Caso Parrinello: parla la controparte

Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Eleonora Picceri, titolare del Ristorante 'La Nave', confinante con l'appartamento in cui vive Luca Parrinello."Sono profondamente dispiaciuta per come il s...

A cura di Redazione Redazione
07 novembre 2024 13:22
Caso Parrinello: parla la controparte -
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Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Eleonora Picceri, titolare del Ristorante 'La Nave', confinante con l'appartamento in cui vive Luca Parrinello.

"Sono profondamente dispiaciuta per come il signor Parrinello abbia strumentalizzato la sua vicenda personale e le difficoltà derivanti dalla sua condizione per gettare discredito sul mio locale e sulla mia persona, ignorando totalmente il contesto legale e le sofferenze che io e la mia famiglia abbiamo subito negli anni.È fondamentale che l’opinione pubblica sappia che i proprietari dell’immobile in cui vive il signor Parrinello sono i suoi genitori, che gli hanno dato in comodato d'uso un appartamento non idoneo alla sua condizione, pur avendo a disposizione altri immobili più adatti.Il signor Parrinello ha scelto consapevolmente di andare a vivere nell'immobile, che i suoi genitori altrettanto consapevolmente hanno messo a disposizione del figlio, dopo l’incidente che lo ha portato sulla sedia a rotelle, sapendo bene che la casa non era strutturata per garantire facilità di movimento. Questo dettaglio spesso taciuto dimostra la sua consapevolezza fin dal primo giorno riguardo alle limitazioni dell’immobile, limitazioni che io non ho creato né imposto.Fin dai primi tempi, il signor Parrinello ha installato senza alcuna autorizzazione una passerella abusiva invadendo il mio tetto, occupando suolo pubblico e deturpando l’area circostante. Ho dovuto affrontare due cause legali, nelle quali egli ha tentato di affermare che la corte dove esercito la mia attività fosse di sua proprietà, arrivando persino a rivendicare il terrazzo del locale. Nonostante abbia vinto tutte le cause in tutte le sedi legali, mi ritrovo nuovamente al centro di un attacco mediatico che ignora volutamente queste verità.La mia disponibilità iniziale ad acconsentire alla costruzione dell’ascensore, nonostante il suo comportamento offensivo, è stata una dimostrazione di rispetto per la sua condizione. Tuttavia, oggi sono costretta a difendermi ancora una volta, perché il signor Parrinello ha avviato un’ennesima azione legale contro di me, contestando la mia tettoia nonostante questa sia stata installata con permessi regolari rilasciati dal Comune di Gela. Ritengo quindi mio diritto tutelarmi richiedendo la rimozione dell’ascensore che ho acconsentito ad installare a fronte della stessa distanza che ora lui esige da me.La mia pazienza è giunta al limite: per anni ho dovuto subire una campagna d’odio alimentata ad arte da lui e da sua moglie, che hanno creato una pagina Facebook atta solo a diffondere calunnie e fomentare odio gratuito verso la mia persona e la mia attività. I danni economici e psicologici che ne sono derivati sono incalcolabili. Sono stata esposta a shitstorm mediatiche, attaccata da chi non conosceva la realtà dei fatti e insultata da persone che mi hanno dipinta come carnefice, mentre non ho fatto altro che lavorare onestamente per il bene dei miei figli.Un’ulteriore dimostrazione della mancanza di rispetto del signor Parrinello verso il mio locale e il mio lavoro riguarda la gestione dei suoi animali domestici. Per anni, il suo cane ha costantemente sporcato il balcone sopra l’ingresso del mio ristorante, creando un disagio sanitario e ambientale. Questa situazione, documentata da numerose denunce e segnalazioni ai vigili urbani, ha reso ancora più arduo il mio impegno a mantenere uno spazio accogliente e rispettoso per i miei clienti, malgrado i continui ostacoli e il disprezzo dimostrato verso la mia attività.Per chi come me ha dedicato anni a costruire un’attività onesta, sopportare in silenzio queste angherie è diventato insostenibile. Il mio locale, La Nave, rappresenta non solo il mio impegno, ma anche l’unica fonte di sostentamento per la mia famiglia che il signor Parrinello vuole distruggere. Non accetto più di essere calpestata pubblicamente per il tornaconto di chi cerca compassione sfruttando verità distorte.Chiedo rispetto per la mia attività, per il mio lavoro, per la mia storia. Sono pronta a difendere la mia dignità, che negli anni è stata infangata in modo crudele, solo per aver osato tutelare i miei diritti".

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