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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Disabile cronico: “voglio farmi curare a San Giovanni Rotondo, ma non me lo permettono”

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Caltanissetta – Giuseppe Pasqualetto era un uomo come tanti: lavorava nel settore della tecnologia, si muoveva di citta’ in città. Tutto regolare, fino a quando nel 2009 ha accusato un malore: un ictus che lo ha lasciato sulla sedia a rotelle. Da quel momento è iniziato il calvario con le cure e le fisiotrerapie. Piu’di una si è rivolto alla struttura di San Giovanni Rotondo. Anche un mese fa.

“Intorno al 20 Settembre 2023 ho presentato, dopo visita fisiatrica, all’ASP di Caltanissetta la richiesta di ricovero presso la struttura sanitaria “Gli Angeli di Padre Pio di San Giovanni Rotondo” (FG), – ci scrive .

Il fisiatra, considerato che per usufruire del ricovero fuori regione ci vuole l’autorizzazione dell’azienda sanitaria della provincia di residenza, ha certificato il bisogno delle cure ma si pone un problema: non c’è un/a amministrativo/a che lavori la mia pratica, come se avessi subito una frattura ad un arto posso aspettare!”

Dall’Asp arriva un’altra spiegazione: “le cure destinate ai pazienti che hanno subito traumi o ictus – dice il responsabile dei servizi di riabilitazione dell’ Asp di Caltanissetta, Giuseppe Astuto – sono assicurati anche fuori dal territorio regionale nella speranza di un recupero della funzionalita’ delle parti del corpo colpite. Quando subentra la cronicizzazione queste cure non possono essere a carico del servizio sanitario. Il paziente puo’ e deve farle ma in loco e puo’ farle qui a Caltanissetta dove ci sono le strutture adeguate. Se il paziente vuole puo’ andare fuori regione, ma a sue spese. È la legge che prevede queste regole”.

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Troppi incidenti sulla Ss 417 Gela- Catania, serve un raddoppio

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Da Franco Di Dio componente della direzione provinciale Pd, riceviamo e pubblichiamo

L’ ennesimo recente incidente stradale sulla SS 417 Gela-Catania sotto Caltagirone con due vittime e diversi feriti gravi riporta drammaticamente sotto gli occhi la risaputa pericolosità di questa importante arteria di collegamento. Al suo posto va fatta un’autostrada oppure va affiancata una doppia corsia. A riguardo si ha notizia che presso la Anas vi è un progetto finanziato che dovrebbe andare in gara per collegare Catania con lo svincolo di Ramacca. Altresì ci sarebbero altri due progetti, però privi di copertura finanziaria, che completerebbero il tratto autostradale da detto svincolo di Ramacca fino a quello di Caltagirone per proseguire con il terzo lotto fino a Gela In merito sarebbe utile la costituzione di un coordinamento composto dai Sindaci dei territori interessati di Gela, Niscemi, Caltagirone, Mineo ed altri fino a quello di Catania per sollecitare e vigilare per la realizzazione delle opere di cui sopra. Altrettanto utile a riguardo sarebbe una Interrogazione Parlamentare al Governo Regionale per interfacciarsi con la Anas circa lo stato delle cose per i progetti riguardanti dette opere sulla SS 417 Gela – Catania, di cui potrebbero farsi promotori i Parlamentari Regionali del Partito Democratico della Provincia di Catania On.li Ersilia Severino e Giovanni Burtone. Occorre una forte e convinta azione rivendicativa innanzitutto del territorio per rendere sicuro il collegamento stradale di questa parte della Sicilia.

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“Basta con i tagli,la sanità pubblica va difesa oggi”

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Dal dott Luca Scicolone, referente dell’associazione giovanile Digital young, riceviamo e pubblichiamo:

L’incidente di ieri sulla Gela Caltagirone ci ricorda che i presìdi salvano vite. Grazie a chi c’è, ma servono rinforzi. Ieri, tra Gela e Caltagirone, un grave incidente stradale ha riportato alla luce – con la forza brutale dei fatti – una verità che troppo spesso viene ignorata: la salute pubblica non può sopravvivere senza presidi ospedalieri efficienti e personale sufficiente, sanitario e non. Nel momento in cui la vita di una persona è appesa a un filo, ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte. Ma come si può garantire un soccorso tempestivo, un’assistenza efficace e cure adeguate, se i presidi territoriali vengono progressivamente svuotati, accorpati, tagliati?

Il COVID avrebbe dovuto insegnarci una lezione indelebile: la sanità non è un costo da abbattere, ma un investimento da potenziare. Abbiamo lodato medici e infermieri, applaudito dalle finestre, invocato più fondi e strutture. Eppure, a distanza di qualche anno, sembra che nulla sia cambiato. Anzi, è peggiorato. E allora perchè i giovani devono restare qua? Perchè restino servono certezze non illusioni.Oggi si parla ancora una volta di centralizzare, accentrare le strutture sanitarie nei grandi poli urbani, lasciando interi territori scoperti. Ma cosa significa questo per chi vive lontano da questi centri? Significa attese interminabili, viaggi infiniti, soccorsi ritardati. Significa abbandonare il diritto alla salute di migliaia di cittadini.Non è accettabile.Servono:presidi ospedalieri territoriali ben attrezzati,personale formato e numericamente adeguato,servizi di emergenza efficienti e capillari oltre che investimenti reali e strutturali nella sanità pubblica.

La salute è un diritto costituzionale, non un privilegio per chi vive nelle città metropolitane o può permettersi il privato. L’incidente di ieri è solo l’ultimo segnale. Ma quanti altri ne servono prima che qualcuno se ne assuma davvero la responsabilità?E non possiamo dimenticare un altro comparto essenziale e troppo spesso invisibile: il personale non sanitario. Amministrativi, informatici, tecnici, operatori ausiliari. Figure fondamentali che garantiscono l’organizzazione, la gestione e il funzionamento dell’intero sistema. Durante il COVID li abbiamo chiamati eroi, oggi sono diventati “risorse dimenticate”, lasciati senza riconoscimenti, senza tutele, spesso con contratti instabili e carichi di lavoro insostenibili.Basta con i tagli. Basta con l’abbandono dei territori. La sanità pubblica va difesa, oggi. Non quando sarà troppo tardi.

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Per il gruppo di Una buona idea sulla sanità non bisogna abbassare la guardia

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Dal gruppo consiliare di Una buona idea riceviamo e pubblichiamo

La questione sanità continua a preoccuparci, abbiamo, dopo le iniziative del Sindaco volte a coinvolgere tutte le parti sociali, cittadine e politiche presentato un documento chiaro e preciso un documento che è stato approvato dall’intero consiglio comunale, lo stesso è volto non solo a rimandare al mittente la bozza che ci è pervenuta a inizio luglio, ma soprattutto a ripristinare il piano regionale del 2019.

Dopo il Consiglio comunale che si è svolto a Palermo siamo in attesa di una risposta chiara, purtroppo, l’unica nota “ufficiale” che è venuta fuori non ci lascia per nulla contenti poiché continuerebbe a mortificare il nostro territorio. Qualche Deputato locale ha rassicurato la città di un grande risultato con importanti novità, ovviamente auspichiamo che sia cosi e ne saremo ben felici, ma vorremmo capire le fonti e soprattutto qual è la direzione che si vuole perseguire. Una cosa deve essere chiara, noi come movimento non accetteremo nulla se non quello ché il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità poiché lo riteniamo l’unica soluzione possibile e siamo disposti a difendere il territorio in qualsiasi modo.
Invitiamo tutti i soggetti che hanno partecipato agli incontri a non abbassare la guardia e a continuare a mantenere alto il livello dell’attenzione. È in gioco il futuro del nostro territorio, poiché come abbiamo sempre sottolineato l’ospedale di Gela è il punto di riferimento di un territorio che va’ oltre la nostra città

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