Da cattedrali nel deserto a luoghi di rinascita. I due palazzetti simbolo della voglia di normalità
Ai tempi della loro inaugurazione, quasi concomitante, la città viveva tempi assai diversi da quelli attuali. Gela era ufficialmente riconosciuta come la “capitale” dello sport siciliano con squadre n...

Ai tempi della loro inaugurazione, quasi concomitante, la città viveva tempi assai diversi da quelli attuali. Gela era ufficialmente riconosciuta come la “capitale” dello sport siciliano con squadre nei campionati professionistici di calcio, volley e basket. Realtà che portavano in giro per l’Italia la voglia di rinascere di un intero territorio attraverso la pratica sportiva. Quel patrimonio si è pian piano dissolto come neve al sole, delle squadre gelesi nei campionati nazionali non è rimasta alcuna traccia salvo i tentativi di un grande ritorno prima nella pallavolo maschile e poi nel calcio. Ma l’impresa non è stata realizzata.
Per anni le due strutture sono state abbandonate a loro stesse, più volte vandalizzate (specie il PalaCossiga, tre raid solo nell’ultimo anno) e lasciate in balia di un triste e inesorabile declino. Simboli di un passato di speranza e di un presente di completo degrado, aggravato dalle difficoltà causate dalla pandemia. Eppure, proprio nell’anno nero dell’emergenza pandemica, le cose sono tornate per il verso giusto. Il PalaLivatino oggi onora il nome che porta, quello di un magistrato che ha dedicato la propria vita alla cultura della legalità, ed è diventato grazie ai lavori condotti dalla Meic services un punto di riferimento per lo sport locale in grado, nel medio e lungo periodo, di ospitare grandi eventi.
Il PalaCossiga, invece, proprio questa settimana è stato ufficialmente inaugurato come nuovo hub vaccinale per la zona sud del nisseno e fa registrare un netto e necessario cambiamento rispetto alle modalità spesso inaccettabili che hanno caratterizzato la gestione delle vaccinazioni all’ex mattatoio. I due impianti, insomma, oggi sono rimessi a nuovo e possono rappresentare davvero i luoghi simbolo della rinascita della città dopo anni difficili, pandemia ovviamente compresa. Con la conferma del grande sogno di molti gelesi, che non chiedono la luna ma solo di poter vivere in una città normale.
