È morto Pino Clemente maestro di vita e di sport
Il ricordo del prof. Giorgio Donegani:"è stato pioniere dell'atletica leggera a Gela e in Sicilia"
Dal prof.Giorgio Donegani riceviamo e pubblichiamo
La notizia della scomparsa di Pino Clemente mi raggiunge con il peso delle perdite irrimediabili: non solo quella di un tecnico, di un collega, di un amico, ma quella di un autentico punto di riferimento morale e professionale per l’intero movimento dell’atletica leggera siciliana e nazionale.
Per noi che, negli anni Ottanta, abbiamo creduto nel potenziale dell’atletica a Gela e nella sua provincia, Pino non è mai stato “soltanto” un allenatore. Era un precursore, un uomo capace di vedere oltre il presente, di intuire possibilità dove altri non scorgevano che limiti. La sua visione, il suo rigore, la sua infinita passione hanno contribuito a far nascere e crescere un ambiente sportivo che, ancora oggi, raccoglie i frutti del suo lavoro.
La Fidal lo ricorda come un riferimento assoluto, e non potrebbe essere altrimenti. Nel corso della sua lunga carriera, Pino ha saputo scoprire e formare talenti che avrebbero poi segnato la storia dello sport siciliano. Tra tutti, l’olimpionica Margherita Gargano, che grazie al suo metodo, al suo sguardo attento e alla sua capacità di trasmettere fiducia, ha trovato la strada verso l’eccellenza.
Ma Clemente non era solo atletica. Era tecnico, sì, ma anche giornalista, scrittore, divulgatore. Un uomo di cultura sportiva ampia e profonda, che sapeva raccontare lo sport con lo stesso impegno con cui lo insegnava. Aveva chiaro un punto: lo sport non è solo performance, ma educazione, crescita, responsabilità.
La sua vita ne è la testimonianza più limpida. Laureato in Farmacia, scelse presto un cammino diverso, seguendo la voce irresistibile dell’atletica. Nel 1965 conseguì il diploma ISEF e da allora non si è più fermato: docente prima all’Isef e successivamente, dal 2000 al 2007, alla Facoltà di Scienze Motorie di Palermo, è stato per decenni un maestro di metodo e di passione, un riferimento per generazioni di studenti, tecnici e atleti.
Chiunque abbia varcato le soglie delle sue lezioni porta con sé il ricordo della sua competenza, della sua precisione e di un amore per la disciplina che sembrava inesauribile.
Oggi, mentre lo salutiamo con commozione, restano con noi la sua eredità professionale e soprattutto quella umana: la capacità di credere nel potenziale delle persone, l’idea che lo sport possa essere uno strumento di crescita civile e personale, la fermezza di uno stile che non ha mai ceduto al facile o all’improvvisato.Perdiamo un grande uomo, certo.Ma ciò che Pino Clemente ha lasciato continuerà a vivere in ogni atleta che ha formato, in ogni tecnico che ha ispirato, in ogni studente che ha seguito il suo esempio. E soprattutto in tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di camminargli accanto.
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