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“Denunciare sempre l’odioso ricatto dei clan. Dispiace per la cancellazione dell’associazione antiracket di Gela”

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Da quasi 20 giorni al timone della Fai Sicilia (Federazione Antiracket Italia), il neo presidente Paolo Terranova, farmacista di Regalbuto, in provincia di Enna, ha le idee chiare su come bisogna fronteggiare la piaga dei continui soprusi a cui imprenditori e commercianti isolani, sono sottoposti quando vengono risucchiati nel vortice dei clan, sempre più famelici.

“Assieme alle forze dell’ordine e alla magistratura, la nostra associazione tende una mano per spezzare definitivamente ogni contatto con le organizzazioni criminali. Chi delle vittime ha il minimo sentore che qualcuno ci stia provando, deve assolutamente segnalarlo. Subito. Solo così si combatte il racket. Sarà compito nostro, accompagnarlo in questa fase delicata, dalla denuncia alle udienze in tribunale. Nessuno sarà lasciato mai da solo. E’ l’imperativo della Fai”.

In pratica, cosa mettete a disposizione delle vittime?

“Gratuitamente prestiamo varie consulenze legali e psicologiche. Gli incontri che facciamo e faremo con tutti gli associati, servono ad incrementare la nostra forza. Nel segno della legalità. Non cerchiamo la spettacolarizzazione di quanto facciamo, a noi serve solo concretizzare quello che ci siamo prefissati: combattere ogni giorno il dilagante e odioso fenomeno del racket”.

Le ultime notizie di cronaca, hanno evidenziato, così come accaduto ultimamente a Gela, che è fiorente anche il racket della raccolta sulla paglia.

“Stiamo lavorando anche sotto quest’aspetto. La mafia agricola allontana l’umile e onesto contadino dai suoi campi, impossessandosene per propri scopi. Dalla raccolta della paglia e della plastica al pascolo abusivo, è un susseguirsi di avvenimenti su cui non lasceremo nulla al caso. Il nostro impegno non mancherà, di concerto con chi è deputato alle investigazioni”.

Dalle parole si dovrà passare ai fatti.

“Assolutamente si. Tra i miei collaboratori vedo un grande fermento. Sottolineo che il lavoro che noi portiamo avanti è solo ed esclusivamente a titolo gratuito. Anzi, ne approfitto per chiarire fin da subito un concetto: se malauguratamente (spero mai) qualcuno degli avvocati o degli psicologi che daranno il loro contributo alle vittime, dovessero chiedere sottobanco la parcella, informatemi subito. Sarà mio compito e di chi fa parte del direttivo, allontanarlo seduta stante. Il loro contributo – lo dicevo prima – non prevede alcuna spesa. Tutto gratis…”

In queste settimane, ha avuto modo di incontrare i componenti delle varie associazioni antiracket siciliane?”

“Si, e sono stati incontri molto formativi ed interessanti. Tutti noi – così come prevede lo statuto nazionale – ci confrontiamo per sviscerare i vari problemi e per addivenire ad una immediata soluzione. Il livello di attenzione è molto alto, non bisogna mai fermarsi!”

Quante sono le associazioni antiracket presenti in Sicilia?

“Attualmente ne abbiamo 13 ma contiamo di averne sempre di più”.

Se da un lato si cerca di incrementare la nascita di nuove associazioni, dall’altro si prende atto della cancellazione, decisa dalla Prefettura di Caltanissetta, dell’antiracket di Gela. Quest’ultima non figura neanche nel vostro elenco, dopo le varie vicissitudini giudiziarie che l’hanno travolta.

“Mi spiace tanto perché l’Antiracket di Gela ha lavorato benissimo sul territorio. Le denunce contro gli estorsori ci sono state e con le udienze in tribunale sono arrivate anche le relative condanne. Non entro nel merito (non ne ho contezza) di quanto accaduto. Aspetteremo l’evolversi della situazione giudiziaria che ha coinvolto il vertice dell’associazione gelese. Personalmente, fosse stato per me, avrei commissariato l’associazione e l’avrei traghettata. Chiuderla è stato un colpo al cuore”.

Gli ex soci dell’antiracket di Gela, però, continuano a lavorare per il bene del territorio. E’ il pensiero manifestato più volte dal presidente Salvino Legname

“Riconosco a loro un grande attaccamento al dovere e ai valori ma parallelamente ricordo che non fanno parte della Fai”.

Vi incontrerete?

“Non lo escludo. Non si possono cancellare i vari risultati ottenuti in tutti questi anni. Sono tanti gli associati (tra commercianti e imprenditori) che hanno denunciato a Gela. E a loro va il mio grande plauso. Li definisco dei fratelli….”

Dei “fratelli” che, però, attualmente non sono riconosciuti, considerato che la stessa associazione non figura tra i vostri documenti…

“Risolveremo anche questo caso. Nel rispetto delle regole. Senza se e senza ma”.

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