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Di Paola (M5s) non ammettere il flop e rilancia:”dato positivo per mandare a casa Schifani”

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“Sapevamo che raggiungere il quorum sarebbe stata un’operazione difficile specie se si considera l’appello al non voto partito dalle istituzioni, Meloni e La Russa su tutti. I numeri siciliani ancorché bassi, circa novecento mila elettori che si sono recati ieri e oggi alle urne, ci dicono però che se si lavora per compattare questo elettorato, evitando inutili frammentazioni che finirebbero solo per fare un regalo alla destra, ci sono tutte le premesse per mandare a casa Schifani che fu eletto con meno di 900 mila voti. Tra l’altro il consenso di Schifani è pure in picchiata, se è vero come è vero, che risulta essere ultimo e con distacco nella classifica di gradimento dei presidenti di regione. Se continua a fare, o meglio a non fare, come finora sarà sarà ancora più facile dargli il benservito”.
Lo afferma il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola,
“L’elettorato che è andato alle urne conclude Di Paola – è un elettorato che tiene alla difesa dei propri diritti, cosa sulla quale il M5S non farà mai sconti a nessuno. Non per nulla domenica prossima scenderemo in piazza per difendere il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, ma di fatto messo sempre più in pericolo dalle disastrose politiche di chi ci governa”.

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Cronaca

Si spezza il manubrio della bicicletta,giovane finisce in ospedale

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Passeggiata in bici poco piacevole oggi per un giovane che è finito in ospedale.

Mentre stava attraversando via Borsellino in discesa in direzione del Lungomare si è spezzato improvvisamente il manubrio della bicicletta di cui il giovane ha perso il controllo finendo a terra.

Trasportato al pronto soccorso gli è stata diagnosticata la frattura alla spalla. Ha riportato inoltre escoriazioni in tutto il corpo.

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PeR:una bocciatura netta che impone una riflessione alle forze di centrosinistra

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Questa la riflessione del segretario regionale di PeR Miguel Donegani sul risultato dei referendum:

“Gli esiti della consultazione referendaria appena conclusasi impongono alcune riflessioni. Il risultato è stato a dir poco deludente ed al di sotto delle aspettative, perlomeno per gli organizzatori e promotori; chi invece è abituato a leggere le dinamiche delle vicende politiche sono certo che non sarà rimasto sorpreso dalla bassissima affluenza alle urne. Noi abbiamo sostenuto la campagna referendaria, cercando di sensibilizzare gli elettori e spiegando, con i nostri canali, le ragioni del sostegno al SI per tutti i cinque quesiti, proprio perchè ne condividevamo lo spirito; ma la disfatta, perchè di questo si parla, era nell’aria ed ampiamente prevedibile.Qualunque competizione referendaria si traduce in un voto che è prettamente politico e che spesso finisce col prescindere quasi del tutto dal merito dei temi oggetto degli stessi quesiti; ciò è sempre accaduto, basti pensare al referendum sulla riforma costituzionale voluta da Renzi, che portò alla fine della sua esperienza di governo”.

“Anche in questo caso, la bassissima affluenza alle urne non può che essere letta come una risposta negativa, oserei dire una vera “bocciatura”, nei confronti delle forze politiche promotrici del referendum e, più in generale, di quelle che l’hanno apertamente sostenuto: mi riferisco, purtroppo, all’intera compagine di centro-sinistra. Ma se la disfatta non può che essere di tutti (nessuno escluso, compreso chi scrive), è chiaro che le colpe maggiori vanno ascritte a quelle forze politiche che negli ultimi anni hanno continuato a proporre un modello di politica che non rispecchia minimamente le aspettative dell’elettorato di riferimento; ciò è chiaramente dovuto al fatto che le forze politiche di centro-sinistra hanno smesso di proporre una visione di società riformista e progressista che possa affrontare, nei fatti e non a parole, le numerose ingiustizie sociali; se si pensa a mettere in campo strategie ed alchimie esclusivamente elettorali, si perde ogni forma di credibilità e di appeal nei confronti dei nostri elettori. Noi da sempre abbiamo preferito, anche a costo di correre da soli, discutere di temi, avanzare proposte, non barattando mai la nostra coerenza e la nostra credibilità. In definitiva, facciamo tutti autocritica, ma il mio auspicio è che si tragga insegnamento dal risultato della competizione referendaria, per dare una svolta credibile all’azione di tutte le forze politiche riformiste e progressiste”

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Flop referendum a Gela governata dal centrosinistra:alle urne solo il 15,53% degli elettori

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A Gela alle urne per i referendum abrogativo si sono recati il 15.53% degli elettori. Un dato molto basso in una delle poche città del Nisseno governate da forze di sinistra, le stesse che a livello nazionale hanno promosso i referendum.

Il dato di Gela è di 4 punti inferiore a quello dell’intera provincia nissena che è stato del 19.48% ed è sotto di 8 punto rispetto a quello regionale che è stato del 23%, la metà poi di quello nazionale.

Un flop insomma nonostante le tante manifestazioni tenute in città anche con la presenza di big del calibro del segretario nazionale Cgil Landini.

A Caltanissetta città i votanti sono stati il 24,5%

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