“Campo largo?Quello gelese è un campo ristretto e spurio”

Dall' avv.Paolo Cafà, esponente del laboratorio politico PeR, riceviamo e pubblichiamo: "Il dibattito consiliare e politico di questi giorni è incentrato a definire rapporti, interlocuzioni in seno...

A cura di Redazione Redazione
06 ottobre 2024 12:57
“Campo largo?Quello gelese è un campo ristretto e spurio” -
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Dall' avv.Paolo Cafà, esponente del laboratorio politico PeR, riceviamo e pubblichiamo:

"Il dibattito consiliare e politico di questi giorni è incentrato a definire rapporti, interlocuzioni in seno al cosiddetto campo largo che non c'è e non può esistere, se per campo largo si intende una ampia coalizione che comprenda IV o Azione che non ne possono fare parte per la loro incoerenza e inaffidabilità politica. Ma il problema non è tanto il campo largo che è una invenzione semantica per aggregare soggetti tra loro diversi, quanto il cosiddetto campo ristretto spurio e locale in cui si sono rinchiusi il PD, i civici di Una Buona Idea (Alias Mpa mascherato) e il M5S che ufficialmente nel corso del ballottaggio del 23 e 24 giugno 2024 non si sono voluti apparentare con nessuno, nemmeno con chi è parte integrante del centrosinistra (come PeR, Sinistra Italiana), salvo poi stringere rapporti ad personam con l'avversario politico dietro promesse e prebende, vincendo con escamotage ed inganni. Allora, prima di pontificare sui campi larghi o ristretti bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di fare outing (autocritica) e chiedersi se si è di sinistra e coerenti, quindi meritevoli di costruire recinti , ovvero opportunisti.

Porre la discussione su una ipotetica candidatura alla presidenza della regione dell'On. Di Paola, non solo è temporalmente prematuro, ma è irrispettoso nei confronti di una comunità che vive in un contesto di permanente incancrenimento dei problemi, a cui manca dall'acqua al sale. Chi ha pianificato l'ascesa alla attuale sindacatura, non può pensare di pianificare adesso la propria carriera politica dimenticando la città e gli errori compiuti durante il ballottaggio con il rifiuto dell'apparentamento. Inoltre, se non c'è la capacità di risolvere i problemi circoscritti, strutturali di una città di 70.000 abitanti, figuriamoci se si può essere in grado di risolvere i problemi ben più grandi, ben più complessi di una regione di 5.000.000 di abitanti. Autorevolezza a parte!
Paolo Cafà
(PeR/Sinistra Italiana)

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