Due raccomandazioni = zero

Cosa c'è di piu' gratificante per un autore di assistere alla messa in scena della sua opera? E' quello che è accaduto al dirigente amministrativo di origini buteresi Rocco Chimera, professionista co...

A cura di Redazione Redazione
24 aprile 2023 11:09
Due raccomandazioni = zero -
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Cosa c'è di piu' gratificante per un autore di assistere alla messa in scena della sua opera? E' quello che è accaduto al dirigente amministrativo di origini buteresi Rocco Chimera, professionista col pallino per l’arte in tutte le sue sfaccettature: da quelle figurative a quelle letterarie. Il suo testo è andato in scena al teatro Eschilo, grazie all’interesse mostrato dall’arch. Vincenzo Coniglio che ne ha redatto un adattamento teatrale ispirandosi al suo libro "La raccomandazione".

Aurelio Freschi, interpretato da Fabio Garufo è un dirigente inquadrato presso un'azienda di Milano. Due lauree , tanti titoli e altrettanta voglia di lavorare. In occasione della solita vacaza estiva in Sicilia il suocero Salvatore Fabro impersonato da Pierangelo Chiolo prospetta alla figlia Irene la possibilita' di tornare a vivere nella sua terra: c' è un posto di lavoro pronto per lui in un imprecisato quanto fantasioso Ente e c'e' pure una raccomandazione del politico Ciccio Parrinelli interpretato dal gelese Giovanni Emmanuello, che ha trovato casa, nel tempo, in tutti i partiti dell'arco costituzionale, pur di mantenere il potere.

La moglie Irene, Rosangela Volpe, gli impone di lasciare il lavoro di Milano e di aspettare quello in Sicilia. Ma le cose si complicano: su quel posto arriva un'altra raccomandazione di un altro politico nomade e fanfarone che finisce in galera. Il tutto condito dalle esilaranti incursioni di una suocera ipocondriaca (Adriana Garufo) e di un barista sordomuto anche lui candidato al lavoro.

Alla fine la prospettiva di lavoro si dissolve, i politici si negano e Aurelio rimane senza lavoro, malato e deluso. Analisi spietata di una realta' triste della Sicilia, che mette a nudo, in maniera a tratti ridanciana, un'abitudine malsana che ha sepolto il merito.

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