“Cosa Nostra e Stidda convivono pacificamente a Gela”
Una pax mafiosa che dura oramai da parecchi anni. Nessun conflitto, nessuno spargimento di sangue. Cosa Nostra e Stidda a Gela convivono pacificamente. Lo ha ribadito, durante il suo intervento all'in...


Una pax mafiosa che dura oramai da parecchi anni. Nessun conflitto, nessuno spargimento di sangue. Cosa Nostra e Stidda a Gela convivono pacificamente. Lo ha ribadito, durante il suo intervento all'inaugurazione dell’anno giudiziario, Giuseppe Melisenda Giambertoni, presidente reggente della Corte d’Appello di Caltanissetta. "La Stidda sembra voler mantenere una presenza più “visibile” e una certa forza di intimidazione ‘militare’”. Continua ad essere molto forte il senso di appartenenza ai sodalizi mafiosi. L’affiliazione alla ‘Stidda’ si era già tradotta in comportamenti iconici da parte di alcuni giovani i quali, mutuando condotte proprie di altre tradizioni mafiose, si sono tatuati una “stella a cinque punte” a rimarcare l’appartenenza all’organizzazione. Cosa Nostra - invece - continua ad essere l’organizzazione mafiosa di principale riferimento e, abbandonate le strategie criminali, che vedevano il frequente ricorso ad atti intimidatori e di violenza, volti ad affermare il loro controllo del territorio, oggi tende ad infiltrarsi in maniera subdola e silente nel tessuto economico-sociale. L’organizzazione criminale è dedita al controllo dell’economia legale (soprattutto nei settori degli appalti, spesso grazie alla complicità di propri referenti inseriti negli apparati amministrativi locali, del traffico di rifiuti, dell’edilizia e dell’agricoltura), oltre che dei settori del gioco e delle scommesse, del traffico degli stupefacenti, dell’illecito sfruttamento dei siti minerari, evidenziando straordinarie capacità di infiltrazione anche nei territori di altre regioni (Liguria, Toscana, Piemonte, Lazio e Lombardia) oltre che in Germania. In terra tedesca risultano stabilmente radicati soggetti criminali, di origine nissena ed ennese, che mantengono organici rapporti con le famiglie mafiose di origine”.