La parola della domenica

…e si immerse nell’acqua del peccato per conoscerlo

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Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Toto’ Sauna

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Matteo 3,13-17


Questa settimana siamo invitati a riflettere sul Battesimo di Gesù Cristo. Gesù ha trent’anni e viene battezzato dal Giovanni il Battista sul fiume Giordano. Da lì  inizia la vita pubblica di Gesù. Da li’ da quell’atto, da quel giorno iniziano i tre anni più importanti della storia.  Gesù inizia ad annunziare il Regno di Dio. Inizia la vita. Non quella fisica, ma quella spirituale, che poi deve diventare una sola cosa con la vita . Mi sorprende l’atteggiamento di Cristo. Umile. Si mette in fila aspettando il suo turno. Tranquillo. Ci immaginiamo un uomo potente mettersi in fila alla posta? Il potere da noi è vista come arroganza. Più sei arrogante. Più sei potente. Cristo è tutto al contrario. Più sei potente, grande, più ti fai ultimo con tutti. Più ti metti in servizio. Il tempo liturgico di Natale si conclude con la festa del Battesimo del Signore: il Dio che è nato a Betlemme nasce nel cuore di ogni discepolo che si fa battezzare. E un Dio che ci cerca. Che non sta a guardare. Ma ci chiama. Continuamente. Ci offre la sua mano. C’è una frase nel Vangelo che mi scuote. “Tu Dio vieni da me?
Tu vieni da me?, si è chiesta Maria guardando il suo ventre che, giorno dopo giorno, cresceva, prima lievemente, poi sempre di più.
Tu vieni da me?, si è chiesto il giovane Giuseppe, nella notte tormentata in cui Dio gli ha rubato la ragazza e gli ha chiesto, gentilmente, di prendersi in casa una sposa e un figlio non suoi.Tu vieni da me?, si sono chiesti i pastori,  svegliandosi di soprassalto storditi dalla luce di mille angeli.
Tu vieni da me?, si sono chiesti i facoltosi curiosi d’oriente, uscendo dal palazzo del folle Erode e seguendo la stella fino a Betlem.
Tu vieni da me?, mi sono chiesto cento, mille volte, in questa mia luminosa ed inquieta vita, quando ho visto Dio raggiungere i dimenticati, saltare gli steccati, sfinirsi nel cercare ogni perduto, ogni sconfitto, ogni perdente. Nel cercare me.

Tu vieni a cercare me? Peccatore. Confuso. Ribelle.
Tu vieni da me? com’è possibile? Non è l’uomo a dover cercare Dio? Non siamo noi  ad averci rovinato con le proprie mani, abbandonando Dio. Non è, Dio, il nascosto, l’inconoscibile, il desiderio segreto e irraggiungibile della ricerca umana? Primo gesto, di una lunga serie, che in tre anni porterà il Rabbì a pendere dalla croce, Gesù svela il volto di un Dio che esce a cercare la pecora persa, che attende il ritorno del figlio spendaccione; che si ferma nella casa di Zaccheo, che banchetta con i peccatori, che non giudica la peccatrice pubblica, che porge l’altra guancia, né spezza la canna incrinata, che fa festa per ogni peccatore che si converte, che muore, pronunciando parole di perdono.
Ecco Dio, amici. Ecco il nostro Dio.

Buona Domenica

Totò Sauna

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