Farm cultural park, l’undicesimo compleanno del centro culturale di Favara che lancia “Countless cities”
Un esempio per la Sicilia, per quella Sicilia che non si arrende, che propone, che crea, che non cede alla rassegnazione ma sceglie di impegnarsi e metterci la faccia, giocando d’anticipo e lavorando...


Un esempio per la Sicilia, per quella Sicilia che non si arrende, che propone, che crea, che non cede alla rassegnazione ma sceglie di impegnarsi e metterci la faccia, giocando d’anticipo e lavorando sulle proprie potenzialità. Compie undici anni Farm cultural park, il centro culturale indipendente che ha rivitalizzato i sette cortili del centro storico di Favara, da ruderi abbandonati a simboli di un riscatto che ha rilanciato la realtà favarese trasformandola in un polo turistico in grado di fare registrare circa 130mila visitatori l’anno (pandemia ovviamente esclusa).
E da venerdì scorso è partita l’edizione 2021 di Countless cities, la Biennale delle città del mondo, in programma fino al prossimo ottobre. Uno sguardo rinnovato al futuro, quello proposto dai fondatori Andrea Bartoli e Florinda Saieva insieme a tutto il team di Farm, che punta sui percorsi di formazione in grado di suggerire un modo nuovo di abitare il mondo, attraverso l’arte e la cultura ma anche il design, la sostenibilità e la consapevolezza di un rapporto virtuoso con l’ambiente. Un progetto che dona lustro a Favara e a tutta la provincia di Agrigento.
In città sono stati creati nei mesi scorsi dei ponti per il dialogo tra il notaio Bartoli e l’amministrazione comunale, per tentare di importarne il modello, ma ad oggi nulla di concreto. Nel frattempo, Farm e il proprio territorio continuano a crescere sempre di più, in un prospetto di prestigio nazionale e internazionale.