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Ciclisti in pericolo: l’appello del presidente Fiab

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Continua la situazione di pericolo per i ciclisti e per tutti gli utenti vulnerabili della strada, una condizione che, nonostante le tante denunce avanzate dalla Fiab, non vede cambiamenti in città. Un problema che avrebbe bisogno di seri interventi che limitino, sia lo spazio per le auto che la loro incontrollata velocità. “Al contrario, abbiamo assistito alla creazione di parcheggi a spina di pesce proprio nell’unico tratto del lungomare che andrebbe liberato dalle auto -dice il Presidente Fiab Gela, Simone Morgana – manifestando una politica pericolosamente autocentrica che va in danno dei diritti degli utenti vulnerabili della strada. Con la stagione invernale ormai agli sgoccioli la situazione descritta non potrà che peggiorare, visto che, sicuramente, la primavera aumenterà il numero di ciclisti sulle strade. Nonostante questa facile previsione le vie urbane sono ostaggio delle auto, con grande pericolo per chi decide di spostarsi in bicicletta. Soluzione questa che, in un periodo di forti aumenti del costo del carburante, potrebbe essere scelta da molti cittadini, ma che, in pratica, viene limitata dalla presenza massiccia e senza regole delle automobili. Sarebbe opportuno che l’amministrazione cominciasse sul serio a controllare la velocità delle auto, perché di certo il problema non sono i ciclisti in strada, ma le auto che non rispettano le regole e l’assenza totale di interventi di moderazione del traffico. Ricordiamo che i limiti in città sono già stringenti, con zone a 30 km/h, inclusi ampi tratti del Lungomare. Ci aspettiamo che l’amministrazione si attivi immediatamente con la creazione di attraversamenti pedonali rialzati, di aree pedonali, di ZTL, di strade urbane ciclabili, di interventi di moderazione del traffico diffusi sulle maggiori arterie cittadine. Nello specifico, per fare solo qualche esempio, la velocità delle auto andrebbe controllata e ridotta con interventi di moderazione: sul Lungomare, nel tratto ricompreso fra la via Borsellino e Macchitella; sul viale Enrico Mattei; su via Butera. Tutto questo perché il diritto alla mobilità non può essere negato, perché la sicurezza stradale è il segno di una città civile, perché oggi non si debba più temere di uscire in strada a piedi o in bicicletta.  Aspettiamo una concreta risposta a questo nostro ennesimo appello.

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