio di nulla, solo di restare vivi. I vincitori della guerra non lavoravano. Venivano mantenuti dai vinti. Lo stesso accade oggi. I lavoratori di oggi sono gli eredi degli schiavi di ieri. Ora la Cisl dice che la donna deve lavorare per emanciparsi dal maschio che ha in casa (padre, fratello, marito).Ma non dice che lavorando fuori casa avrà un padrone sfruttatore peggiore del maschio che ha in casa. Inoltre oggi il lavoro diminuisce per tutti, uomini e donne, sostituiti dalle macchine, robot, AI, droni.

Quindi quella del lavoro è una battaglia a favore dello sfruttamento delle donne da parte del capitalismo. Infatti il capitalismo sfrutta i maschi in primis, ma se non bastano vuole anche le donne. Questo successe in un momento storico in cui le macchine erano ancora poco sviluppate e il lavoro doveva essere svolto dalle persone. Ma i maschi erano pochi, non bastavano. Da lì nacque tutta la mitologia del lavoro fuori casa, ma non come ulteriore sfruttamento, bensì come mezzo di liberazione della donna. Fu un inganno ordito dal capitalismo, per esempio, negli anni 40-50-60 del secolo scorso. A questo inganno si prestò una donna, magari inconsapevolmente, Simone De Beauvoir. Ricca parigina intellettuale, amante libera di uomini e salotti di artisti e di intellettuali, che in vita sua non lavoró mai, negli anni 40 del secolo scorso scrisse un libro, Il secondo sesso, con cui incitava le donne a lavorare fuori casa, come strumento di liberazione. Perfetto, era il momento storico giusto in cui il capitalismo aveva bisogno di altre braccia, perché quelle maschili non erano sufficienti. Le femministe italiane caddero in questo tranello. E ancora oggi la Cisl e altri movimenti femministi credono in questo mito ingannevole. Ma man mano che le macchine sono diventate sempre più sofisticate e complesse, hanno sostituito il lavoro umano. Quindi diminuiscono i posti di lavoro. Lottare per il lavoro è una lotta perdente, superata, datata. Perché di lavoro ce ne sarà sempre meno. Bisogna lottare invece per la ridistribuzione della ricchezza prodotta dalle macchine. Bisogna lottare perché le macchine siano di proprietà dello stato e non dei privati. E' lo Stato che deve ridistribuire la ricchezza prodotta dalle macchine. Bisogna lottare perché lo stipendio di una persona (maschio o femmina) sia sufficiente a mantenere una famiglia intera. Bisogna lottare per ripristinare il potere d'acquisto degli anni 70. La vita deve essere vissuta bene, anche senza lavorare, come hanno fatto i ricchi da sempre. Bisogna dedicarsi alla creatività artistica e intellettuale. Leggere e scrivere. Bisogna dedicarsi all'arte, alla musica, al canto, alla danza. Il lavoro non nobilita l'uomo, ma lo rende schiavo.

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