Cronaca

Arresti per corruzione e appalti nel Piacentino, al vertice del “sistema” imprenditore gelese

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C’è anche l’imprenditore di Gela, Nunzio Susino, tra le 11 persone arrestate dai Carabinieri di Piacenza per corruzione ed altri reati e che vede indagati i sindaci Massimo Castelli di Cerignale e Mauro Guarnieri di Corte Brugnatella, adesso in carcere. Arresti domiciliari per il sindaco di Bobbio Massimo Pasquali, ex leghista e capolista a Piacenza della lista Bonaccini alle Regionali 2020, l’imprenditore Filippo Giardini, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Ferriere, Carlo Labati, i collaboratori dell’Unione dei Comuni Val Trebbia e Luretta Roberto Raffo, Matteo Guerci, l’ex responsabile ufficio tecnico del Comune di Bobbio Claudio Tirelli, il direttore del servizio Edilizia della Provincia di Piacenza Stefano Pozzoli. Per la vicesindaca di Zerba, Claudia Borré, il giudice ha disposto il divieto di dimora nel Comune. I comuni interessati dall’inchiesta, saranno commissariati e i sindaci decadranno dall’incarico come previsto dalla legge. Arrestato anche l’imprenditore piacentino, Maurizio Ridella. Susino, trapiantato da anni in Emilia Romagna, e leader nel settore dell’edilizia e dell’idraulica, è considerato dagli inquirenti al vertice di un’associazione a delinquere composta da otto persone. Secondo l’accusa (tra i vari episodi contestati) l’imprenditore gelese avrebbe consegnato 3mila euro al deputato piacentino di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti (indagato per corruzione e traffico di influenze illecite) “al fine di ottenere il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio” da parte dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Piacenza, Erika Opizzi (indagata) per agevolare la stipula, “a condizioni favorevoli per il privato”, della convenzione per la gestione di un parcheggio in via Genova a Piacenza. Secondo l’inchiesta, sindaci e funzionari pubblici avrebbero ricevuto finanziamenti elettorali e altre ricompense, in denaro, lavori o altre utilità, in cambio degli appalti concessi a Susino. “Un sistema per dominare gli appalti e arricchirsi che andava avanti da anni, trasversale agli schieramenti politici”. Lo ha detto il procuratore Capo di Piacenza, Grazia Pradella. “Un gruppo di persone, tra amministratori, imprenditori e responsabili degli uffici comunali, – ha aggiunto il Procuratore – dominava completamente appalti e gare e agiva con la sola finalità dell’arricchimento personale, senza distinzioni di appartenenza politica. Gli amministratori hanno lucrato nel rapporto con un gruppo di imprenditori, asservito a interessi economici illeciti. Siamo riusciti a contestare il reato di associazione a delinquere a questo gruppo di persone. Abbiamo ricostruito un gruppo di otto persone, alcuni sindaci, alcuni responsabili di uffici tecnici con una figura centrale di un imprenditore edile, che insieme hanno pesantemente inciso sin dal 2018 sull’assegnazione di appalti. Lo scopo dell’associazione è stata quella di ottenere la turbativa d’asta, concussione, frode ai danni dello stato con appalti che hanno riguardato valori di milioni di euro”.

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