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Francesco Emiliani confermato segretario generale della Femca Cisl

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Francesco Emiliani è stato confermato alla carica di Segretario Generale della Femca Cisl
Agrigento Caltanissetta Enna.
Ad eleggerlo è stato il consiglio generale della categoria, al termine del 3°
Congresso Territoriale intitolato “Esserci per cambiare, cambiare per esserci –
Nessuno deve rimanere indietro” che si è svolto questa mattina nei locali dell’hotel
Federico II di Enna. Ad affiancare Emiliani saranno i componenti di segreteria
Noto Salvina e Vincenzo Intanno.
Inoltre sono stati eletti i segretari di comparto Carmelo Tandurella (Energia), Vullo
Fabrizio (Energia) e Emmanuele Piraino (Chimica).

“L’economia finanziaria ha imposto un modello mondiale di sfruttamento del lavoro – ha detto Emiliani – a basso costo. In questi anni stiamo assistendo in maniera sempre più massiccia non solo al trasferimento di capitali ma anche alla delocalizzazione di produzioni e insediamenti
di aziende italiane in paesi sempre più poveri. La delocalizzazione in Europa, ed in
particolare in Italia, ha ridotto l’occupazione ed ha aumentato il precariato.
La Crisi economica aggravata dalla pandemia ha evidenziato il fallimento di tale
ideologia capitalista e del suo modello economico/finanziario. Con la crisi si è anche
rilevato il fallimento degli enti regolatori e di controllo dell’economia mondiale non
ultima l’incapacità della politica che doveva controllare e vigilare sui mercati finanziari.
La politica deve adoperarsi subito con interventi pubblici e privati, utilizzare al meglio i
soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ma soprattutto concertare con le
parti sindacali lo sviluppo sociale per dare stabilità e regole al sistema economico, per
ripristinare il corretto funzionamento del mercato italiano.
La pandemia ha aggravato il lavoro e lo ha reso più vulnerabile aumentando la
preoccupazione per chi lo ha perso o rischia di perderlo. La preoccupazione per i più
giovani si trasforma in paura perché vedono aumentare le complesse transizioni dal
sistema formativo della digitalizzazione e a un nuovo modo di lavorare.
L’insicurezza, l’ansia per il futuro, il timore di perdere quello che si è acquisito, sono
tratti distintivi della nostra epoca e della nostra società, acuiti dalla pandemia.
L’incertezza si impadronisce anche di coloro che hanno un lavoro “sicuro”, perché
percepiscono la portata destabilizzante della crisi sul sistema economico/lavorativo.
La pandemia di Covid-19 ha evidenziato quanto il mondo oggi è interdipendente dal
punto di vista economico, politico e, in certa misura, anche ideologico.
La pandemia insegna che nessun paese da solo è in grado di gestire il rischio e la
complessità del sistema economico internazionale.
Sono necessarie nuove norme e istituzioni di diritto internazionale per gestire in modo
equo la globalizzazione e definire nuove regole per la finanza mondiale del lavoro.
Abbiamo la necessità di provvedimenti forti e condivisi, per sostenere l’economia reale
colpita dalla recessione.
C’è bisogno di una Unione europea politicamente più unita e propositiva che passi da
una politica economica di solo rigore a una politica di sviluppo e crescita in un regime
di democrazia economica, legata inscindibilmente alla giustizia sociale e alla giustizia
ambientale.

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