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Autonomia differenziata: tuona l’opposizione

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Palermo – Continua a tenere banco la polemica sulla autonomia differenziata, dopo il voto favorevole del presidente della Regione che ha creato il dissenso nelle opposizioni che sottolineano il fatto che il Sud dovrebbe assicurare gli stessi servizi del Nord con minori risorse e questo creerebbe ulteriore depauperamento.

In Sicilia la spesa media pro capite di circa 14.000 euro l’anno contro una spesa media di circa 19.000 euro per le regioni del centro nord mancano all’appello circa 60 miliardi di euro l’anno solo per quanto riguarda il funzionamento dei servizi.

“L’Italia deve affrontare in modo serio la tematica dei LEP, livelli essenziali di prestazioni iniziando a capire che fino a quando si riferiranno alla territorialità saranno sempre collegati alla situazione territoriale nella quale ci troviamo, al divario che invece dobbiamo superare.

Dovremmo – si legge in una nota di Sud chiama Nord – iniziare a parlare di livelli uniformi di prestazioni e collegarli direttamente all’individuo guardando alla valorizzazione, salvaguardia e promozione dell’individuo proprio come recita la nostra Costituzione.

Il disegno di legge proposto dal ministro Calderoli sta tentando di invertire anche questo principio.

Del gap di 60 miliardi di euro l’anno solo sui servizi, non se ne parla perché conviene che non se ne parli.

La norma sull’autonomia differenziata condanna il sud al divario. C’è un disegno che vuole costringerci ad avere un sistema imprenditoriale fiacco e sottoposto alle logiche della delocalizzazione che dal nord vengono fatte nei paesi dell’est anche con il beneplacito e spesso con il sostegno da parte dell’Unione Europea.

Queste dovevano essere le tematiche che un presidente della Regione degno di questo nome doveva portare al tavolo e porre come pregiudiziale di qualunque discussione.

Lo Stato continua a mortificare e calpestare il meridione. Ovviamente le colpe sono trasversali.

Noi abbiamo avuto Ascari che ci hanno rappresentato nel Parlamento nazionale ed è ovvio che quando poi il presidente Zaia parla di politici lazzaroni che hanno governato il sud ha ragione.

La sfida che oggi Sud chiama Nord lancia è diversa.  Oggi vogliamo un nuovo patto territoriale  che superi la visione di un Nord accecato dall’egoismo e di un sud accecato dal servilismo”.

“Una riforma scellerata che non farà altro che allargare il gap tra il Nord e la Sicilia, che dovrà assicurare maggiori servizi con minori risorse”.

I deputati del M5S all’Ars, Roberta Schillaci, Stefania Campo, Jose Marano e Luigi Sunseri hanno ribadito oggi in aula la netta contrarietà del Movimento 5 Stelle al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, “una pietra tombale sul futuro della Sicilia”. Nel corso dei loro interventi i deputati hanno sottolineato la “gravissima assenza, irrispettosa nei confronti del parlamento”, di gran parte del governo e del presidente Schifani, “che – ha detto Sunseri – non ha sentito nemmeno il bisogno di venire in aula a difendere una scelta che aveva già preso”.

“L’autonomia differenziata – ha detto Schillaci – comporterà la stabilizzazione delle diseguaglianze che invece lo Stato dovrebbe rimuovere ai sensi dello stesso articolo 3 della Costituzione. Appare infatti chiaro che nessun progetto di autonomia può essere perseguito se non vengono creati fondi perequativi adeguati al fine di colmare il divario già esistente tra le regioni”.

“Vengono cambiate le parole – ha detto Marano – ma di secessione si tratta e pagheranno soprattutto le regioni a statuto speciale, quindi la Sicilia, che sarà sempre più spopolata e che, ad esempio, vedrà partire gli insegnanti per il Veneto che potrà pagarli di più”.

“Questo governo – ha detto Campo – si piega nuovamente ai voleri romani, la nostra isola ancora una volta viene svenduta per questioni politiche”.

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