Cogito ergo sum

Catania e la Sicilia terre del dono nel weekend targato Fidas  

Pubblicato

il

C’è bisogno di donare e di donarsi. Perché nulla siamo se non inseriti nel macrocosmo complesso e multiforme della società in cui viviamo, in cui la relazione è tutto: è anima, cuore che batte, è la vita. L’esistenza è una dimensione di contatto, con se stessi ma soprattutto con gli altri. E allora ecco perché c’è bisogno di donare e di donarsi, perché l’atto del dono è il più bello, puro e disinteressato che possa esserci. La Fidas promuove da sempre la cultura del dono: il dono del sangue, senz’altro, ma non solo. Il dono del proprio tempo, il dono della propria competenza, il dono della propria professionalità, il dono della gentilezza e dei sorrisi, dell’apertura e dell’accoglienza.

Valori che sono stati celebrati lo scorso weekend a Catania in occasione del 60° congresso nazionale Fidas e nella 40° Giornata del donatore. La città etnea ha ospitato oltre un migliaio di donatori, in rappresentanza degli oltre 500mila italiani appartenenti al mondo Fidas. C’erano il presidente nazionale Giovanni Musso, il presidente regionale Salvatore Caruso, i consiglieri nazionali, i delegati, i presidenti delle federate, i donatori. Donne e uomini che credono che donare sia ancora oggi, nonostante i tempi difficili e sfuggenti che viviamo, un atto “sacro” da preservare.

È un atto di civiltà, di cittadinanza attiva, di cultura, d’amore. Donare agli altri un pezzettino di noi che possa fare del bene all’altro. Quanta semplicità. E forse è per questo che il messaggio non potrà mai passare di moda. A Catania c’erano anche dirigenti, volontari e donatori della Fidas Gela presieduta da Enzo Emmanuello, anche loro hanno prima partecipato ai lavori del congresso nazionale per poi sfilare lungo le vie del centro storico etneo con i “colleghi” provenienti da tutta Italia.

clicca per commentare

Più letti

Exit mobile version