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Cronaca

Confiscati 1,5 milioni ad un imprenditore

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Caltanissetta- I finanzieri del Comando Provinciale di Caltanissetta hanno effettuato la confisca di 1.5 milioni di euro ad un imprenditore del settore dello smaltimento di rifiuti. Le somme confiscate provenivano da proventi ottenuti attraverso l’evasione di imposte.

L’attività prende spunto dagli approfondimenti avviati d’iniziativa dall’Agenzia delle Entrate e proseguiti dai finanzieri del Gruppo di Caltanissetta, dai quali è emerso che il rappresentante legale di una società, pur ottemperando ai formali obblighi dichiarativi, ha omesso di versare nelle casse dell’Erario l’IVA, per gli anni 2016 e 2017, per un totale di 1,5 milioni di euro. Dal medesimo procedimento penale, coordinato dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, era poi emersa l’esistenza di alcune condotte di bancarotta fraudolenta realizzate tramite la costituzione di una nuova società in sostituzione di quella originaria utilizzata per vanificare le pretese dei creditori pubblici e privati.

Il provvedimento ablatorio, emesso dal Tribunale nisseno su istanza della Procura della Repubblica, dà seguito al sequestro preventivo già eseguito nell’anno 2020 al fine di tutelare la pretesa erariale in attesa della definizione del processo. L’imprenditore, che si è avvalso del rito abbreviato, è stato altresì condannato alla pena di 3 mesi e dieci giorni di reclusione, oltre all’interdizione per 6 mesi dall’esercizio di attività di impresa ed al pagamento delle spese processuali.

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Cronaca

Tre arresti a Caltanissetta per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia

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La Polizia ha eseguito tre provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dell’Autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate e condannate a vario titolo per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Due provvedimenti riguardano la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico”, che gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta anno notificato a un 50enne e a un 35enne indagati per atti persecutori nei confronti delle ex compagne. Un provvedimento di applicazione di misura alternativa alla detenzione riguarda, invece, un 37enne condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti della moglie, il quale dovrà scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Cronaca

Retata nell’Agrigentino e nel Nisseno, 13 arresti

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nella città dei templi, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, con il supporto del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi. Tredici le persone fermate: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito utilizzando il metodo mafioso per agevolare l’associazione mafiosa “cosa nostra”. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono state eseguite varie perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori soggetti indagati nello stesso procedimento penale.Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2024 a tutt’oggi, che costituiscono la naturale prosecuzione di quelle dello scorso 14 gennaio 2025 con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 48 persone.Dall’inchiesta è emersa un’ampissima disponibilità di armi – anche da guerra – in capo ai sodali. In particolare, negli atti intimidatori perpetrati rispettivamente nel mese di dicembre 2024 ai danni di una rivendita di frutta e verdura di Agrigento e nello scorso mese di giugno ai danni di un panificio di Porto Empedocle, sono stati esplosi a raffica svariati colpi utilizzando un fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come kalashnikov.

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Cronaca

Coltivava cannabis in casa, niscemese in manette

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Un niscemese di 50 anni, è stato arrestato dai Carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.Nel corso di una perquisizione domiciliare d’iniziativa, i militari hanno scoperto all’ultimo piano dell’abitazione dell’indagato una serra artigianale completa di impianto di aerazione, allestita per la coltivazione di piante di cannabis indica. All’interno del locale sono state rinvenute cinque piante di marijuana, ognuna di altezza superiore al metro.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato due contenitori in vetro contenenti complessivamente 34 grammi di marijuana, un grammo di hashish e vari attrezzi utilizzati per la pesatura.L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.L’operazione si inserisce nell’ambito della costante azione condotta dall’Arma per prevenire e reprimere la diffusione delle droghe sul territorio.

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